Flaminio, al via il concorso per il Museo della Scienza di Roma

08-11-2022 Paola Pierotti 3 minuti

Opera da 48 milioni. Premio al vincitore 150mila euro e incarichi fino a 1,4 milioni

In attesa della firma della convenzione urbanistica per il maxi-piano di rigenerazione urbana atteso per le aree di via Guido Reni, a pochi mesi dall’aggiudicazione dellampliamento del Museo Maxxi e non distante dal polo civico del Flaminio aggiudicato con un concorso, a Roma prende quota anche il Museo della Scienza. E il progetto sarà scelto attraverso un concorso a due fasi concepito dalla commissione tecnico scientifica presieduta dal premio nobel Giorgio Parisi.

«Il futuro Museo della Scienza di Roma (MSR) – come si legge nel documento di indirizzo alla progettazione – è l’ultima parte di un più ampio programma di riqualificazione che sta coinvolgendo dal 2013 l’area urbana dell’ex stabilimento militare materiali elettronici e di precisione di via Guido Reni, il cui progetto è l’esito di un percorso svolto da Roma Capitale in collaborazione con Cdp, attuale proprietaria dell’area. Al riguardo, il Comune, con una prima delibera della giunta capitolina dello stesso anno, ha definito gli indirizzi urbanistici della riqualificazione dell’area. Successivamente, nel 2014, ha specificato le destinazioni d’uso private e pubbliche e ha previsto l’insediamento di un importante servizio pubblico di livello metropolitano, il MSR».

Il costo stimato per la realizzazione dell’opera è di 48 milioni di euro. Mentre il valore del concorso è di 1,6 milioni di euro con 150mila euro di primo premio al vincitore per la redazione dello studio di fattibilità tecnico-economica, 80mila euro per i soggetti classificati dal secondo al quinto posto. Il valore stimato per l’eventuale affidamento dei successivi livelli di progettazione (definitivo, esecutivo e sicurezza in fase di progettazione) è di 1,4 milioni di euro. Il termine per partecipare alla prima fase è fissato per il 23 gennaio 2023 e i cinque migliori concept saranno valutati con un massimo di 70 punti per la qualità architettonica e urbana del progetto ed altri 30 per la flessibilità nell’uso degli spazi.


Nella struttura 9mila metri quadrati saranno destinati alle esposizioni, mentre altri mille ospiteranno aree di ricerca.


Il Comune di Roma guarda al Museo della Scienza di Roma come occasione importante di riflessione sulla città, la sua struttura spaziale, i suoi cicli di vita, l’utilizzo sostenibile delle risorse disponibili per permettere uno sviluppo sociale ed economico positivo per le generazioni future. A febbraio 2022 la giunta ha approvato le linee programmatiche e d’indirizzo per la progettazione, confermando la volontà di offrire un servizio culturale altamente specializzato. Tra i riferimenti considerati «il caso studio quello offerto dallo Science Museum di Londra – si legge nel documento di indirizzo – peraltro richiamato esplicitamente dalla delibera della giunta capitolina. La particolarità di tale modello è legata alla sua peculiarità di intrecciare efficacemente l’aspetto storico-sociale con la realtà attuale e di sviluppo futuro della scienza, come ben rappresentato a Roma dalla straordinaria concentrazione di soggetti dedicati alla ricerca e all’avanzamento della conoscenza scientifica».

Il Comune di Roma sceglie la strada del concorso e sposa la nuova piattaforma dell’Ordine degli architetti di Roma per ottenere, attraverso una procedura aperta, in due gradi, «un progetto con livello di approfondimento pari a quello di un “Progetto di fattibilità tecnica ed economica” della nuova struttura museale. Il progetto di allestimento del museo – si precisa – sarà invece oggetto di una diversa e successiva procedura di affidamento».

L’area destinata dal programma integrato di intervento al MSR è compresa tra il nuovo tessuto residenziale del PII a est, dalla caserma di polizia a ovest, da via Guido Reni a nord e da Villa Flaminia a sud. Il lotto di progetto si estende per una superficie territoriale complessiva pari a 12.940 mq, e su tale lotto deve essere edificata una Sul di massimo 19mila mq. «Nel recupero e ristrutturazione, anche mediante demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti – si legge nella documentazione – l’intervento deve garantire il mantenimento dei caratteri costruttivi originari, specie per quanto concerne gli elementi di finitura, con interventi limitati alla funzionalità dell’edificio nella sua nuova destinazione».

Complessivamente l’impianto dovrà ospitare 2.400 mq di aree per il pubblico con guardaroba, biglietteria, auditorium, bar e biblioteca; 9mila mq di aree per l’esposizione (temporanee, on demand e stabile); 1.100 mq di aree per la ricerca con studi di documentazione, spazi per la ricerca e l’educazione; altri 2.300 mq di aree di servizio per uffici, servizi, depositi e spazi polifunzionali; a cui aggiungere altri potenziali 2.200 mq per il connettivo; 2mila mq di spazio verde; 300 mq per la terrazza del bar ristorante.

Foto di copertina © Alberto Blasetti

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Paola Pierotti
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