13-12-2022 Redazione 3 minuti

Ischia, dai professionisti un appello per l’aggiornamento dei piani di protezione civile

Le priorità: interventi strutturali, monitoraggio continuativo e fascicolo digitale delle costruzioni

“Urgente il supporto agli enti locali, in particolare i comuni, per la redazione ed aggiornamento dei piani di protezione civile e per la istituzione dei Presidi Territoriali. Soprattutto in considerazione del fatto che, secondo i dati della Protezione Civile aggiornati allo scorso luglio, circa 1.000 comuni, su un totale di 8.051, risultano sprovvisti di un Piano di Protezione Civile”. Questa la priorità evidenziata dalla Rete Professioni Tecniche e il Consiglio Nazionale Geologi che sono stati ricevuti in audizione alla Commissione Ambiente della Camera nell’ambito della discussione sul DL 186/2022 sugli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell’isola di Ischia.

I recenti avvenimenti di Ischia dimostrano che nessuna regione italiana può più considerarsi al riparo rispetto al problema del dissesto idrogeologico.


Negli ultimi venti anni, infatti, si sono registrati numerosi eventi che hanno interessato anche aree geografiche non particolarmente esposte rispetto alle conoscenze scientifiche note.


L’ultimo rapporto ISPRA del 2021 traccia una mappa del rischio idrogeologico del nostro Paese che vede crescere le aree interessate rispetto all’anno precedente; circa il 94% dei comuni italiani è a rischio e circa 8 milioni di persone vivono in territori a rischio molto elevato per frane e alluvioni. Uno scenario così vasto e complesso impone dunque la messa in campo di una strategia integrata di azioni di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico.

I professionisti tecnici ritengono sia necessario attuare un piano pluriennale che preveda sempre di più l’impiego di risorse dedicate alla realizzazione di interventi di tipo strutturale (tema sollevato anche da Roberto Morassut in un intervista a thebrief) cioè opere ed interventi di sistemazione e di consolidamento delle frane, utili ad evitare che i fenomeni si verifichino, si riattivino o comunque a mitigarne gli effetti. Ad integrazione servono azioni e interventi non strutturali, mediante i quali contribuire significativamente alla prevenzione delle conseguenze dei dissesti ed operare una corretta gestione del rischio idrogeologico. La Rpt fa riferimento all’aggiornamento e approfondimento continuo dei Piani di Assetto Idrogeologico e di Gestione delle Alluvioni, all’adeguamento della Pianificazione Urbanistica Comunale, alla redazione ed attuazione dei Piani di Protezione Civile, all’informazione alla cittadinanza, alla manutenzione estensiva del territorio.

“Tra le azioni strategiche non strutturali di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico a cui andrebbe data immediata attuazione nei territori colpiti dagli eventi franosi dell’Isola d’Ischia – la Rpt e il Cng precisano in una nota – c’è senza dubbio il Presidio territoriale che consiste nell’attività di monitoraggio osservativo del territorio operata da parte di tecnici esperti attraverso l’osservazione diretta e in tempo reale, dell’evoluzione dei fenomeni in atto e dell’insorgenza di fenomeni precursori potenzialmente pericolosi per la pubblica e privata incolumità. Tale attività, garantendo il monitoraggio osservativo del territorio nel tempo reale a supporto delle fasi operative previste nei piani di emergenza comunali, costituisce una delle azioni più efficaci di adattamento ai cambiamenti climatici per finalità di protezione civile e di tutela delle persone”.

Tra le proposte operative l’urgenza di giungere alla codificazione del cosiddetto “Fascicolo digitale delle costruzioni” per raggiungere un più elevato livello di affidabilità delle costruzioni mediante la raccolta organica di informazioni urbanistiche, catastali, edilizie, impiantistiche, strutturali, geologiche, prodotte dai professionisti e in possesso della pubblica amministrazione. “Lo strumento – dicono i professionisti – aiuta la prevenzione del pericolo idraulico, del pericolo idrogeologico, del pericolo sismico nonché altre sorgenti di rischio e concorre alla messa a punto di forme di classificazione e riduzione del rischio”.

In copertina: Ischia, ph. © Tom Holub via Flickr

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