09-08-2024 Luigi Rucco 2 minuti

Architettura e nuove sfide, un sondaggio per analizzare la professione in Europa

Dal Consiglio europeo una esortazione a partecipare all’edizione 2024, specialmente per gli architetti italiani

Una fotografia sull’intero settore a livello europeo, con un occhio alle nuove sfide come digitalizzazione e risposta ai cambiamenti climatici. Il Consiglio degli Architetti d’Europa (Architects’ Council of Europe) ha avviato le procedure per la realizzazione dell’edizione 2024 dello studio di settore che fornisce una visione completa della professione di architetto a livello europeo. La ricerca raccoglie e analizza dati statistici, sociologici ed economici sugli architetti europei, sul mercato dell’architettura e sulle sue pratiche.

Lo studio consentirà al Cae e agli organismi membri di aggiornare i dati raccolti nelle precedenti rilevazioni e di mostrare come è cambiata la professione dal 2022 a oggi, sviluppando una serie di dati a lungo termine. Il sondaggio di quest’anno è stato ampliato e include nuove domande sull’implementazione di strumenti utili alla digitalizzazione della professione (ad esempio programmi per la simulazione e l’analisi delle prestazioni degli edifici e strumenti di rilievo laser-scanning) e su come la professione sta rispondendo ai cambiamenti climatici, introducendo per gli edifici i parametri nZEB e plus energy.

Il precedente rapporto nel 2022 ha raccolto le risposte di 30.700 architetti in 26 paesi europei, mostrando una crescita nei numeri continua (+100mila architetti dal 2012), la conferma dell’importanza della sostenibilità nella professione, con il 46% degli architetti che aveva dichiarato di progettare frequentemente edifici a basso consumo energetico, dato che nell’analisi del 2024 ci si aspetta che salga ulteriormente. L’edilizia privata si confermava il settore più importante con l’89% degli studi di architettura coinvolti nella progettazione di edilizia privata, capace di fornire il 56% del fatturato medio degli studi.

«In considerazione del cambiamento climatico, della scarsità di risorse e della crisi energetica, l’Europa vuole diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Per realizzare questa trasformazione, l’Ue sta affrontando esplicitamente l’ambiente costruito/abitativo come parte di una strategia più ampia di cambiamento climatico e resilienza. In combinazione con il Nuovo Bauhaus europeo, la qualità dell’ambiente costruito e non costruito deve essere al centro della trasformazione. Il futuro del settore edile risiede in una nuova cultura di conversione», ha affermato Ruth Schagemann, presidente dell’Architects’ Council of Europe.

Nel 2022 sulle circa 31 mila risposte, poche sono state quelle da parte dei professionisti italiani. Un peccato se si pensa che gli architetti del nostro Paese sono circa 155mila a fronte di circa 550mila totali, quasi il 30%. Il sondaggio include domande che vogliono raccogliere informazioni su dove gli architetti lavorano, su quanto guadagnano e sull’esercizio della professione.


Un approfondimento importante che può agevolare la Commissione Europea nell’intraprendere politiche a difesa della categoria e della professione adeguate anche alla condizione italiana, proseguendo il lavoro di analisi di altri enti come, ad esempio, quanto fatto sul Fair Work nel 2023 da parte dell’Ordine degli Architetti di Milano.


Importante anche l’analisi sul gender gap nel settore. La percentuale di donne nella professione è aumentata significativamente negli ultimi anni: basti pensare che nel 2012 il 36% degli architetti era donna, mentre nel 2022 è salita al 46%. Il divario retributivo di genere esiste ancora, ma si sta man mano riducendo: nel 2022 era del 17%, quasi la metà di 10 anni prima, e si spera che il dato continui a calare.
Lo studio di settore 2024 è iniziato a giugno e si concluderà a fine agosto. Gli esiti dello stesso verranno presentati durante l’assemblea generale del Consiglio europeo degli Architetti di fine anno.

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In copertina: ©freepik

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Luigi Rucco
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