Roma si trasforma e rilancia, oltre la paura del cambiamento

31-01-2025 Giulia Fuselli 2 minuti

31-01-2025 Giulia Fuselli 2 minuti

Roma si trasforma e rilancia, oltre la paura del cambiamento

Tra tre mesi gli esiti del Laboratorio Roma050. Veloccia e Tocci delineano le linee del mandato Gualtieri

«All’inizio del mandato della giunta Gualtieri è stato fondamentale rimettere in moto la città, poi, è stato necessario darle una direzione, anche grazie all’introduzione di un laboratorio – il riferimento è al Laboratorio Roma050 – che coinvolgesse giovani attori allo studio della Capitale, al fine dell’elaborazione di strategie da seguire per i prossimi decenni. Così Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica e alla Città dei 15 minuti di Roma che ha aperto i lavori di “Roma Manifesto”, titolo di un numero della rivista Platform dedicata alla Capitale, sempre a Roma, a tre mesi dalla prima edizione di Platform RealEstate.

L’attività del laboratorio guidato da Stefano Boeri e illustrato da Eloisa Susanna e Matteo Constanzo, senior architects del team, sta marciando, e tra tre mesi ci saranno gli esiti. «Una linea guida seguita attorno alla costruzione del progetto è stata quella di indagare con particolare attenzione le aree considerate come periferia della città. In particolare – l’appunto dell’assessore – quelle intorno al Grande Raccordo Anulare in cui ci si può imbattere a dei quartieri caratterizzati da servizi scarsi e abusivismo».

L’assessore all’Urbanistica in questo contesto sottolinea altri due filoni fondamentali: il primo in riferimento alla valorizzazione dell’innegabile patrimonio culturale legato alla Capitale che deve essere sempre posto al centro del dibattito. Il secondo invece riguarda la questione della densità. «Roma alterna aree edificate a veri e propri vuoti. Per questo motivo è decisivo lo studio sulle micro-città – aggiunge Veloccia – e la relazione tra pubblico e privato con attenzione alla qualità del progetto».

La questione della qualità del progetto viene ripresa anche da Walter Tocci, consulente del sindaco per il progetto CArMe: «Esiste un legame sottile tra la qualità del dibattito pubblico e la qualità del progetto. Per una decina di anni abbiamo vissuto un periodo di depressione per la mancanza di opere su Roma, seguito in queste settimane da un mormorio unico dato dall’apertura della nuova piazza Pia, dalla stazione di San Giovanni, in cui persino i romani di periferia sono andati a vedere il volto nuovo della città».

«Roma, quindi, può cambiare?», «Il mio quartiere può essere trasformato?». Sono queste le domande che i romani si pongono, secondo Tocci, e che permettono di superare la paura legata al progetto. Una paura che nasce dal timore del cambiamento e delle sue implicazioni, ma che, in alcuni casi, si trasforma in un desiderio e in una speranza di miglioramento per il proprio quartiere. «Le 250 micro città individuate dal laboratorio Roma050 non possono essere lasciate a se stesse, anzi devono formare un unicum che rifletta la cultura, la socialità dei romani e della Capitale».

In copertina: Roma ©Moreno Maggi

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Giulia Fuselli
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