30-09-2020 Paola Pierotti 3 minuti

Kike Sarasola: «Investire sulla “fiducia sanitaria” per far ripartire turismo e hospitality»

Intervista al fondatore della catena Room Mate Hotels

«A partire da metà ottobre con l'aiuto di professionisti del settore sanitario, offriremo un test rapido agli ospiti che effettuano il check-in nei nostri hotel»
Kike Sarasola

Dopo la cessione gratuita di 12 hotel e 3 edifici di appartamenti in diverse città internazionali, durante la crisi sanitaria – ad operatori del settore, anziani e vigili del fuoco (applicando e testando il protocollo Stay Safe Stay Well) –, Room Mate prosegue il suo impegno per far fronte alla crisi internazionale e si allea con Quirónprevención per diventare la prima catena alberghiera al mondo ad offrire un test Covid-19 gratuito ai suoi ospiti. «A partire da metà ottobre – racconta Kike Sarasola, fondatore del brand Room Mate Hotels –  con l'aiuto di professionisti del settore sanitario, offriremo un test rapido agli ospiti che effettuano il check-in nei nostri hotel, nonché un servizio di monitoraggio dei sintomi per tutta la durata del soggiorno, attraverso un'app. Al fine di garantire la sicurezza e la tranquillità dei nostri clienti esterni ed interni, questi test saranno forniti anche al nostro team per garantire la loro sicurezza sul posto di lavoro». 

Comfort e sicurezza per far ripartire il mercato e i viaggi. Kike, come leggi questo particolare momento, guardando la situazione del turismo nel mondo? 
Sono molto preoccupato: la gente ha paura di viaggiare e l’unico sforzo comune da fare è quello di ridare fiducia. Le grandi città sono dei focolai, prima è stata colpita l’Italia, poi la Spagna che ora è ancora stretta nella morsa del virus. La comunicazione non sta aiutando: non va sottovalutata la pandemia, ma i dati sulla mortalità vanno tenuti in considerazione. Bisogna agire per ridare fiducia: per me la “fiducia sanitaria” è il nodo per la ripartenza. Ci sono compagnie aeree che stanno investendo su test rapidi per garantire che tutti i passeggeri a bordo siano negativi, consapevoli e in sicurezza. Lo stesso approccio si dovrebbe applicare in luoghi come sono gli alberghi. 

Passato il momento di crisi legato al Covid, secondo te, si tornerà come prima o qualcosa cambierà? 
Penso proprio che si riprenderà la vita com’era, non si stravolgerà l’architettura dei luoghi dell’hospitality o del food. È vero che si stanno pensando ascensori più grandi, spazi comuni distribuiti diversamente, ma la nostra catena senza dubbio non rinuncerà alle sfide del suo format. 

Proprio in Italia state investendo molto. Obiettivi? 
L’Italia diventerà per noi la prima destinazione, più importante della Spagna. Dopo Firenze, Milano e Roma stiamo lavorando ancora a Roma e Milano per altre location, ma anche a Venezia e a Torino. Per l’area food in particolare continueremo a dialogare con partner locali, noi ci occuperemo delle camere e del rooftop. 

Quali partner per l’architettura? 
Abbiamo già lavorato con designer rinomati come Patricia Urquiola, Lázaro Rosa Violán, Tomás Alía, Lorenzo Castillo, Pascua Ortega e Teresa Sapey. Continueremo a dialogare con molti di loro con cui ci siamo trovati bene, ma contiamo di allargare anche la nostra rete. La pandemia penso sia per tutti un’opportunità per crescere. 

E le vostre iniziative non si sono arrestate nel momento di picco del Covid. Avete aperto un nuovo hotel a Madrid la scorsa primavera…
Si, l’hotel Room Mate Macarena, nel cuore della Gran vìa madrilena, con una spettacolare terrazza. È il nostro sesto hotel ricavato nell’emblematico edificio progettato da Luis Gutiérrez Soto anni ‘40. L’arredamento degli spazi e delle 130 camere è stato ideato dell’architetto di interni Tomás Alía, che è riuscito a creare un’atmosfera cosmopolita attraverso elementi all’avanguardia inseriti in una scala di colori intensa e decisa. Al nono piano, con vista sullo skyline di Madrid, una piscina e la reception.

 

immagine di copertina © Tomás Alía – Room Mate Macarena 

 

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Paola Pierotti
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