Valorizzare i beni pubblici, l’Agenzia del demanio si allea con i privati

02-12-2022 Fabrizio Di Ernesto 3 minuti

Dalla concessione amministrativa al project financing, modelli in evoluzione

Lo Stand Florio a Palermo, il Faro di Brucoli ad Augusta, il recupero dei Bazzi coloniali a Ferrara. Questi sono solo alcuni degli interventi di riqualificazione di beni di proprietà dello Stato, o degli enti locali, valorizzati dai privati grazie al Progetto Italiae per l'implementazione dell'Atelier Vpi (che sta per valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico).

Parliamo del coinvolgimento di semplici cittadini o di società nella gestione dei beni amministrati dall’Agenzia del Demanio, rafforzando le autonomie locali che spesso non hanno i fondi necessari per occuparsene. Queto programma risale ormai a quasi 20 anni fa, anche se è negli ultimi che sta prendendo sempre più piede e si sta sviluppando in modo più articolato.
Francesca Graziani, della direzione Strategie immobiliari, sostenibilità e innovazione dell'Agenzia ha ricordato che: «Attualmente tra fari, torri ed edifici costieri sono in concessione 24 beni di proprietà dello Stato e gestiti dall’Agenzia, a questi se ne aggiungono altri 9 di altri enti e 13 di Difesa servizi spa. Nella voce Cammini e percorsi ci sono poi 16 strutture concesse dal Demanio, due da altri enti e 25 case cantoniere. Sempre l’Agenzia ha poi affidato ai privati due dimore storiche»

Tra il 2003 ed il 2006 è stata prevista ed avviata la dismissione di beni del comparto Difesa non più utili allo Stato, recuperandoli con finalità di mercato a beneficio di terzi. Dal 2008 la possibilità di essere oggetto di concessione è stata estesa anche a quelli di proprietà di Regioni, enti locali e società partecipate. Nel 2015 sono stati rilasciati i bandi per 6 fari in disuso, ed oggi c’è una rete di progetti ben avviata.


Le concessioni non possono essere superiori ai 50 anni nè inferiori ai 6 ed il privato deve garantire la propria affidabilità economica impegnandosi a rispettare i vincoli di sostenibilità ed efficientamento energetico.


Negli ultimi anni questo strumento è stato ulteriormente sviluppato ed è stato adattato anche per adeguarsi alle nuove esigenze, nel 2016, ad esempio è stato istituito l’anno dei borghi, con concessioni mirate nei piccoli centri, per promuovere la mobilità dolce. Tra i risultati anche la pubblicazione nell’ottobre del 2022, del relativo atlante.

Nato per potenziare le capacità degli enti locali, soprattutto da un punto di vista amministrativo – un aspetto oggi ancora più centrale per l’attuazione del Pnrr ed il raggiungimento degli obiettivi correlati – questo processo si basa su tre pilastri fondamentali: la modernizzazione del sistema amministrativo; il potenziamento della capacità di governo degli enti locali; la sperimentazione e la diffusione di pratiche innovative.

Nello specifico, attraverso dei bandi, l’Agenzia del Demanio, offre ai privati delle strutture inutilizzate affinché questi possano ristrutturarli ed adeguarli potendoli poi utilizzare per finalità economiche, ottenendo quindi anche un ritorno a suo vantaggio. Nata come semplice concessione amministrativa, oggi si va sempre più delineando come un project financing anomalo.

Silvia Festinante, della direzione affari legali e contenzioso dell’Agenzia del Demanio intervenuta in un webinar sul tema, ha ricordato che originariamente questa prassi «doveva convogliare investimenti privati per interventi di riqualificazione sugli immobili pubblici. Oggi lo strumento si è evoluto e riguarda beni che hanno una vocazione e sono suscettibili di una messa a reddito» e questo cambiamento ha avuto ripercussioni anche nel canone di utilizzo, che inizialmente era su base d’asta, mentre ora è lasciato ad offerta libera da parte del privato, che il proprietario della struttura deve comunque ritenere congrua ed adeguata.

Ovviamente si fissano paletti ben precisi, la concessione non può superare i 50 anni, ma non essere inferiore ai sei, il privato deve garantire la propria affidabilità economica e dovrà impegnarsi anche a rispettare i vincoli di sostenibilità ed efficientamento energetico.

Sonia Paparatti, della Direzione servizi al patrimonio dell’Agenzia del Demanio ha aggiunto come la disciplina di queste gare non sia stata sviluppata applicando il codice degli appalti «tuttavia è conforme all’evidenza pubblica. Ed è prevista anche una particolare normativa in caso di concorrente unico, caso in cui non si procede all’assegnazione dei punteggi ma ad un giudizio complessivo».

Foto di copertina : il Faro di Brucoli © farodibrucoli.it

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Fabrizio Di Ernesto
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