La slow architecture di Frigerio ha trovato casa con Zamasport e nel Ferrero Technical Center
Manifattura 4.0 coniugando cultura industriale, etica e territorio
Flessibilità, sostenibilità, comfort sensoriale e connessione con il territorio: questi i concetti cardine della progettazione secondo l’architetto torinese Enrico Frigerio, promotore della cosiddetta “Slow Architecture”, definita e modellata dal contesto (culturale, sociale, ma anche ambientale) in cui viene inserita. Una progettazione narrativa, che si fa espressione di una rinnovata relazione fra tecnologia, uomo e ambiente.
Frigerio, protagonista del talk “Cultura industriale, etica e territorio: Manifattura 4.0” di Dedalo Minosse, ha raccontato nel corso dell’evento la sua filosofia architettonica, dimostrando come anche in un settore altamente serializzato – come quello manifatturiero – possano nascere edifici in grado di coniugare brand identity, etica e design.
«La risorsa umana, per lavorare bene, necessita oggi luoghi confortevoli, ha bisogno di spazi di decompressione in cui rilassarsi, ma anche di entrare in relazione con l’ambiente circostante – ha spiegato l’architetto Frigerio –. La fase più importante nella costruzione di un edificio ad uso industriale risiede nel dialogo con la committenza: cerchiamo di ottimizzare insieme l’utilizzo di ogni locale, condividiamo il “domino” che si metterà in atto per realizzare i lavori, ma soprattutto da architetti ricordiamo sempre agli imprenditori che investire in un progetto oggi significa ottimizzare quelli che sono i costi perpetui degli edifici domani, minimizzando così gli interventi manutentivi» ha aggiunto.
Ambienti di lavoro fluidi e nearly Zero Energy Building (nZEB). Tra i progetti più recenti di Frigerio Design Group c’è quello per la nuova sede di Zamasport a Novara, un’azienda italiana che opera nell’alta moda, e che negli anni ha collaborato con i più importanti brand di settore, come ad esempio Versace.
«L’idea alla base del nuovo edificio, che nei suoi 3.700 mq di superficie integra le funzioni operative con quelle di rappresentanza, era quella di far convivere artigianalità e industria, creatività e rigore produttivo, esprimendo così a tutto tondo la personalità del committente» ha raccontato l’architetto. «L’involucro esterno, ad esempio, rievoca il tessuto, riprende la morbidezza e le geometrie del materiale nel frangisole che protegge la facciata principale, interamente vetrata. E proprio questo dettaglio dà carattere al progetto: per ottenere questo effetto abbiamo sviluppato quattro moduli base che, combinati in modo sempre diverso, danno movimento alla facciata». Entrando nei dettagli, questi elementi sono stati realizzati in Krion dall’azienda ceramica Porcelanosa, sono autopulenti e fotocatalitici, e contribuiscono a massimizzare gli apporti energetici passivi dell’edificio, assorbendo contemporaneamente 13 kg di biossido di azoto per ogni metro quadro. Sempre per quanto riguarda la sostenibilità, l’intera struttura impiega fonti rinnovabili per oltre la metà del totale del suo fabbisogno energetico, usandole per il riscaldamento-raffrescamento, la ventilazione, l’acqua calda sanitaria e l’illuminazione.
Inoltre, gli spazi interni, i percorsi e tutti gli ambienti (reparto produzione compreso) sono studiati per contribuire a migliorare la qualità della vita lavorativa dei dipendenti, il cui benessere è perseguito in ogni aspetto della progettazione, dall’impiego di luce naturale, alla presenza del verde, passando per l’isolamento acustico, creando così luoghi di lavoro non solo funzionali, ma anche piacevoli e accoglienti.
Un secondo progetto, in cantiere, è quello per il Ferrero Technical Center di Alba, un edificio da oltre 14mila metri quadri che accoglierà al suo interno tutte le divisioni engineering di Ferrero. «Ferrero è un’azienda che nasce nel territorio e che vive grazie all’ecosistema del territorio; e proprio le Langhe sono state per noi l’elemento ispiratore, anche nella scelta dei colori dei pannelli sandwich in facciata» ha spiegato Frigerio, che parlando di architettura sottolinea costantemente il rapporto con la filiera. Il polo ingegneristico, di nuova costruzione e interamente sviluppato in BIM, si articola su tre livelli: al piano terra ci sono le officine, salendo in un mezzanino tecnico sono ospitati gli impianti che alimentano gli ambienti collocati al piano terra e al secondo piano, sede degli uffici – definiti dal progettista come un campo in quota antropizzato – in armonia con l’ambiente esterno».
Anche in questo caso non mancano giardini, luoghi per il relax e per la socializzazione, ma anche ambienti ariosi e luminosi, per assicurare ai lavoratori il massimo comfort. La consegna è prevista per il 2022.
In copertina: la nuova sede Zamasport, ph. © Mario Frusca, cortesia Frigerio Design Group
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