09-08-2020 Francesco Fantera 2 minuti

Architettura e design generativo, nasce l’ACPVlab e si parte dagli uffici

Ricerca e sviluppo con Citterio-Viel. Una risposta alle nuove esigenze di flessibilità

La scelta di dar vita all’ACPVlab nasce quindi con l’idea di immaginare un futuro diverso per l’ambiente costruito, partendo da un approccio olistico e puntando a generare soluzioni flessibili e pronte ad adattarsi ad un contesto in continuo mutamento.

Quando si pensa al futuro, il pensiero va immediatamente ad un mondo dominato delle macchine e dagli algoritmi dove la tecnica vince sull’inventiva e la ripetizione sull’estro. Ma c’è un processo di progettazione ancora poco sfruttato e spesso poco considerato nonostante le sue caratteristiche gli consentano di unire il dato alla creatività. Stiamo parlando del design generativo. Una tipologia interattiva già adottata in campi diversi e anche molto distanti fra loro, dall’automotive all’arte, e su cui Antonio Citterio Patricia Viel hanno deciso di puntare aprendo una nuova unità di ricerca e sviluppo interna allo studio. Si tratta dell’ACPVlab, struttura che nasce dall'esperienza del team nella progettazione di architetture, spazi pubblici, interior e nell'uso di dati. 

«Stiamo attivamente investendo in R&D per sviluppare strumenti di lavoro, ma non solo» raccontano Paolo Mazza Marco Brambilla, i partner dello studio a capo dell'ACPVlab.«Puntiamo a ripensare materiali, tecnologie costruttive e metodologie innovative al fine di migliorare la qualità della vita nelle città e negli edifici e rispondendo così alle esigenze attuali. Lo studio che stiamo al momento conducendo, ad esempio, ci permette di individuare nuovi layout per gli spazi di lavoro, luoghi che oggi più che mai necessitano di una profonda revisione. Tenendo conto della complessità e moltitudine di parametri e metodologie finora non considerati dai comuni software di progettazione sul mercato – spiegano – stiamo lavorando alla creazione di strumenti su misura, tenendo sempre al centro il benessere dell'individuo e un ridotto impatto ambientale». 

La scelta di dar vita all’ACPVlab nasce quindi con l’idea di immaginare un futuro diverso per l’ambiente costruito, partendo da un approccio olistico e puntando a generare soluzioni flessibili e pronte ad adattarsi ad un contesto in continuo mutamento. Fine ultimo resta quello di supportare l’attività dello studio, integrando le competenze già presenti con processi innovativi volti a valorizzare la metodologia del team che si è andata evolvendo in 20 anni di attività. Un periodo brevissimo se si guarda alla storia dell’architettura, ma che si pone sotto una luce diversa considerando i grandi cambiamenti prodotti dalla digitalizzazione anche nel mondo della progettazione. 

La strategia nasce dal bisogno concreto di rimanere competitivi, in particolare nel panorama internazionale, e si traduce in uno strumento costruito per garantire decine di alternative per ogni stanza di ciascun progetto. Il lavoro dell’ACPVlab si concentrerà in particolare sugli uffici, spazi che forse più di altri stanno subendo un profondo ripensamento nella loro organizzazione. Un’evoluzione che ha portato ad una trasformazione degli ambienti dapprima fortemente compartimentati, poi aperti, vedi gli open space, per passare ad un mix che vede in volumi modulari, flessibili e adattabili alle esigenze del momento, il futuro dei luoghi di lavoro. E considerando l’obiettivo di ricercare nuove soluzioni innovative, il design generativo è la soluzione che permette di trovarne decine in grado di rispondere ai parametri desiderati. Fondamentale, per governare la mole di dati ottenuti, la capacità di gestire gli algoritmi che guidano il processo creativo. Un modus operandi che promette di aumentare in modo esponenziale la velocità di progettazione tenendo in conto valori anche molto diversi fra loro come il comfort, il distanziamento fisico, la sostenibilità e l’illuminazione naturale, solo per citarne alcuni.

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Francesco Fantera
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