Mipim 2025: l’Italia del real estate punta su innovazione e investimenti
Inaugurato il Padiglione italiano con focus su abitare, investimenti e rigenerazione urbana. Roma e Piacenza tra i casi studio
È stato inaugurato il Padiglione italiano al Mipim 2025, il principale evento internazionale dedicato al real estate, alla presenza del console generale italiano a Nizza, Emilio Lolli Ceroni e di Luigi Ferrelli, direttore dell’ufficio di Parigi di Ice Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. L’Italia si presenta con una strategia unitaria per attrarre capitali internazionali, con un’attenzione particolare alla trasformazione urbana e al Mezzogiorno. L’obiettivo è posizionare l’Italia come mercato strategico per il settore immobiliare, forte di un 2024 positivo con quasi 10 miliardi di investimenti. Tra i settori principali quello degli uffici, della logistica, del residenziale, e dell’alberghiero, uno dei grandi asset trattati durante la Conferenza italiana, coordinata da Marco Leone, senior advisor Mrics.
«Quest’anno, nell’ambito del progetto Invest in Italy, abbiamo fatto uno sforzo ulteriore, sia in termini di ampliamento della partecipazione territoriale italiana, che di proposta di approfondimenti. Questa edizione, infatti, si arricchisce con un programma di workshop tematici, a partire già da oggi», ha spiegato Luigi Ferrelli.
Il primo workshop, curato da Agenzia Ice e PPAN, ha affrontato il tema della residenzialità e della valorizzazione del patrimonio. Nel talk Andrea Tobia Zevi, assessore al Patrimonio e Politiche abitative di Roma Capitale, ha illustrato gli obiettivi della prima edizione della Rome European housing conference “All we need is home” in programma il 31 marzo e 1 aprile 2025. «La precarietà abitativa può tramutarsi in una opportunità per gli investitori. A Roma serviranno decine di migliaia di case ed è una enorme sfida per l’amministrazione – spiega Zevi –. Roma ha il 6% di case pubbliche sul totale dello stock. Abbiamo 20mila nuclei che attendono ancora una casa popolare e 40mila studenti all’anno che richiedono un alloggio, ma solo 3mila richieste vengono riconosciute. Il sindaco Gualtieri ha scelto di investire 200 milioni all’anno per costruire o acquistare edifici per l’edilizia popolare. Credo che servano tre ingredienti fondamentali: investimenti, creatività intesa come capacità di individuare soluzione concrete su come e dove rigenerare, e tempo. Nessuna città può pensare di colmare un gap così ampio senza un piano pluriennale con investimenti continui negli anni successivi. La collaborazione tra pubblico e privato, per questo, è fondamentale», conclude Zevi.
Gli fa eco Jacopo Palermo, principal expert real estate nell’area Business & Policy Impact di TEHA (The European House – Ambrosetti), che pochi mesi fa ha avviato la Community Valore Rigenerazione Urbana per esplorare le potenzialità di creazione di valore e gli impatti della rigenerazione urbana per tutta la filiera dell’immobiliare. «Abbiamo un tema di parametri sfalsati rispetto alle medie europee», spiega Palermo. «Per quanto riguarda il senior living, ad esempio c’è un 2% di offerta di capienza, contro una media europea del 5%. Per lo student housing siamo al 5-6% contro il 20% europeo. Il costo dell’housing per le famiglie è sempre maggiore, per un tema di mercato immobiliare, ma anche di consumi e patrimonio immobiliare vetusto. La domanda c’è, quindi dobbiamo trovare un business model per rendere tutte le forme del living più sostenibili, anche in termini di investimenti», conclude nel suo intervento.
Per Giuseppe Amitrano, vicepresidente di Confindustria Assoimmobiliare, il real estate è in una fase di profondo cambiamento, con le evoluzioni sociodemografiche in grado di trasformare le esigenze abitative, evidenziando le opportunità che emergono nel mercato italiano per la realizzazione di complessi residenziali, destinati anche alla locazione. «Il tema del momento è sicuramente l’emergenza casa, non solo a livello italiano ma europeo. Ogni grande città sta cercando una possibile soluzione. Milano e Roma in questi anni hanno catalizzato gli investimenti. Le città medie hanno un futuro ma per il mercato del real estate rimane decisiva la questione dimensionale e va risolto il gap infrastrutturale», precisa Amitrano.
L’esempio di Piacenza. La sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi, è intervenuta per evidenziare l’importanza strategica di una città, considerata di medie dimensioni, che può rappresentare un esempio importante di territorialità e rigenerazione. «Piacenza ha tre atenei e il Conservatorio. Nei prossimi dieci anni servono circa mille residenze, per soddisfare il bisogno di giovani e studenti. Abbiamo grandi margini di crescita per una popolazione giovane che può lavorare a Milano, ma vivere in una città a scala umana com’è Piacenza», ha concluso la sindaca.
In copertina: ©Courtesy of Comune di Piacenza

Architettura ArchitetturaChiECome Arte Città Concorsi Culto Cultura Design Energia Festival Formazione Futuro Hospitality Housing Industria Ingegneria Italiani all'estero Legge architettura Libri Masterplanning Milano Norme e regole Premi Progettazione Real estate Retail Rigenerazione Urbana Salute Scommessa Roma Scuola Sostenibilità Spazi pubblici Sport Trasporti Turismo Uffici