Roma Tre rigenera l’Ostiense e punta sulla riconnessione con il Tevere
Aspettando arrivino al traguardo i progetti dell’ex Mattatoio e della Città delle arti
Nell’immaginario collettivo, specie quello turistico, Roma è soprattutto il centro storico. Nella realtà invece la Capitale è una città molto variegata ricca di storia. Un nuovo slancio è atteso in vista del Giubileo del 2025 e dell’Expo 2030, utilizzando anche i fondi del Pnrr ed in particolare del Pinqua per quanto riguarda le infrastrutture sociali. Tre i progetti capitolini che si sono aggiudicati i fondi messi a disposizioni dal programma per la qualità dell’abitare, tre iniziative come R5 di Tor Vergata, Cardinal Capranica, e Porto Fluviale nel quadrante ostiense, dove si prevede il recupero di un palazzo occupato e dipinto dallo street artist Blu , tramite un percorso di integrazione sociale di una occupazione abitativa, con un processo di co-progettazione finalizzato alla risoluzione della controversia.
I possibili sviluppi dell’area dell’Ostiense sotto i riflettori da anni sono stati al centro della tavola rotonda “Roma Tre rigenera Roma” che si è svolto nell’aula magna del rettorato dell’ateneo in occasione della presentazione del festival Far 2022.
E proprio il rapporto tra l’università ed il quartiere è stato il punto di partenza della discussione.
La crescita e lo svuluppo vissuto dall'Università di Roma Tre negli ultimi 30 anni ha fatto da traino a tutto il quadrante ed ora deve iniziare a coinvolgere anche le aree limitrofe.
Lo sviluppo vissuto dall’istituto negli ultimi anni ha fatto da traino alla rigenerazione di tutta l’area che negli ultimi anni ha assunto una fisionomia diversa e ben delineata tanto che Maurizio Veloccia, assessore all’urbanista di Roma, ha ammesso: «Senza Roma Tre il progetto di Roma Ostiense forse non ci sarebbe mai stato» ora però, ha aggiunto, è ora di rinnovarsi «come già avvenuto all’inizio degli anni ‘90 con il Progetto urbano Ostiense Marconi perché la realizzazione del nuovo Rettorato rappresenta una conclusione e al tempo stesso anche un nuovo inizio».
Anche il presidente del Municipio 8 Amedeo Ciaccheri ha sottolineato come lo sviluppo fatto registrare dalla zona negli ultimi 30 anni «abbia influito su tutta la città» auspicando che ora anche l’altra sponda del Tevere possa crescere allo stesso modo.
Tra i temi emersi nel corso della tavola rotonda la necessità di fare rigenerazione riconvertendo gli spazi già esistenti. La necessità di ridisegnare la città passa però anche da un nuovo accordo di programma che sostituisca quello di venti anni fa e che secondo Pasquale Basilicata, direttore generale dell’ateneo «deve riprendere il tema della programmazione e della riqualificazione urbana di questo quadrante puntando anche alla riconnessione con il fiume» anche perché, come ricordato da Umberto Marroni, presidente dell’associazione Metropoli Roma, «nella zona devono ancora essere portati a termine il progetto dell’ex Mattatoio e della Città delle arti».
Il quadro che è emerso dalla tavola rotonda tratteggia un quartiere, quello di Ostiense, che può, e deve, fungere da modello virtuoso e da traino per tutta la Capitale, in cui amministratori locali e cittadinanza possano cooperare per rendere il tessuto urbano più a misura degli abitanti.
Per farlo però è ovviamente necessario sfruttare i fondi pubblici messi a disposizione, coinvolgendo anche i privati.
In copertina: il Gazometro simbolo del quartiere Ostiense @Comune di Roma Capitale
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