10-12-2020 Redazione 4 minuti

Il diritto al paesaggio al test delle norme e dei progetti, in dialogo con la comunità scientifica

Le sfide. Dal Piano Casa della Regione Sardegna al nuovo Kilometro Verde in Lombardia

«Un progetto dovrebbe trasmettere sempre i valori di innovazione e di sostenibilità: quando la realizzazione di un progetto porterà co-creazione, e quando sarà essa stessa un’occasione di formazione, allora si che potremo definirci davvero resilienti»
Alessandro Melis

A 20 anni dalla Convenzione europea del Paesaggio, il dibattito sul tema rimane ancora acceso, complice tra le altre notizie il nuovo “Piano casa” della Giunta regionale della Sardegna, presentato in questi giorni: legge, che dovrà essere approvata entro il prossimo 31 dicembre e che autorizzerebbe un’edificazione massiccia nell’Isola, anche nell’area costiera.

La legge nel dettaglio. In Sardegna, secondo il Piano, sono previsti bonus volumetrici nella fascia protetta dei 300 metri dalla battigia per le seconde case, fino al 30% dell'esistente, a condizione che ricadano in aree costruite prima del 1989. Le percentuali si alzano invece per gli alberghi e le strutture turistiche: aumenti fino al 50% se si trovano oltre i 300 metri dalla costa e fino al 25% se all'interno della fascia costiera, sempre se costruiti prima del 1989.
Nel disegno di legge oltre alle già citate disposizioni per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e in materia di governo del territorio, c’è spazio anche per una norma maturata con il Covid-19: consdierate le nuove regole sul distanziamento interpersonale, è consentito fino al 50% l’ampliamento delle zone comuni nelle strutture turistico-ricettive come sono le hall e gli spazi comuni.

Paesaggio e architettura: dal Sud al Nord Italia. Non è solo la questione della Sardegna a fare cronaca, nelle ultime settimane è stato svelato il concept per il cosiddetto “Kilometro Verde”, un nuovo parco logistico di prossimo insediamento nella bergamasca, tra i comuni di Caravaggio e Treviglio, per un importo totale di 200 milioni. Si parla anche di 5mila alberi, 20mila nuovi arbusti, 250mila mq di fascia verde di forestazione, tre chilometri di canali per un totale di 200mila mq di superficie verde e 765mila mq totali, di cui soltanto il 30% edificato: questi alcuni dei numeri del progetto, disegnato dagli architetti Marco Facchinetti (dello studio The blossom avenue) e Luigino Pirola (studio SAP) e sviluppato da Develog. Il Kilometro Verde si pone come un’area integrata in un importante snodo infrastrutturale – a ridosso della BreBeMi – che cambia il concetto di “logistica”. Non più dunque solo industrie e capannoni, ma un insieme di processi che ne valorizzano la componente ambientale. I tempi previsti per la realizzazione del complesso sono dell’ordine dei due anni.


Il tema del paesaggio è stato anche al centro del recente talk online “Crisi climatiche: nuovi progetti di territorio e paesaggio”, promosso da AIAPP Lombardia e dall’Ordine degli Architetti di Cremona.


L’architettura del futuro? Secondo l’architetto Alessandro Melis, curatore del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Architettura, uno dei relatori del panel di Cremona, sarà attenta al clima e in stretta relazione con la ricerca scientifica. «Parliamo spesso di città resilienti – ha ricordato il progettista – ma non dimentichiamo che la resilienza diventa un valore soltanto quando sarà in grado di rispondere alla crisi ecologica con soluzioni varie e diversificate per ogni problema. Indipendentemente dalla richiesta dei committenti, un progetto dovrebbe trasmettere sempre i valori di innovazione e di sostenibilità: quando la realizzazione di un progetto porterà co-creazione, e quando la sua realizzazione sarà essa stessa un’occasione di formazione, allora si che potremo definirci davvero resilienti. La città del futuro non ha bisogno di stravolgimenti radicali, non dobbiamo ricostruire tutto da zero, basterebbe pensare fuori dagli schemi, lavorando sul materiale urbano esistente e trasformandolo secondo usi finora non previsti» ha dichiarato.

«Il paesaggio è un diritto sancito anche all’interno della Costituzione, all’articolo 9, che riguarda specificamente la sua tutela: il termine, rispetto a parole come “protezione” o “vigilanza” conferisce un senso di sistematicità, non intende il paesaggio come qualcosa di estemporaneo e di passivo. Anzi, richiama a un’attivazione da parte di istituzioni, professionisti e cittadini per la sua conservazione. Questa definizione – ha commentato il vicesindaco di Cremona Leonardo Andrea Virgilio nel suo intervento – racchiude già un tipo di approccio differente con il quale è necessario scontrarsi nella progettazione paesaggistica, come la presenza di attori diversi, pubblici e privati, di aspetti teorici e di aspetti pratici».

Dello stesso avviso di Melis anche il paesaggista Maurizio Ori, partner dello studio O + A Ori Arienti e presidente della Commissione paesaggio del Comune di Cremona: «oggi, diventa imprescindibile per le città attenersi ai principi indicati dalla comunità scientifica internazionale, fronteggiando problemi come quelli del risparmio e del riciclo dell’acqua, del consumo di suolo, della rinaturalizzazione dei territori, della riqualificazione energetica e della decarbonizzazione» ha aggiunto.

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