Cradle to Cradle: lo standard che certifica la sostenibilità dei processi industriali diventa 4.0
Novità da luglio. Tra i criteri sicurezza, circolarità e responsabilità ambientale e sociale
Cradle to Cradle: quando i prodotti e i processi di produzione garantiscono un impatto positivo sulle persone e sul pianeta. In un mercato attento sempre di più ai temi della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare, emerge anche l’impegno di diverse industrie per una maggiore tutela degli ecosistemi e dei cicli biologici della natura, mantenendo sempre l’efficienza produttiva e rendendola “a prova di futuro”.
Questi i contenuti che guidano l’approccio Cradle to Cradle, teorizzato per la prima volta agli inizi degli anni 2000 dall’architetto William McDonough e dal chimico Michael Braungart.
Letteralmente tradotto con la formula “dalla culla alla culla” e noto con l’acronimo “C2C”, il Cradle to Cradle è oggi anche uno standard che certifica un percorso industriale attento all’ambiente, in tutto il ciclo di vita dei prodotti e delle opere.
Il Cradle to Cradle products innovation institute, organizzazione no profit con sede europea ad Amsterdam – oltre a quella di Oakland, in California – ha certificato 624 prodotti, appartenenti ai settori più disparati: automotive, materiali per l’edilizia (ad esempio in Italia Coima da alcuni anni inserisce questo approccio nel suo bilancio di sostenibilità come si può riscontrare in alcuni nuovi progetti, tra cui Pirelli 35), abbigliamento, cura personale e benessere, interior design e arredamento, imballaggi o giocattoli.
Dopo circa 10 anni di attività, la certificazione C2C si rinnova ancora e diventa 4.0, che il Cradle to Cradle products innovation institute definisce la più ambiziosa mai realizzata prima: le aziende potranno richiederla a partire dal luglio 2021, facendo valutare i propri prodotti in termini di sicurezza, circolarità e responsabilità ambientale e sociale, ottimizzando maggiormente e a lungo termine i processi industriali.
In particolare, il nuovo framework di riferimento consentirà ai marchi di intervenire su cinque aree chiave della sostenibilità: la salute dei materiali, per l’uomo e per l’ambiente; la circolarità del prodotto; l’aria pulita e la protezione del clima; la gestione responsabile del consumo di acqua e suolo; infine, l’equità sociale.
Ma anche di fare i conti con serrate tabelle di marcia per il cambiamento – dall'innovazione di prodotto alle operazioni –, di far evolvere i propri modelli di business, i sistemi e la collaborazione nell'intera catena del valore, di verificare i progressi e le prestazioni di sostenibilità e di guidare la trasformazione verso un futuro sicuro, circolare ed equo.
I primi prodotti certificati Cradle to Cradle 4.0, aderenti al programma pilota, saranno annunciati in primavera.
«Il Cradle to Cradle certified è considerato lo standard più affidabile, avanzato e scientificamente dimostrato a cui ricorrere per la progettazione e produzione di prodotti che massimizzino la salute e il benessere delle persone, ma anche del nostro pianeta – ha dichiarato Peter Templeton, presidente e ceo del Cradle to Cradle products innovation institute –. E la quarta versione di C2C certified si basa proprio su questa eredità. Infatti, dotando brand, rivenditori, designer e produttori di linee guida attuabili e best practice, si scelgono materiali più sicuri, si promuovono innovazioni significative e si creano prodotti, sistemi e modelli di business che hanno un impatto positivo sugli esseri umani e sull'ambiente, oggi ma soprattutto in un prossimo futuro», ha aggiunto Templeton.
La versione 4.0 presenta nuovi standard, migliorati in tutte le categorie di prestazioni, e normative chimiche da tenere in considerazione per lo sviluppo dei prodotti, includendo altresì una lista aggiornata di sostanze soggette a restrizioni.
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