12-04-2021 Chiara Brivio 3 minuti

Non pensare ai tempi morti come inutili. Confermata l’apertura della 17. Biennale Architettura

Inaugurazione il 22 maggio, nuovi format ibridi per la manifestazione che combineranno fisico e digitale

«La pandemia ha reso la domanda How will we live together?, tema della Biennale, ancora più rilevante, forse anche ironica, visto l’isolamento che ci è stato imposto»
Hashim Sarkis

La 17. Biennale Architettura di Venezia si farà, e si farà nelle date che erano state annunciate lo scorso maggio, al culmine della pandemia da Covid 19. Confermata quindi l’apertura, fissata per il 22 maggio, e il termine del 21 novembre, «secondo dei precisi protocolli di emergenza e sicurezza sanitaria» come ha spiegato nel corso della conferenza stampa di presentazione della manifestazione Roberto Cicutto, neopresidente della Biennale succeduto a Paolo Baratta. «Non è stato un anno perso – ha sottolineato ancora, facendo riferimento allo slittamento dal 2020 al 2021 – anche se abbiamo dovuto affrontare delle gravi emergenze» e, ricordando il regista Ermanno Olmi, ha aggiunto «Non pensate che i tempi morti siano inutili, sono molto importanti per capire che cosa dovremmo fare e gli obiettivi del nostro agire».

Confermato anche il tema, How will we live together? (Come vivremo insieme?), come i 63 paesi nazionali partecipanti, con le 4 new entry di Grenada, Iraq, Uzbekistan e Repubblica dell’Azerbaijan. Cambia invece il format, molto più esteso rispetto alle passate edizioni, e che combinerà eventi in presenza con la trasmissione in digitale, come ha spiegato Hashim Sarkis, architetto libanese curatore della Biennale intervenuto alla presentazione.

«La pandemia ha reso la domanda How will we live together?, tema della Biennale, ancora più rilevante, forse anche ironica, visto l’isolamento che ci è stato imposto. Può essere una coincidenza che abbiamo scelto questa domanda alcuni mesi prima della crisi sanitaria, ma c’è un profondo collegamento tra le due cose – ha continuato –. Le stesse ragioni che hanno portato alla crisi climatica, all’incremento dei rifugiati, alla polarizzazione politica, al crescente divario razziale, sociale, etnico ed economico, hanno portato alla pandemia». «La risposta dell’architettura a queste ragioni è la tematica centrale della 17. Biennale di Architettura. L’impegno dell’architettura e il suo ruolo nella società sono sempre stati al centro della discussione» ha poi concluso.

Sette le direzioni principali in cui si estenderà la kermesse nel corso dei 6 mesi, e che presenteranno una forma ibrida dove convivranno fisico e digitale. La mostra sarà inoltre organizzata in cinque “scale” (o aree tematiche), tre allestite all’Arsenale e due al Padiglione Centrale, dai titoli Among Diverse Beings, As New Households, As Emerging Communities, Across Borders e As One Planet.

Tra le novità, forse la più importante è quella della trasmissione e condivisione con il pubblico della fase “costruttiva” dei padiglioni sulle piattaforme della Biennale. Una scelta che Sarkis si augura potrà continuare anche nelle future edizioni.

Lato pubblicazioni, al tradizionale catalogo si affiancheranno 2 nuovi prodotti editoriali: Expansions, una raccolta di saggi elaborati sul tema della manifestazione, e Co+Habitats, che raccoglierà i lavori di ricerca di diverse università nel mondo su come le comunità locali abbiano utilizzato l’architettura per migliorare la collaborazione tra cittadini. Infine, un film dove sono stati intervistati vari intellettuali sulla domanda-tema della Biennale. Ancora, le mostre satellite, degli spin off della kermesse che continueranno a girare il mondo anche dopo il termine del 22 novembre. Infine, un evento speciale curato dalla Vuslat Foundation che si concentrerà sul racconto della storia. Estesa anche la collaborazione con Biennale Danza grazie alla centralità che il tema del corpo ricoprirà in questa 17esima edizione.

Infine, Leone d’oro alla memoria a Lina Bo Bardi, per scelta dello stesso Sarkis.

Immagine di copertina: Padiglione Centrale_Photo by Andrea Avezzu_Courtesy of La Biennale di Venezia

 

 

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Chiara Brivio
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