12-11-2021 Francesca Fradelloni 4 minuti

Assoimmobiliare: ampliare la platea del superbonus e la rigenerazione sia anche sociale

Silvia Rovere: «Puntare su partnership pubblico-privato e maggiori semplificazioni per il settore»

Che ormai la coppia di parole inseparabili, transizione ecologica, sia affare assimilato lo dimostra l’assemblea annuale di Confindustria Assoimmobiliare. E un motivo in questo caso c’è. I processi di transizione ecologica, su cui si concentrano buona parte delle risorse del Pnrr, vedono questo settore come attore principale. «Appare evidente quindi – avverte la presidente di Assoimmobiliare Silvia Rovere – come i 57 miliardi di euro che il Pnrr mette a disposizione per la rigenerazione urbana siano insufficienti, da soli, per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni».

Il contributo degli operatori privati e il loro know-how – sottolineano dall’assemblea – è determinante per far sì che i progetti possano trovare attuazione nei tempi previsti e perché l'investimento pubblico possa divenire virtuoso moltiplicatore di quelli privati. È per questo che chiede a gran voce che la partnership pubblico-privata diventi la modalità primaria e principale con cui sviluppare gli investimenti pubblici nel nostro Paese, affinché le ingenti risorse a disposizione siano impiegate in modo efficace. «La dialettica come metodo – dice Rovere – è anche uno dei capisaldi del Progetto per Roma che abbiamo consegnato al sindaco Gualtieri e oggi all'assessore Zevi.


Ecco le proposte di Assoimmobiliare per la transizione green e per una politica strutturale per la casa.


«Come associazione, abbiamo da sempre sottolineato la volontà di essere propositivi, ed è per questo che anche in questa occasione avanziamo delle soluzioni possibili, a cominciare da un piano esteso di semplificazioni, di cui il nostro settore ha un vitale bisogno, venendo dunque alla riforma della normativa urbanistica. Oggi le operazioni di sviluppo immobiliare si realizzano in tempi talmente lunghi, a causa degli iter di approvazione, che il prodotto nuovo nasce spesso già obsoleto rispetto all’evoluzione dei bisogni degli utilizzatori finali. Lo ribadiamo con forza: la Riforma del testo dovrà necessariamente rispondere alle esigenze di flessibilità e tempestività di azione richiesto dal mercato». 

Si necessita attenzione, inoltre, su un altro importante testo di legge, quello della rigenerazione urbana, attualmente all’esame della Commissione del Senato. «Dal nostro punto di vista, sono sicuramente apprezzabili le istanze di semplificazione presenti nel testo, penso ad esempio al migliore coordinamento con le legislazioni comunali e regionali, e all’acquisizione della conformità urbanistica e edilizia degli immobili da rigenerare», precisa la Rovere. «Risultano però ancora alcuni punti critici, come il persistente ostacolo agli interventi di rigenerazione nei centri storici e sui beni vincolati, che impediscono la valorizzazione di un capitale fondamentale per il Paese. Non solo: si continua a concepire la riqualificazione urbana come una questione specifica piuttosto che come l’obiettivo naturale di tutta la nuova urbanistica, da gestire con gli strumenti ordinari». 

In questo senso, per Assoimmobiliare, la rigenerazione di singoli edifici va ampliata anche a insiemi urbani omogenei: deve premiare una rigenerazione sociale, culturale ed economica prima ancora che urbanistico-edilizia ed ambientale.


La necessità di intervento sugli edifici, inoltre, non può prescindere da un segmento centrale per la qualità dei servizi ai cittadini: la riqualificazione gli edifici pubblici.


Infatti, bisogna dire che la riqualificazione è il necessario presupposto per poter finalmente attuare gli obiettivi di digitalizzazione della Pubblica amministrazione. «Chiediamo che lo Stato agisca come asset manager del proprio enorme patrimonio immobiliare». Un accenno è stato fatto anche la nuova asset class del residenziale in locazione. Infatti, i20% degli italiani vede la soluzione dell’affitto come stabile, non vincolata alle proprie disponibilità economiche.

I temi della sostenibilità si inseriscono pienamente in questo contesto, si pensi infatti alla crescente importanza dei criteri ESG negli ultimi anni: sono divenuti ormai una necessità nelle scelte di investimento e di composizione dei portafogli della finanza di tutto il mondo occidentale.

Inoltre «con il nostro “Comitato per l’economia circolare e la transizione ecologica” con cui abbiamo redatto un policy paper strutturato, il “Real Estate Net Zero”, abbiamo formulato proposte concrete per la decarbonizzazione del patrimonio immobiliare italiano e di tutta filiera edilizia», continua la Rovere.

Proposte che nascono dall’esigenza del settore di dotarsi di una politica industriale unitaria sui temi degli investimenti immobiliari sostenibili. Un riferimento particolare è stato fatto alla questione dei bonus edilizi dedicati al rinnovamento degli edifici. «Vogliamo suggerire un cambio di passo – spiega la presidente – gli incentivi attuali sono sicuramente una spesa importante per il bilancio dello Stato e si concentrano solo su un segmento, pur importante come quello residenziale, escludendo una parte rilevantissima del patrimonio immobiliare, come gli uffici, i negozi e i centri commerciali per citarne alcuni. Chiediamo un ampliamento della platea», conclude Silvia Rovere.

In copertina: ph. ©Babak via Unsplash

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesca Fradelloni
Articoli Correlati
  • Il futuro della pianificazione urbana e territoriale, secondo il Cnappc

  • Casa: pubblico, coop e banche uniti contro l’emergenza

  • Il futuro dello Stretto, tra Ponte e ponti di relazioni e cultura

  • No all’urbanistica militare: co-pianificazione e competenze