Expo 2030, Roma sceglie Tor Vergata e Ratti come ambassador
La competizione è con Odessa, Busan, Mosca e Riad
Roma sceglie Tor Vergata e punta sulla carta Carlo Ratti per portarsi a casa l’Expo 2030. La candidatura della capitale italiana ad ospitare l’Expo 2030, avviata dal Governo e portata avanti dal comitato promotore e da Roma Capitale, è stata presentata ufficialmente nel Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai, firmato dallo stesso Ratti con Italo Rota Building Office e matteogatto&associati e F&M Ingegneria.
Consulente creativo per la visione strategica di Expo 2030 Roma sarà appunto Carlo Ratti, scelto come “figura di spicco per le relazioni tra architettura e tecnologia, innovazione e sostenibilità”. L’architetto Ratti, uno dei protagonisti di Expo di Milano, inizialmente coinvolto anche per il masterplan per il post-Expo, per l’avvio di Mind (poi evoluto diversamente), già in campo a Siviglia nel 2008 con il Digital Water Pavilion, autore del padiglione di Expo Dubai, è stato protagonista della presentazione che ha visto in campo il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri, il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio e quello delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini, intervenuti in collegamento, il presidente del comitato di candidatura Giampiero Massolo, il direttore generale del comitato Giuseppe Scognamiglio e Paolo Glisenti, commissario generale per l’Italia a Expo 2020.
Nel corso dell’evento è stato svelato il sito dove Roma prevede di allestire l’Esposizione universale: l’area di Tor Vergata, che «rappresenta il distretto ideale per un ambizioso intervento di rigenerazione urbana, inclusione e innovazione».
Con il tema “Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione” Roma vuole essere il centro di un nuovo modello di città. Gli aggettivi chiave sono: inclusivo, interconnesso, sostenibile e condiviso. «Roma – come si è ricordato in occasione dell’evento – ha inoltre l’occasione imperdibile di coniugare Expo 2030 con un altro evento di respiro mondiale e di grande importanza spirituale, il Giubileo 2025, che già si prepara a ospitare. Un’importante opportunità di sinergia per la realizzazione di opere e infrastrutture funzionali, pronte ad accogliere milioni di pellegrini, ottimizzando costi e risorse».
La scommessa del progetto a Tor Vergata punta anche ad avviare un’imponente opera di rigenerazione urbana. Non solo dell’area dell’Expo, ma di un intero quadrante di Roma, ricco di potenzialità nel suo mix di natura, storia e scienza. L’area sarà quindi un laboratorio aperto al contributo di tutti, in cui tracciare un nuovo modello di sviluppo del territorio.
Il logo della candidatura, realizzato da M&C Saatchi, racchiude l’idea di un futuro che punta ad unire le persone, abbracciandone le diversità e promuovendo lo sviluppo sostenibile dei territori in cui vivono. «L’immagine di una porta – si legge in una nota del Comune di Roma – esprime da sempre un simbolo di accoglienza, scambio e integrazione di culture diverse. Si tratta di un logo dinamico, che rappresenta uno dei caratteri distintivi della candidatura di Roma a Expo 2030 e mantiene la sua identità pur variando costantemente forma e colore. Sarà infatti proiettato con un'animazione sia all’esterno che all’interno del Padiglione Italia presente a Dubai e, nel corso della candidatura, sarà più di un semplice oggetto grafico; per la prima volta nella storia delle esposizioni universali, infatti, il logo di un’Expo diventa un Nft (non-fungible token) ed è salvato sulla blockchain. Un pezzo unico di arte digitale che ci accompagna verso un futuro sostenibile, digitale e connesso».
«Roma è un bastione della cultura e della scienza, che ospita università, centri di ricerca e accademie di rilievo mondiale. Realtà che saranno il cuore della nostra esposizione, anche grazie a progetti come il Rome Technopole, centro di riferimento internazionale per la formazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico, e la “Città della Scienza”, multidimensionale ed altamente specializzata. Un altro pilastro fondamentale è quello della solidarietà e dell’inclusione, a cui la nostra Amministrazione sta riservando un impegno particolare, in linea con la nostra idea di città policentrica, basata sulla prossimità dei servizi, la cura e le relazioni tra le persone. L’area di Tor Vergata ci consentirà di realizzare strategie innovative per una rigenerazione urbana intelligente, inclusiva e sostenibile. Un’opportunità per Roma di appassionare ancora una volta il mondo intero» ha affermato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
«Roma Expo 2030 rappresenta una grande occasione per mettere a sistema e integrare gli ingenti investimenti previsti con il Pnrr e da altri fondi nazionali, 8,2 miliardi di euro destinati a interventi per le infrastrutture e la mobilità nella municipalità Capitolina, nella Città Metropolitana di Roma e nel Lazio» ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini.
Roma inizia la sua corsa. La capitale italiana dovrà competere con Mosca, Odessa, Busan e Riad, di queste cinque città, due al momento sono sotto altri riflettori.
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