A Roma 3,6 milioni di fondi per l’efficientamento energetico di cinema e teatri
Con il Pnrr si ristrutturano anche gli spazi per la cultura. Quale protagonismo per l’architettura?
I fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) serviranno a Roma anche per rilanciare e rafforzare il settore dello spettacolo. A partire dai luoghi della cultura.
Il ministero della Cultura (Mic) ha infatti previsto uno stanziamento di 3,6 milioni di euro per realizzare importanti lavori di efficientamento energetico delle sale di cinema e teatri pubblici della Capitale al fine di contribuire al loro rilancio, diminuendo i costi di gestione e ammodernando le strutture per renderle più attrattive per il pubblico.
Venerdì 24 giugno il Mic ha pubblicato la graduatoria dell’avviso pubblico dello scorso dicembre, finanziato con 200 milioni; Il Comune di Roma ha ottenuto i fondi per tutte le strutture presentate, 12 sale di dieci tra cinema e teatri pubblici.
Più nel dettaglio, 640mila euro potranno quindi essere destinati ai lavori progettati per il Nuovo Cinema Aquila e la Casa del Cinema mentre i rimanenti 3 milioni serviranno per realizzare gli interventi previsti per i teatri dell’Opera, Argentina, India (Sala A e Sala B), Quarticciolo, Tor Bella Monaca (Sala grande e Sala piccola), del Lido, Globe Theatre e Torlonia.
«Migliorare l’efficienza energetica di tutte queste sale vuol dire dare loro solide prospettive di futuro, perché questo – ha commentato l’assessore alla Cultura, Miguel Gotor – significherà non solo ridurre in modo sensibile i loro costi di gestione, tra climatizzazione, illuminazione e sicurezza, ma anche renderle più moderne e in linea con le aspettative del pubblico».
L’intervento si annuncia particolarmente importante, visto che da anni nella Capitale le sale cinematografiche stanno vivendo una lunga crisi.
Intervenendo nel corso del Far, Festival dell’architettura di Roma, l’architetto Paolo Verdeschi, membro della commissione Osservatorio 900 Oar, ha ricordato come dal 2000 ad oggi nella Capitale abbiano chiuso un centinaio di sale, di queste 43 sono in disuso, mentre 53 sono state trasformate in altro; numeri derivanti da tante problematiche: in primis il decollo dei multisala, poi la mancanza di una legge che impedisca ai film di passare dalla sala alle piattaforme on demand dopo meno di un anno dalla loro uscita.
L’interrogativo che Verdeschi ha posto alla platea del festival è se oggi i cinema siano anche un luogo per la città; «questo – spiega – è un discorso comune a tutta l’attività edilizia. I cinema sono un riferimento del patrimonio romano. Sarebbe quindi importante ed opportuno inquadrare aggiornare e restaurare il tutto, nella sua dimensione urbanistica». A corredo del suo intervento ha poi illustrato i casi di alcuni cinema che sono stati recuperati in città negli ultimi anni, ad esempio la sala Troisi a Trastevere e di come i lavori effettuati al suo interno «non ne abbiano fatto un’eccellenza, ma lo abbiano reso simile a tutte le altre anonime multisala».
Anche partendo da questi recenti esempi Verdeschi ha lanciato il suo appello: «Gli architetti dovrebbero riflettere sul tema della grande scatola vuota, e intervenire su questi contenitori senza manometterne la struttura e l’identità».
In copertina: teatro dell'Opera di Roma, ph. ©Faungg's photos via Flickr
Architettura ArchitetturaChiECome Arte Città Concorsi Culto Cultura Design Energia Festival Formazione Futuro Hospitality Housing Industria Ingegneria Italiani all'estero Legge architettura Libri Masterplanning Milano Norme e regole Premi Progettazione Real estate Retail Rigenerazione Urbana Salute Scommessa Roma Scuola Sostenibilità Spazi pubblici Sport Trasporti Turismo Uffici