Da Aura al Six Senses, con Starching 320 milioni di operazioni su Roma
Progettisti partner dell’operazione, non fornitori di servizi tecnici
Abilitatori decisionali”. Così si presenta Starching, studio di architettura e ingegneria con oltre 30 anni di attività, headquarter a Milano con più di 100 collaboratori e dal 2000 una base a Roma, con un’altra trentina di collaboratori. Fatturato di 14,5 milioni di euro nel 2022, con una previsione di crescita a 16 milioni nell’anno corrente. Una struttura consolidata, con successo al test del mercato. Quale ricetta? «Starching è un sistema sinergico di architetti e ingegneri che progettano soluzioni consapevoli e concrete per l’architettura, rendendo possibili visioni e ambizioni. Oggi – raccontano dallo studio – non ha più ragione di esistere la distinzione tra architettura ed ingegneria. Il mercato richiede protagonisti capaci di creare le condizioni perché alcune iniziative potenziali diventino progetti, cercando interlocutori capaci di gestire l’intero processo dalla A alla Z e che sappiano, in modo cosciente, assumersi anche il rischio urbanistico e quindi che diventino partner dell’operazione e non fornitori di servizi tecnici».
Player del progetto, ma anche facilitatore di processo, protagonista del settore capace di creare le condizioni perché alcune iniziative potenziali diventino progetti, meritandosi la fiducia degli investitori che si fanno poi accompagnare fino alla fine dell’opera. «In questi anni, tra acquisizioni e lavori – racconta l’architetto Mauro Angeletti responsabile della sede romana di Starching e partner and director dal 2008 – abbiamo portato a Roma 320 milioni di euro per l’operazione di Valle Aurelia Mall (oggi Aura), nella quale avevamo l’incarico di alta Sorveglianza, direzione lavori, sicurezza e collaudi, e per il nuovo hotel di Piazza di San Marcello, inaugurato il 16 marzo 2023. Affianchiamo investitori internazionali scegliendo per loro le occasioni, un fondo francese ha già investito su Roma 40 milioni e ne stanno valutando, con noi, altri 60 da investire a Roma e sui Castelli romani per hotel in dimore storiche; un fondo svedese invece ha investito all’Argentario 70 milioni e stiamo valutando altri investimenti per importi superiori. In questi mesi stiamo dialogando con altri fondi, americani ed inglesi, per altre operazioni dell’ordine dei 200, 300 milioni di euro».
Starching racconta con i fatti come il mondo della progettazione può essere una leva per l’economia e per gli investimenti, a patto che ci sia un’alleanza di intenti con i decisori e con chi deve autorizzare i processi. «Non sempre la burocrazia rende compatibili i tempi che impongono la sostenibilità economica di un progetto di sviluppo. A Roma, nonostante il miglioramento dagli anni scorsi, c’è ancora molto da fare per rendere appetibili le tante opportunità immobiliari che vi sono. Troppo spesso raccogliamo i timori degli investitori ad intervenire ed investire nella capitale, per la mancanza di tempi certi e la frammentazione delle autorizzazioni che sono spesso gli ostacoli maggiori allo sviluppo. Rispetto a Milano i tempi medi per l’ottenimento delle autorizzazioni e gli iter amministrativi sono ancora troppo lenti ed articolati» racconta l’architetto Angeletti.
A Roma Starching si sta distinguendo soprattutto nel settore dell’hospitality. A fine anno ha completato il suo incarico per il nuovo Bulgari (65 milioni di intervento per un hotel da 17mila mq di superficie) per conto dell’impresa Carron. Ha consegnato il nuovo Six Senses in piazza Marcello, a ridosso di via del Corso. Un’operazione avviata nel 2018, 50 milioni di intervento per il quale Starching ha curato tutti i servizi tecnici dalla fase di advisory e supporto per la fase di acquisizione, al project and construction management, sviluppato il progetto preliminare, definitivo ed esecutivo, tutta la permessistica per la realizzazione dei lavori, la direzione dei lavori e la sicurezza, sulla base del design firmato Patricia Urquiola. «In questa operazione sono stati coinvolti 500 fornitori. Parliamo di un’operazione unica a Roma per l’intervento su un fabbricato del ‘1700, con reperti del ‘400, che negli anni è stato utilizzato per diverse funzioni, con interventi successivi che ne fanno un’opera vincolata con vincolo diretto architettonico, vincolo archeologico e vincolo intellettuale del progetto Quaroni-Micalizzi degli anni ‘80». commenta Angeletti.
Non solo hospitality, Starching si sta infatti occupando anche dell’operazione di via Boncompagni dove è incaricata di tutti i servizi di architettura ed ingegneria, dal progetto preliminare, al definitivo, alle autorizzazioni amministrative, al progetto esecutivo, direzione lavori e sicurezza.
Già consegnata invece la riqualificazione del Villino Rattazzi, con Gla e diventata nuova sede di Netflix. Un esempio tangibile che a Roma si può convertire un immobile di pregio, conservando la facciata storica e vincolata e trasformando il layout interno.
«Abbiamo dimostrato come si possono valorizzare dimore storiche, nel rispetto della morfologia dell’edificio e dei suoi vincoli, realizzando uffici di altissimo livello nel rispetto degli standard internazionali, Leed ed ecosostenibili, intervenendo con soluzioni impiantistiche senza alcun impatto visivo per la conservazione storica dell’immobile».
Bilancio Starching: oltre 400 le opere realizzate e una settantina di progetti in corso, attività professionale che spazia dal pre-design al design – quindi dall’architettura al fit out, dalla progettazione di dettaglio all’urban planning – con un impegno significativo nella costruzione e nel portare a compimento le opere – con servizi che riguardano il supporto in fase di gara, il coordinamento della sicurezza, i test e collaudi e le certificazioni. Quattro milioni di mq progettati e costruiti in un trentennio, per il 28% retail, per il 26% architetture culturali, uffici e headquarter, per il 24% residenze, per il 17% un impegno nel settore dell’hospitality includendo hotel, resort e con attenzione alla fascia luxury, e poi un 10% nel settore industriale con data center e logistica in prima linea.
In questi contesti, Starching si propone «come interlocutore unico per i diversi attori che si muovono nel mercato immobiliare». Ampia la gamma dei servizi offerti, grazie alle partnership con specialisti, «mantenendo sempre il coordinamento e la gestione dell’intero progetto». È proprio per questa capacità di presidiare l’intero iter dello sviluppo immobiliare, dall’ipotesi dell’investimento finanziario fino allo sviluppo progettuale, architettonico ed edilizio che Starching si autodefinisce “abilitatore decisionale”.
In Italia la società non è presente solo sul territorio romano e milanese: a Parma è al lavoro per il Palazzo dell’Agricoltore (10mila mq di intervento in un palazzo esistente per un’operazione da 30 milioni di euro) con l’attività di project and construction management per un b-corp hotel promosso dalle famiglie Chiesi (farmaceutica) e Bollati (Davide Bollati è presidente del Gruppo Davines), a Genova procedono i lavori per il Waterfront di Levante dove Starching si occupa del design, del project and construction management e del site management per conto dell’impresa Cds che ha preso l’impegno di realizzare un comparto mixed use, con uffici, case, negozi e spazi per la cultura, con un’operazione da oltre 70 milioni di euro. Tra le iniziative all’estero, quella di St Moritz dove la società sta curando il development management dopo aver firmato lo studio di fattibilità per l’hotel Klum (130 milioni di euro di investimento).
In copertina: l’urban hotel Six Senses
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