Rethink 2025: il Riba in campo per il design post-Covid

15-07-2020 Chiara Brivio 2 minuti

Premio di 5000 sterline. Il vincitore sarà annunciato il 27 luglio

Oggetto della call, chiamata Rethink 2025, re-immaginare la vita nel 2025 e quanto questa sarà stata modificata dalla pandemia, sia in termini di spazi che di interazioni sociali.

Il Royal Institute of Bristish Architects (Riba) – l’organizzazione professionale degli architetti del Regno Unito, che ogni anno organizza l’ambito Premio Stirling –, e il suo magazine Riba Journal, hanno aperto a studenti e architetti una competizione legata al design post-Covid, chiedendo ai professionisti di proporre nuove soluzioni per un mondo post-pandemico. 

Oggetto della call, chiamata Rethink: 2025, re-immaginare la vita nel 2025 e quanto questa sarà stata modificata dalla pandemia, sia in termini di spazi che di interazioni sociali. Inoltre, ad ogni soggetto partecipante è stato richiesto di presentare una risposta tangibile e “positiva” ad alcune, se non a tutte, le tematiche riguardanti il distanziamento sociale, l’isolamento e la condizione di lockdown, forme esistenziali con le quali ci siamo oramai abituati a convivere, e che dovranno necessariamente essere prese in considerazione dalla progettazione del futuro. Campo aperto quindi a soluzioni negli ambiti dedicati alla salute, alla densità abitativa, alla didattica a distanza, ai trasporti pubblici, ai viaggi e al rapporto tra e-commerce e negozi fisici. 

La risposta è stata «eccezionale» e le proposte giunte «generatrici di ottimismo» – questi i termini usati dagli organizzatori –, tanto che i 32 progetti che componevano la longlist sono stati suddivisi in tre categorie: corpo umano, edifici e comunità. La giuria – composta da sei personalità leader del mondo del design, dell'archietttura e intellettuali di spicco, con presidente Hugh Pearman, direttore del Riba Journal – ha proceduto a stilare un’ulteriore selezione, pubblicando il 14 luglio una shortlist con 12 finalisti (e due menzioni speciali).

Temi comuni alla dozzina sono l’accessibilità alle zone aperti degli edifici, spazi pubblici più verdi e più sicuri, e la trasformazione di uffici e negozi vacanti in luoghi di aggregazione per le comunità. Le proposte presentate spaziano da una serie di interventi di miglioramento e di rigenerazione di case e strade a partire dal caso delle terrazze di Manchester, all’aumento dello spazio dedicato all’infrastruttura pedonale e ciclabile a Londra (simile a quanto si sta attualmente facendo in alcune città italiane come Milano). Ancora, vari i progetti sul riuso di ambienti quali uffici e negozi, chiusi o inutilizzati a causa della crisi sanitaria, oltre ad edifici esistenti, per essere trasformati in scuole, orti urbani, bar, co-working, e altri, nuovi luoghi di socialità ed accoglienza destinati anche alle persone più fragili come i senza tetto. La proposta più ambiziosa? La creazione di un “green innovation network” di aree agricole nell'area metropolitana di Londra. Una call, quella di Riba, a cui hanno partecipato anche dall’Università nazionale di Ingegneria di Lima, in Perù, con l’ideazione di una nuova zona composta da coltivazioni idroponiche di frutta e verdura tra le case private e gli spazi pubblici del quartiere di Villa Maria del Triunfo.

Il vincitore, che sarà annunciato il 27 luglio, riceverà un premio di 5000 sterline, offerte da Arup, sponsor della call.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Chiara Brivio
Articoli Correlati
  • L’Agenzia del Demanio verso un futuro data driven

  • Edison Next, le Utilities come player strategici della rigenerazione urbana

  • Permasteelisa dà forma al genio architettonico di Gehry

  • Comunità energetiche rinnovabili, a Roma c’è il regolamento