12-04-2021 Francesca Fradelloni 4 minuti

Dal design all’energie rinnovabili, i dieci punti di forza italiani

Da Symbola “L’Italia dei 10 selfie 2021”. Realacci: «Occasione per un’economia più a misura d’uomo»

Una chiave per rivedere le stesse relazioni internazionali, dal prossimo G20, che l’Italia si sta preparando ad ospitare alla Conferenza di Glasgow, saranno infatti segnate da questa sfida comune, non solo perché è necessario, ma anche perché è un driver per far ripartire l’economia

Potremmo chiamarlo, il bello dell’Italia. Energie rinnovabili, nautica, design, legno arredo e tanto altro ancora. Ci sono più cose positive nel nostro Paese di quante molti ne vedano. Sono i dieci punti di forza messi in luce dalla Fondazione Symbola che da sempre si attiva per questa lettura puntuale del nostro territorio. Con il dossier “L’Italia dei 10 selfie 2021”, realizzato in collaborazione con Unioncamere e Assocamerestero, con il patrocinio del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e il ministero della Transizione Ecologica, si raccontano in sintesi le buone pratiche italiane, leve necessarie per affrontare la pandemia e la crisi climatica e per costruire un’economia e una società più a misura d’uomo. Senza lasciare indietro nessuno. Un’idea di futuro che si manifesta ancora più forte nei momenti di drammatica sofferenza, come questo ultimo anno.


I traumi subiti dall’Europa, dalla Brexit al virus, hanno fatto sì che questa vecchia signora, spesso dormiente, abbia tirato fuori la grinta giusta e stia progettando un domani migliore, fondato proprio sulla transizione verde.


«Un grande passo – ha sottolineato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – che ci permetterà di non farci sopraffare dagli eventi, ma di danzare nella pioggia, come amava ripetere Gandhi, come metafora di resilienza». Una chiave per rivedere le stesse relazioni internazionali, dal prossimo G20, che l’Italia si sta preparando ad ospitare alla Conferenza di Glasgow, saranno infatti segnate da questa sfida comune, non solo perché è necessario, ma anche perché è un driver per far ripartire l’economia. 

Il selfie numero uno è: campioni europei nell’economia circolare. L’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti. Con il 79,3 % di rifiuti avviati a riciclo presenta un’incidenza quasi doppia rispetto alla media europea (39,2%) e superiore agli altri grandi Paesi europei. «Siamo primi tra i grandi Paesi Ue anche per riduzione di rifiuti: 43,2 tonnellate per milione di euro prodotto, la Spagna ne produce 48,7, la Gran Bretagna 60,8, la Germania 59,5, la Francia 74,7 (media Ue 78,8)», precisa Realacci. Quindi non solo un dato di natura ambientale, ma anche un tema energetico, di rigenerazione urbana, parole che supportate da questi dati si rinvigoriscono di senso. Questi risultati sono frutto di cromosomi, non politiche statali. 
Il selfie numero due racconta come il più grande operatore nelle rinnovabili sia proprio italiano e si chiami Enel. Recentemente, anche grazie a queste scelte, ha raggiunto un nuovo record di capitalizzazione di mercato superando 90 miliardi di euro di valore, confermandosi la prima azienda nel settore utilities in Europa. Il più grande produttore di energie rinnovabili, una scelta per l’ambiente e non solo per il profitto. E la sfida verde l’ha resa un’impresa forte. Il selfie numero tre racconta il sistema delle imprese italiane con un made in Italy sempre più green. Sono oltre 432mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti (31,2% del totale) che hanno investito nel periodo 2015-2019 in prodotti e tecnologie green. In pratica quasi una su tre. Un valore in crescita rispetto al quinquennio precedente. 
Il quarto punto di forza riguarda l’export di prodotti green. Secondo uno studio dell’università di Oxford, l’Italia grazie al numero di brevetti ambientali depositati, basse emissioni di Co2 e rigorose politiche ambientali risulta al 2° posto nel mondo nel Green Complexity Index, dopo la Germania e seguita da Usa, Austria, Danimarca e Cina. L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di imprese di design con il 15,5 % sul totale Ue. Nel sesto selfie la nautica, in questo settore siamo leader per saldo commerciale, con più di 2 miliardi di dollari (2,2), davanti a Regno Unito. L’industria italiana del legno arredo è prima in Europa in economia circolare: il 93% dei pannelli truciolari prodotti in Italia è fatto di legno riciclato. Produciamo meno emissioni climalteranti degli altri grandi Paesi Ue: 26 chili di Co2 equivalenti ogni mille euro di produzione, a fronte dei 43 della Germania, dei 49 francesi, degli 79 britannici e degli oltre 200 spagnoli. Inoltre, abbiamo un’agricoltura leader in Europa per sostenibilità, con una quantità di emissioni pari a 30 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, nettamente inferiori a quelle degli altri Paesi. Per non parlare della farmaceutica e poi delle biciclette. Infatti, l’Italia è il primo esportatore europeo di due ruote per un valore complessivo di 609 milioni di euro e una crescita del 15,2% rispetto all’anno precedente. «I problemi climatici sono un’urgenza. Non sono più lontani, ma riguarderanno i nostri figli, già. Il principale obiettivo come comunità internazionale è abbassare di due gradi il riscaldamento entro il 2040. A contribuire alla decarbonizzazione ci sono sicuramente questi selfie. Ma non bastano. Dobbiamo investire ancora sulle energie rinnovabili, intervenire a livello nazionale sul ciclo dei rifiuti, tutelare la fragilità del territorio, agire in Pianura Padana, luogo tra i più inquinati d’Italia, per assicurare un miglioramento della qualità dell’aria, ma allo stesso tempo mantenere gli stessi livelli di produzione. Dobbiamo trovare strategie per arginare la forte perdita di biodiversità, è per questo che la strada della de-carbonizzazione è molto lunga. Insomma, c’è tanto da fare. E dobbiamo farlo con il sostegno della ricerca e dell’innovazione», conclude Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica.

In copertina: immagine tratta da www.symbola.net

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Francesca Fradelloni
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