Le scuole del futuro sono già qui

29-11-2024 Chiara Brivio 3 minuti

Da Indire al Cnappc, scouting dei progetti di eccellenza in Italia

Se a fine Pnrr l’Italia avrà ristrutturato o ricostruito ex novo il 40% degli edifici scolastici pubblici e privati censiti dal Portale unico dei dati gestito dal ministero dell’Istruzione, come emerge dal recente monitoraggio di Ifel con Il Sole 24 Ore, ci sono alcune scuole nel nostro Paese già proiettate nel futuro. Ne è un esempio la scuola secondaria di I grado “Mattarella” di Modena, caso studio presentato negli scorsi giorni all’Interactive classroom working group (Icwg) di Bruxelles dal panel di ricerca Indire sugli ambienti di apprendimento.
Il plesso Mattarella, che fa parte dell’Istituto comprensivo Modena 3, è stato scelto per la configurazione innovativa degli spazi e, soprattutto, come si legge in una nota di Indire, per «la diversa modalità di viverli e di abitare la scuola», oltre che «sul ruolo degli spazi fisici e dell’intelligenza artificiale nel supportare un’idea di scuola che guarda al futuro nell’intento di preparare gli studenti ad affrontare un mondo che è entrato in una fase completamente nuova».


Inaugurata nel 2016 su progetto definitivo di Roberto Denti, Arteas Progetti Architetti Associati, ospita 285 studenti suddivisi in 12 classi, ed è caratterizzata dall’interazione tra ambienti fisici, metodologie didattiche, nuove tecnologie e intelligenza artificiale


Un modello educativo a 360 gradi che, grazie ad un approccio innovativo capace di mettere al centro gli studenti e le loro competenze, nello sforzo di superare standard e pratiche didattiche ormai superati, cerca di affrontare le problematiche che affliggono la scuola di oggi: la scarsa motivazione degli studenti e l’abbandono scolastico.

A livello architettonico, la flessibilità e l’adattabilità degli spazi e la progettazione partecipata, che ha coinvolto la comunità scolastica, sono stati al centro del progetto. «Questo ha influito su alcune scelte – si legge nel volume di Indire “Architetture educative” –, come la realizzazione di aule con zone interne protette da usare per creare aree di lavoro differenziato o mettere a disposizione un angolo morbido di appoggio durante l’attività didattica». Il cuore della struttura sono la piazza esterna, che si apre al quartiere, e un grande atrio interno, l’agorà, luogo primario di accoglienza progettato per ospitare attività didattiche diversificate ma anche iniziative extrascolastiche, convegni, feste, riunioni e altri eventi. L’ambiente è completato da un atelier digitale, laboratori di scienze, arte e musica, tutti spazi pensati per potenziare le competenze e stimolare la creatività. L’illuminazione naturale, l’acustica e la configurazione degli spazi e dei laboratori, che la rendono un civic center, sono altri elementi distintivi della struttura.


La visione che sottende a tutto il progetto è quella di un approccio esplorativo, che rende gli spazi adattabili a seconda delle attività da svolgere: curricolari o extracurricolari, momenti di socializzazione o di studio individuale.


Un modo per l’architettura per essere veramente al servizio di un’esperienza didattica.

Da notare anche la capacità del plesso di mettersi in luce anche nell’innovazione tecnologica, come si legge sempre in una nota di Indire: «la scuola Mattarella ha integrato l’intelligenza artificiale nel curricolo quotidiano, non solo come strumento di apprendimento, ma come parte di un approccio multidisciplinare che coinvolge scienze, letteratura, lingue straniere e altre aree formative».

L’Icwg è un gruppo di cooperazione a livello europeo che da oltre dieci anni porta avanti attività di ricerca sui temi dell’innovazione delle scuole, con particolare attenzione agli aspetti legati alle tecnologie digitali e agli spazi fisici e virtuali. Otto le best practice illustrate insieme al plesso emiliano, provenienti da altrettanti Paesi dell’Unione (oltre all’Italia, Repubblica Ceca, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Serbia, Slovenia e Svizzera).

Tra le altre iniziative in campo a livello nazionale, il 28 novembre è stata lanciata dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Cnappc) la settima edizione di “Abitare il Paese – La cultura della domanda” – La mostra dei progetti territoriali, un progetto del Consiglio nazionale insieme a Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi. L’iniziativa intende generare una nuova domanda di architettura, attraverso un’azione di co-progettazione territoriale che ha la sua origine nella scuola, considerata propulsore di rigenerazione urbana e sociale. Alla sesta edizione avevano partecipato 31 Ordini, 43 scuole, 133 architetti e 1.240 studenti.

In copertina: Scuola secondaria di I grado P. Mattarella ©Indire

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Chiara Brivio
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