Competenze, massa critica, mercati: il futuro delle imprese storiche

20-12-2024 Giulia Fuselli 4 minuti

In occasione della presentazione del Report Guamari, alleanza tra engineering e imprese

Oggi, le imprese italiane che lavorano per la trasformazione dell’ambiente costruito sono generalmente il frutto delle scelte di generazioni di imprenditori che si sono affermati come protagonisti dei settori delle costruzioni edili ed infrastrutturali, ma anche dell’engineering. Il tema del passaggio generazionale e dell’innovazione necessaria in questo ambito ha contraddistinto la presentazione del Report 2024 on the Italian Architecture, Engineering and Construction Industry, giunto alla sua quattordicesima edizione, promosso da Guamari sotto la regia di Aldo Norsa. Innovazione, trainata dalla capacità di cambiare e adeguarsi ai tempi, che Fabrizio Di Amato, ceo di Maire Group ha enfatizzato raccontando l’esperienza del gruppo italiano oggi leader a scala mondiale.


Innovazione e ricerca anche per trovare una via post Pnrr. Scommettendo su estero e non solo.


Con il dibattito aperto sulle sinergie necessarie all’interno della filiera, auspicando un rinnovato dialogo tra progettazione e mondo delle imprese, l’appuntamento annuale organizzato presso la sede dell’Ance a Roma ha dato la possibilità alle maggiori realtà dell’Aec (rappresentate nelle classifiche del report) di incontrarsi e scambiare idee, opinioni su criticità e opportunità. Innovazione, è stata una delle parole chiave ripresa dai rappresentanti delle società storiche e non, in particolar modo per quanto riguarda l’operatività in Italia. Paradossalmente, lavorare all’interno dei confini nazionali rappresenta una sfida anche più impegnativa del rapporto con il mercato internazionale, a causa delle politiche instabili dei governi che via via si sono succeduti, e, con specifico riferimento all’attualità da più voci è emersa la criticità legata al mancato rinnovo del decreto Aiuti nel 2025.

Tra le voci quella di Federico Ghella di Ghella spa: un’azienda di famiglia che vanta ben 130 anni di storia e rappresenta un player decisivo nell’ambiente delle costruzioni, in particolar modo in quello delle grandi opere pubbliche come metro e gallerie. «Negli ultimi tre anni abbiamo realizzato opere in Oceania, Australia e Nuova Zelanda, che coprono quasi il 50% del fatturato» chiarisce Ghella. In Italia, invece «operiamo con un fatturato tra il 20% e il 25%. Alcune opere recenti sono state trainate dal Pnrr, ma registriamo diverse lacune in termini di tempistiche. Le responsabilità derivano, dal nostro punto di vista, da una progettazione affrettata con tempi compressi in sede di gara, a cui si aggiunge il caro materiale».

Fondamentale anche il valore della sinergia espresso da Vincenzo Onorato, amministratore delegato di Vianini Lavori e di Consorzio Eteria. «Dal 2021 ho visto due storie parallele incrociarsi», ha raccontato Onorato in riferimento all’accordo tra le famiglie Caltagirone e Gavio per la costituzione del consorzio stabile. E la grande occasione è stata proprio il Pnrr, con circa 62 miliardi destinati a mobilità, infrastrutture e logistica. Sinergia che nel caso di questa storia imprenditoriale si traduce anche nella ricerca di come allineare i team gare e i team operativi, capitalizzando esperienze pregresse e trovando una via rinnovata per il futuro.

Dal 2011 presidente di Politecnica, Francesca Federzoni affronta il tema della multidisciplinarietà in rapporto all’innovazione. «Non è una moda passeggera. Per un progettista rappresenta una questione di sopravvivenza. Oggi vengono richieste competenze trasversali e responsabilità sempre più ampie. Credo che l’obiettivo debba essere quello di fornire prodotti tecnici che abbiano una complessità che integri anche aspetti sociali ed economici – ha raccontato l’ingegnere che è anche vicepresidente Oice». Multidisciplinarietà quindi come driver per nuove competenze. E Federzoni aggiunge «le giovani generazioni sono attratte da questo tipo di lavoro, dal mettersi al servizio di un’opera che funzioni davvero».

Secondo Umberto Sgambati,  presidente di Proger spa, esiste una necessità crescente di specialisti con esperienza ben consolidata. «La multidisciplinarietà è un tema centrale, ed è fondamentale ragionare su come integrarla in modo efficace – ha precisato – l’ingegnere generale deve essere un professionista con una missione multidisciplinare, capace di operare in verticale dove necessario, per far parte di una rete di partner e collaboratori». In riferimento all’attività di associazioni com’è Oice, Sgambati ha sottolineato la necessità di «capacità di pensiero e sana lobbying delle società con un fatturato sopra i 50 milioni».

Innovazione è il comune denominatore per imprese ed engineering, ma su multidisciplinarietà e specializzazione le esperienze sono diverse. Francesco Gori, fondatore di Esa engineering, sottolinea l’evoluzione del mercato e di come la loro struttura si sia ritagliata uno spazio di valore. «Dieci anni fa, Esa engineering contava 48 dipendenti e fatturava poco meno di 5 milioni, oggi la previsione è di chiudere l’anno con 46 milioni con 400 dipendenti nel mondo. Facciamo ingegneria integrata, con interventi rapidi e mirati. Siamo partiti dal retail che rimane il nostro core, “botteghe” che di fatto diventano building di un miliardo». Eccellenza e mercato che vede come elemento critico quello della ricerca di competenze. «All’estero abbiamo la richiesta di 120 assunzioni. In Italia è difficile reperire quel tipo di risorse».

Competenze che non ci sono a cui si aggiunge il tema delicato del precariato, che Gori evidenzia come elemento discriminante tra le imprese del settore, sostenendo che oggi non può essere secondario il tipo di ingaggio e di qualità del lavoro che si offre ai collaboratori e dipendenti.


Qualità del processo, digitalizzazione, ricerca e sostenibilità. Sono queste le parole che ritornano nelle esperienze dei protagonisti dell’iniziativa promossa da Guamari.


Tra le altre esperienze quella di altri fratelli come sono i fondatori di Dba Group e quella di un’altra famiglia di imprenditori delle costruzioni, sempre del Nord Est, rappresentata da Paola Carron (neovicepresidente di Confindustria Veneto Est, 60 anni di storia appena compiuti e un track record da general contractor attento alla valorizzazione immobiliare.

 

In copertina: ©maxxi

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Giulia Fuselli
Articoli Correlati
  • I 20 progetti che cambieranno l’Italia nel 2025

  • Bilancio 2024. L’architettura è (e sarà) servizio tecnico o ricerca?

  • Progetti, architetti e materiali nei libri da leggere nel 2025

  • Di Amato (Maire): Visione e competenze. Osare e uscire dalla confort zone