05-08-2021 Chiara Brivio 4 minuti

Storie di piazze da Gorizia ad Aprilia, un viaggio tra le nuove proposte e realizzazioni

Come cambiano gli spazi urbani. Tra concorsi e partecipazione, per portare innovazione

Piazze aperte, simbolo di convivialità e comunità ‘a distanza di sicurezza’, e primo baluardo per la salvaguardia della socialità nel rispetto delle restrizioni imposte dalla pandemia. Ma anche luoghi storici, simboli di una ricucitura di antiche divisioni politiche e sociali. Le piazze sono tuttavia anche ambiti urbani privilegiati da cui far decollare nuovi interventi di rigenerazione urbana – si pensi, anche solo recentemente agli esempi dei concorsi per Piazzale Loreto a Milano o Piazza dei Cinquecento a Roma –, che si inseriscono nei futuri progetti di urbanistica, per rendere le città più sostenibili e quindi, più vivibili. Ed ecco che così alberi, verde e spazi pubblici diventano i nuovi must di questa trasformazione, e la mobilità dolce lentamente prende il posto delle auto e del traffico (come testimonia anche l’attività svolta in questo campo da professionisti come lo studio MIC Mobility in Chain). Senza dimenticare le zone a 30 all’ora, i percorsi ciclo-pedonali e aree giochi per bambini che permettono alle famiglie e ai cittadini di riappropriarsi della vita urbana. Una filosofia, questa, “sposata” anche dal Comune di Milano con il programma di sperimentazione “Piazze aperte”, parte del Piano periferie, che ha già contribuito a trasformare Piazza Dergano, piazza Angilberto e Porta Genova in colorati luoghi di socialità, grazie alle soluzioni prese in prestito dall’urbanistica tattica.

Piazza Transalpina. Reder ©Ban ArchitettiInnovativo e sperimentale è, per esempio, l’intervento per il recupero di piazza Comunità Europea, nel quartiere Toscanini di Aprilia, in provincia di Latina. Chiamata anche la “buca” dai residenti, la piazza era un tipico “non luogo” urbano di una periferia costruita negli anni ‘80, diventata nel tempo una discarica a cielo aperto. Grazie al progetto Prossima Apertura – che ha visto coinvolto un team interdisciplinare guidato dagli architetti del collettivo Orizzontale di Roma, lo studio Adml Architetti e Noeo, per un totale di 17 partner di diversi ambiti professionali, tra i quali l’arte urbana, la psicologia, la fotografia, i video, la comunicazione, oltre ovviamente all’architettura e all’urbanistica – e attraverso la sperimentazione del cantiere aperto e del percorso partecipato che sin da subito ha coinvolto la cittadinanza, oggi gli 8.600 mq di piazza Comunità Europea si configurano come un luogo risanato, ricucito. Un percorso, svoltosi per step, dove i residenti sono stati e sono coinvolti con attività carattere socio-culturale – come per esempio opere di pittura murale e laboratori – e con un approccio innovativo al progetto, che ha visto anche il cronoprogramma modificarsi e aggiustarsi in corso d’opera a seconda delle esigenze della comunità. Anche in questo caso è stata una competizione a permettere di selezionare la proposta più valida, nello specifico il “Concorso di idee per la riqualificazione di 10 periferie urbane” bandito nel 2016 dal Mibact e dal Cnappc, al quale ha fatto seguito un ulteriore finanziamento da parte del Mit, oggi Mims, nel 2018, arrivando a un budget totale di 1,2 milioni di euro per l’amministrazione comunale.

Frutto di un concorso di idee è anche il progetto per la riqualificazione di piazza Transalpina aGorizia/Europe Square a Nova Gorica, vinto dallo studio romano Baglivo Negrini Architetti (Ban). Una competizione bandita dal Gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect) GO tra Italia e Slovenia, nell’ambito della candidatura delle due città a capitale europea della cultura 2025. Oltre allo spazio comune tra i due centri, simbolo della divisione e poi della ritrovata unione dell’Europa, la competizione richiedeva anche la realizzazione di un museo dedicato alle vicende storiche dei dei luoghi. Una procedura semplificata quella utilizzata dal Gect Go, che prevedeva solo la presentazione di 3 tavole, e presieduta da una giuria internazionale i cui membri professionisti sono stati scelti dall’Unione internazionale degli architetti (Uia), per la quale sono state ricevute 56 candidature da 18 paesi del mondo. «Abbiamo creato una piazza scenografica, teatrale, che si muove, e che può prendere diverse configurazioni – spiega Carmelo Baglivo, cofounder dello studio – con un edificio, il museo, che è in parte ipogeo». «La piazza ha dei gradoni che si alzano e si abbassano con dei pistoni, comunque sempre ad altezze limitate – 20, 40, 60 centimetri –. Di volta in volta ci saranno gradonate o superfici piane, per sdraiarsi, oppure dei tavoli, o anche dei palchi per i concerti. È uno spazio che si trasforma, e che può accogliere varie funzioni» continua. Anche il museo è stato pensato in quest’ottica di flessibilità, con gli spazi interni divisi da pareti mobili che possono essere rimodulate, per farlo diventare «un grande vascone, un oggetto passante neutro, che si potrà anche attraversare anche in bicicletta». Il tema del concorso è stato quindi sviluppato considerando due direttrici che portano verso i centri di Gorizia e di Nova Gorica rispettivamente. «Penso che il progetto per questo luogo debba essere innovativo, perché c’è bisogno di un segnale importante – prosegue Baglivo –. È una piazza che dovrebbe essere trasversale tra paesaggio, architettura e monumento. Per noi era importante che diventasse una “piazza oggetto”». Il progetto è ora in fase di negoziazione, con consegna prevista per il 2025, quando la città diventerà capitale della cultura.

Immagine tratta dal profilo Facebook di Enzo Lattuca

Infine, è stato recentemente inaugurato a Cesena, nel quartiere Case finali, il piccolo progetto Playstation, opera dello studio Piraccini + Potente Architettura: uno spazio pubblico di gioco, antistante una piazza con attività commerciali, formato da 3 volumi aperti aventi la forma tipica delle case. Un «ribaltamento del paradigma» dei videogiochi, scrivono gli architetti, tradizionalmente associata a un’attività prevalentemente domestica e isolata dal mondo esterno e qui, invece, declinata verso l’esterno.

Immagine di copertina: Aprilia, prossima apertura. Ph. ©Nicola Barbuto

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Chiara Brivio
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