28-10-2020 Francesca Fradelloni 2 minuti

Il sottosegretario Margiotta: «Il Dl semplificazioni è una legge completa»

Il dibattito aperto con gli architetti: l’articolo 10 una delle parti meno riuscite

È certo una legge imperfetta, come tante, si potrà continuare a lavorare, però la ritengo una buona legge». Sul tanto discusso Dl Semplificazioni all’attenzione dell’incontro promosso dal Cnappc, è intervenuto il sottosegretario del dicastero alle Infrastrutture e Trasporti, Salvatore Margiotta. «Ritengo riduttivo che si dica che la legge parli solo delle procedure di aggiudicazione. Sono solo gli articoli 1 e 2, che ne parlano, ce ne sono però altri 7. Infatti, la norma interviene su una serie di altre cose: il contenzioso, la sospensione dei lavori, il blocco della firma, rapporto omissione ed errore, siamo intervenuti sull’abuso d’ufficio, sul partenariato pubblico e privato, sulle procedure aggiudicative, abbiamo rivisto la soglia entro cui la soglia i progetti devono andare al consiglio superiore. Siamo intervenuti persino sulla valutazione di impatto ambientale. Prevedendo una serie di opere che dovrebbero essere fatte ogni anno. Non è vero che smontiamo e rimontiamo. Dico provocatoriamente, una delle cose che noto, che di questa legge non c’è traccia nel lavoro delle pubbliche amministrazioni. Paradossale che bisogna scrivere: “C’è una legge, applicatela!”».


«C’è il modello Genova, tutti ne hanno osannato la norma, ma c’è qualcuno che lo ha usato? Io non ho visto una gara fatta in quel modo. Quello che voglio dire è che la legge, magari, bisogna applicarla per vedere se è funzionale, prima di criticarla».


Sul regolamento, poi. «Intervenire sul Testo unico per l’edilizia può essere un modo per dare le risposte che chiedete, si possono forzare le maglie del regolamento per provare a dare alcune delle risposte che dai costruttori e progettisti arrivano. Io so che l’articolo 10 è una delle parti meno riuscite, ma il Testo unico ci può aiutare. Bisogna, però, essere costruttivi, propositivi, veloci. E a proposito di velocità, non sono d’accordo sul fallimento di Italia Veloce: non è un libro dei sogni, molte di quelle opere sono già finanziate. Bonifiche, depurazioni, edilizia scolastica, dissesto idrologico, sono tutti soldi che possiamo spendere. Io rispondo: la visione l’abbiamo. In più vi dico sulle opere. Sostengo le opere al Sud, si criticano le opere brevi e veloci, esempio la Roma-Pescara, però non esistono solo i costi e i benefici, ma esiste anche un concetto di pura democrazia, di diritti dei cittadini, di rigenerazione delle aree meridionali, il divario infrastrutturale tra Nord e Sud è una marcia fondamentale che deve avere in più il Paese».

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In copertina: foto tratta dal profilo Facebook del CNAPPC

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Francesca Fradelloni
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