17-12-2021 Francesca Fradelloni 3 minuti

Il primo bosco verticale di edilizia sociale al mondo è in Olanda

A Eindhoven con Stefano Boeri Architetti. Ecco il Trudo Vertical Forest

Vivere a contatto con gli alberi non è prerogativa dei ricchi ma può diventare una scelta per tutti.
Stefano Boeri

Alla fine della scheda progetto, dove c’è l’elenco dei partner ci sono i residenti. Il Trudo Vertical Forest è un’opera condivisa, “vissuta” da chi l’abiterà. Il Trudo è il primo bosco verticale di social housing del mondo. Non male come proseguo di un’idea progettuale nata dieci anni fa a Milano dalla mente dell’architetto Stefano Boeri e dal suo studio. La grande differenza è che nel capoluogo lombardo il grattacielo era (ed è) solo per pochi, in Olanda ad Eindhoven è per tutti. La tipologia architettonica che ha reso famoso nel mondo il progettista milanese, è nata per portare la sostenibilità ambientale in città. Ha permesso di vedere attraverso le foglie lo skyline di Milano, ma è stato anche un modo per cambiare la prospettiva sullo spazio urbano. «E il modo di pensare», spiega Boeri. 

L’agronoma Laura Gatti si è occupata del planting design. Tutto con un occhio particolare anche alla sostenibilità economica dell’intervento: c’è lo studio del contesto, anche climatico e le piante si scelgono ad una ad una. Le piante e gli alberi, secondo Boeri, sono i destinatari primi delle nostre architetture. Ogni bosco verticale è diverso dagli altri, cambia a seconda delle stagioni e dei contesti, a seconda della luce del sole e del punto di vista. «La cosa più bella è che l’architettura è capace di misurare il tempo», racconta l’architetto. Una torre residenziale di 19 piani (70 metri di altezza) che ospita 125 appartamenti tutti a canoni calmierati per ospitare prevalentemente utenze a basso reddito, soprattutto giovani coppie. Ogni appartamento è di piccole dimensioni, meno di 50 metri quadri, ma con la straordinaria estensione spaziale offerta da terrazze di oltre 4 metri quadri. «Ci sono 135 alberi di varie specie su tutte le sue quattro facciate e 10mila arbusti e piante di minori dimensioni. Su ogni balcone c’è un albero e 20 cespugli», racconta la Gatti. 

«Grazie all’utilizzo della prefabbricazione, alla razionalizzazione di alcune soluzioni tecniche di facciata e quindi all'ottimizzazione delle risorse, il bosco verticale di Trudo raggiunge la sostenibilità economica, imprescindibile in edifici destinati all’edilizia sociale» afferma l’architetto Francesca Cesa Bianchi, partner e direttrice del progetto dello studio Stefano Boeri Architetti.

«Nel 2017 siano stati chiamati dalla Trudo Social housing corporation, in questo quartiere incredibile, la patria della Philips, il più grande esempio europeo di rigenerazione urbana. Qui abbiamo dimostrato che vivere insieme alle piante è possibile ovunque e per tutti», ricorda Boeri. 

Ai residenti (la maggior parte di loro hanno già ricevuto la chiave della propria abitazione) le case sono state assegnate sulla base della necessità e per sorteggio. Trenta appartamenti sono stati riservati a soggetti socialmente svantaggiati, individui che hanno richiesto asilo, rifugiati politici e persone con disabilità. Possono vivere tutti con un affitto sociale calmierato (633,20 euro/mese) in uno dei luoghi più attraenti di Eindhoven e contribuiscono anche alla vita comunitaria di Strijp-S, l’area urbana che ospita un mix unico di strutture per vivere, lavorare e rilassarsi.

In copertina: Trudo Tower Eindhoven, Stefano Boeri Architetti ©Paolo Rosselli

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Francesca Fradelloni
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