La crisi abitativa irrompe in Europa

20-12-2024 Chiara Brivio 4 minuti

Dieci grandi città scrivono a von der Leyen, chiedendo un ruolo maggiore nella definizione di politiche per la casa e nella gestione dei fondi comunitari

«Noi, sindaci di dieci città europee, in rappresentanza di 13,5 milioni di cittadini europei, desideriamo congratularci con voi per l’elezione del nuovo Collegio dei Commissari europei, una squadra forte che aiuterà l’Unione Europea a dare risposte complete alle molteplici sfide che si trova ad affrontare». Inizia così la lettera che i primi cittadini di alcuni delle maggiori città dell’Ue hanno inviato ieri a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.


Un appello accorato, dove l’alleanza di sindaci si rende disponibile, ma chiedendo allo stesso un maggiore ruolo, nella definizione delle politiche per la casa dell’Europa e nella gestione diretta dei fondi comunitari dedicati a questo settore.


Un tema caldissimo quello della crisi abitativa, sottolineato anche nella missiva delle città, dove però si loda la nomina del commissario Dan Jorgensen alla Casa e all’Energia e «si accoglie con grande favore la decisione di proporre un Piano europeo per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili e una piattaforma di investimenti paneuropea per gli alloggi a prezzi accessibili e sostenibili» (è di due giorni fa la notizia che è stata istituita anche una commissione speciale sulla crisi abitativa della durata di 12 mesi e formata da 33 membri).

Un segnale che la scarsità di alloggi a prezzi accessibili, l’aumento dei canoni di locazione e degli immobili sono diventati un problema comune a tutte le città europee, con conseguenze profonde e preoccupanti sia per la tenuta economica che sociale dei centri urbani.

I dieci firmatari – Jaume Collboni (Barcellona), Femke Halsema (Amsterdam), Anne Hidalgo (Parigi), Gergely Karácsony (Budapest), Carlos Moedas (Lisbona), Burkhard Jung (Lipsia) e Bruno Bernard (presidente della Metropoli di Lione), e per l’Italia Roberto Gualtieri (Roma), Matteo Lepore (Bologna) e Giuseppe Sala (Milano) – scrivono che «una delle sfide più pressanti che dobbiamo affrontare in modo rapido ed efficace è la crisi abitativa che colpisce le nostre città e regioni metropolitane» e che ha un impatto sempre più grande su «un numero crescente di gruppi sociali, in particolare i giovani, le persone sole, famiglie monoparentali e altri gruppi vulnerabili». «Questa carenza – aggiungono – è diventata particolarmente critica anche per i lavoratori chiave e le famiglie della classe media e rischia di erodere le fondamenta sociali del progetto europeo e di minare la capacità delle città di attrarre e trattenere i talenti, minacciando la loro competitività».

Oltre a evidenziare anche le implicazioni ecologiche della crisi abitativa, i rappresentati delle amministrazioni comunali sottolineano gli sforzi fatti negli ultimi anni per aumentare l’offerta di alloggi a prezzi accessibili, investendo in nuove case pubbliche, sociali e cooperative e per contenere l’aumento dei prezzi. Tuttavia, aggiungono, «molte città si trovano ancora di fronte a decisioni difficili, come quella di dare la priorità agli investimenti nella costruzione di nuovi alloggi, alla lotta contro i senzatetto o al miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio abitativo esistente».

Ecco, quindi, che la loro proposta si inserisce nella nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme «incaricato di sviluppare un’agenda ambiziosa per le città, sotto la sua guida» dove «un’agenda urbana integrata richiede il riconoscimento delle città come motori fondamentali per l’innovazione e la crescita futura. Tale agenda dell’Ue per le città deve essere rafforzata con azioni concrete per ottenere risultati tangibili nel breve termine e garantire la coesione sociale e il benessere delle nostre comunità, che a loro volta legittimeranno le istituzioni europee nei confronti dei nostri cittadini».

Tre le richieste che arrivano dai sindaci:

  • Stabilire un dialogo diretto, permanente e strutturato con le città con la nuova task force che affianca il commissario Jorgensen nell’attuazione dell’agenda per l’edilizia abitativa.

«A tal fine, noi sindaci, firmatari di questa lettera, ci proponiamo come vostro partner chiave nell’alimentare tale dialogo» scrivono.


  • In tema finanziamenti: «il lavoro della suddetta task force dovrebbe portare a prendere in considerazione le priorità e le esigenze delle città nel Piano della strategia europea per l’edilizia abitativa, e anche nella piattaforma di investimento paneuropea per l’edilizia abitativa sostenibile e a prezzi accessibili. Inoltre, questa iniziativa dovrebbe anche articolare una corsia preferenziale per le città nella concessione di fondi Ue per l’edilizia sociale e a prezzi accessibili, nonché per la lotta contro i senzatetto».
  • Infine, i sindaci sono d’accordo «con la raccomandazione di Mario Draghi secondo cui la politica di coesione post-2027 dovrebbe essere strutturata intorno a macro-sfide con un chiaro focus urbano, una delle quali incentrata sull’edilizia abitativa». Sui Fondi di coesione chiedono che «per essere agili e d’impatto, una parte dovrebbe idealmente essere direttamente destinata ai governi locali».

Un tema, quello dell’abitare, caldissimo anche nel nostro Paese e che nei mesi scorsi ha visto aprirsi un vivace dibattito, con proposte arrivate sia dal mondo dell’associazionismo (Legacoop Abitanti), sia dalle confederazioni (Confindustria), dai Comuni stessi (Roma e Milano in primis), sia dallo stesso Governo con il Piano casa, tuttavia non ancora approvato in via definitiva.

 

In copertina: Aerial view of typical buildings of Barcelona cityscape ©AdobeStock

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Chiara Brivio
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