Bandi Bim in Italia in calo, nonostante la leva del Pnrr
Ecco i dati del quinto rapporto Oice sulle gare con richiesta di produzione di servizi tecnici in Bim
Dai dati del quinto Report Oice dedicato alle gare con richiesta di produzione dei servizi tecnici in Bim, si evidenzia che dopo la crescita del 2020 (+17,2% sul 2019), lo scorso anno si è assistito ad un calo del 4,6% sul totale del numero delle gare dell'anno precedente. Per il Presidente Oice, Gabriele Scicolone: «la scelta che è stata fatta con il decreto 77/2021, di rendere sostanzialmente facoltativo il ricorso alla progettazione Bim che diventa solo elemento premiale, a nostro avviso risulta poco lungimirante anche perchè nel Pnrr si parla diffusamente di digitalizzazione e si destinano importanti risorse a questo tema fondamentale, che nel nostro settore è realtà da decenni. Comprendiamo bene che le scadenze del Pnrr siano molto stringenti, ma allentare le indicazioni date negli anni scorsi significa due cose: da un lato dare un segnale in controtendenza rispetto alla necessità di modernizzazione e rinnovamento delle strutture tecniche delle amministrazioni e dall’altro rinunciare a processi virtuosi dal punto di vista qualitativo non solo per la progettazione e l’esecuzione degli interventi, ma soprattutto per la gestione degli interventi, fase nella quale il Bim dispiega un’importanza forse anche maggiore rispetto alle precedenti».
Tornando ai numeri: nel 2021 sono stati pubblicati 534 bandi Bim, in valore si tratta di 360 milioni di euro, rispetto al totale di 2.133 milioni di tutto il mercato dei servizi di ingegneria e architettura (il 16,9% del totale). Una nota positiva è rappresentata dall'aumento del numero di capitolati informativi allegati ai disciplinari di gara: nel 2021 sono stati 111, pari al 20,8% del totale delle gare BIim mentre erano stati 94 nel 2020, pari al 16,8% delle gare pubblicate.
Interessante anche il frequente richiamo negli atti di gara a figure quali i Bim Manager e i Bim Specialist, anche competenze certificate. Sempre alta la premialità delle offerte Bim: 5,7% punti in media quando è relativa alla "professionalità" e quindi alle referenze citate dall'offerente per la valutazione qualitativa, e 8,2% punti quando afferente alla "metodologia" del servizio offerto.
Solo nel 2017 parlavamo di “anno zero” del Bim in Italia, in virtù dell’uscita del Decreto Ministeriale 560/2017 (cosiddetto “Baratono” dal nome dell’estensore) che, tra l’altro, definiva l’orizzonte temporale per l’introduzione delle nuove metodologie di progettazione per i lavori pubblici.
Nel biennio 2018 e 2019 c’è stata la prima vera impennata dei bandi in Bim, per effetto dell’impulso di molte stazioni appaltanti che hanno iniziato a strutturarsi per poter rispondere all’esigenza del mercato.
«Poi il 2020 – dice Scicolone – anno che passerà alla storia per la pandemia che, al di là degli aspetti socio-sanitari e della miriade di implicazioni che ha comportato per noi tutti, ha rivoluzionato anche il nostro modo di vivere e del percepire le attività produttive, in certo modo – anche – accelerando alcuni processi che erano già in divenire da qualche anno sotto la spinta dell’evoluzione tecnologica e digitale degli ultimi due decenni».
Per Francesca Federzoni, consigliere Oice il punto è anche quello dell’investimento fatto dalle società di progettazione. «Le nostre strutture hanno molto investito, sulla scia di quanto già fatto negli anni precedenti, per rispondere alle richieste dei clienti pubblici e privati, e hanno intravisto nella modellazione elettronica anche un sistema per riorganizzare in chiave di efficienza ed efficacia le proprie strutture. Noi continueremo su questa strada anche se sta emergendo un problema rilevante di aumento dei costi che dovremo imparare a gestire in altro modo».
Nel dibattito interviene Antonio Vettese, presidente di Oice Academy, «la digitalizzazione dei processi di committenza, di progettazione, di costruzione e di manutenzione e gestione connessi con il ciclo di vita di un’opera, ormai molto avanzato nelle sue componenti tecnologiche, si avvale di ulteriori stimoli di crescita con le Linee guida per la redazione dei progetti di fattibilità tecnico-economica. L’information management ed il project management si saldano appieno e generano sinergia, almeno nelle aspettative, per conseguire i vantaggi gestionali attesi, in termini di efficacia e di efficienza nella conduzione dei progetti. Questo avviene con lo sviluppo di informazioni esaustive rispetto ai dati di progetto emessi dalla committenza, con le definizioni derivate negli sviluppi successivi, con l’attività di programmazione di controllo e di reporting. Da qui l’opportunità di declinare le linee guida – commenta Vettese – attraverso processi formativi che, con esempi applicativi ed opportuni template di guida, possano contribuire ad una loro immediata applicazione in un ambiente che, per aver trascurato, forse troppo, la crescita di sistemi gestionali di progetto efficaci, potrebbe trovarsi in possibile difficoltà nella loro interpretazione e fruizione nei tempi strettissimi del Pnrr».
In copertina: ph. ©Evgeniy Surzhan via Unsplash
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