12-04-2013 Paola Pierotti 2 minuti

Ben van Berkel: “Bisogna progettare l’anima delle città”

Intervista all’architetto olandese. Il metodo UNStudio: fare sintesi di “sostenibilità" e “accessibilità economica”

La prima priorità per la città contemporanea è la residenza, ma non si possono fare case senza un progetto urbano di rinnovo complessivo. Servono masterplan capaci di controllare i rischi, di proporre soluzioni attente alla qualità complessiva

Ben Van Berkel

“La prima priorità per la città contemporanea è la residenza, ma non si possono fare case senza un progetto urbano di rinnovo complessivo. Servono masterplan capaci di controllare i rischi, di proporre soluzioni attente alla qualità complessiva. Bisogna pianificare l’anima delle città, la vivibilità di un quartiere”. L’architetto olandese Ben Van Berkel (socio UNStudio con Caroline Bos) indica come priorità un rinnovo della normativa urbanistica anche in Italia e dice “Ci sono tanti architetti-avvocati, avvocati che prima hanno studiato architettura, bisogna far lavorare insieme queste due professioni in modo tale che la normativa intervenga in modo innovativo sui temi della pianificazione e sulle scelte politiche. In Italia avete una normativa molto frammentata, senza una regia e un controllo unitario.

L’architetto olandese, uno dei protagonisti del Salone del Mobile 2013, ha festeggiato a Milano i suoi 25 anni di studio esponendo otto prodotti di design in partnership con altrettante aziende, ma la sua attività di studio si concentra soprattutto sui temi dell’architettura e della pianificazione urbana. “Non abbiamo risentito della crisi fortunatamente – spiega – perchè da due-tre anni stiamo lavorando moltissimo in Asia, da Singapore a Taiwan, e lì i progetti vanno avanti”.

Per Ben van Berkel i progetti devono essere una sintesi di “sostenibilità” e “accessibilità economica”. “Bisogna interrogarsi su come le persone si muovono e vivono, sulla complessità familiare di oggi, sul fatto che si lavora da casa. Quando parlo di sostenibilità non intendo affatto tutto ciò che ha a che vedere con la tecnologia o con gli standard di efficienza: si possono investire delle risorse per avere un ritorno nel lungo periodo. Faccio un esempio: ci può essere un dispositivo antincendio che fa in modo che non serva compartimentare gli edifici come previsto dalla normativa e questo ridurrebbe anche del 20% i costi dei materiali”.

“Siamo al Salone del Mobile – ha aggiunto l’architetto olandese – e mi viene da riflettere sul fatto che sia strano che il mercato del design, a differenza di quello dell’architettura, vada così bene: in tempi di crisi si dovrebbe spendere meno invece forse le persone stanno più a casa e si divertono a stare negli spazi privati. Quando progetto un’abitazione cerco di riflettere sul tema della ‘casa da vacanza’, riproducendo quegli elementi unici, ideali che si vorrebbero portare a casa dopo una vacanza appunto”.

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Paola Pierotti
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