Ingegneria, le società si prendono il mercato (ai professionisti solo il 7% degli importi)

23-10-2024 Maria Racioppi 7 minuti

Il 42% dei bandi (per opere sotto i 140mila euro) affidato senza gara

Due i punti chiave dal rapporto del centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (Cni) pubblicato a settembre 2024 e dedicato al monitoraggio dei bandi di progettazione nel settore dei servizi di ingegneria e architettura. In primis si evidenzia un rallentamento nel mercato della progettazione dei servizi di ingegneria e architettura che sta perdendo l’impulso fornito dal Pnrr e dai bonus edilizi. Si tratta di una “perdita” di oltre 600 milioni di euro in 2 anni sugli importi a base d’asta per servizi di ingegneria e architettura. Da maggio ad agosto 2024, le stazioni appaltanti hanno pubblicato gare per un importo a base d’asta complessivo, pari a poco più di 304 milioni di euro. «Registrare questo taglio è un dato che va analizzato e compreso bene anche con approccio predittivo» il commento di Marco Ghionna, presidente del centro studi.

Il secondo tema riguarda l’orientamento giurisprudenziale prevalente che continua a sostenere l’applicazione della legge sull’equo compenso garantendo la giusta valorizzazione del lavoro dei professionisti.


«Ribadiamo che i compensi per le attività professionali non devono essere soggetti a ribasso rispetto ai parametri normati e che il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa va applicato sulla base di valutazioni qualitative». Il commento di Domenco Perrini, presidente Cni.


«Un dato interessante da osservare è quello della distribuzione delle gare in valore assoluto. Il 36,9% di queste è in capo ai liberi professionisti, seppur con un valore economico derivato del 7,7% sul complessivo degli importi. Basta solo questo dato per comprendere quanto importante sia il lavoro dei liberi professionisti tecnici nel raggiungimento fisico degli obiettivi di sviluppo del sistema Paese» sottolinea Ghionna.

I bandi di gara per i servizi di ingegneria e architettura “tipici” – escludendo quindi accordi quadro, concorsi, gare con esecuzione e quelle relative al settore Ict – pubblicati nel secondo quadrimestre, rivelano che il 49,8% presenta un importo a base d’asta superiore a 215mila euro. Dato che sottolinea l’importanza e l’impegno nella realizzazione e nel miglioramento delle grandi opere pubbliche in Italia. Parallelamente, i bandi con importo inferiore a 140mila euro ricoprono il 42,6% del totale, soglia che consente l’affidamento diretto senza necessità di una gara formale.

Questo significa che quasi la metà dei bandi viene assegnata senza competizione, un dato significativo per comprendere la fragilità dell’equilibrio degli interessi in gioco.

Analisi dati. I risultati dell’analisi fanno emergere che all’aumentare degli importi a base d’asta diminuisce il numero di gare e l’importo aggiudicato dai liberi professionisti.

Nel dettaglio per i bandi con importo a base d’asta:

  • inferiore a 104mila euro, la quota di gare e di importi aggiudicati è il 62,5% e il 61,5%
  • compreso tra 140mila e 215mila euro, si scende al 20% sia per la quota che per gli importi aggiudicati
  • maggiore di 215mila euro la percentuale degli importi aggiudicati scende oltre l’1 per cento.

Nel secondo quadrimestre del 2024, dopo che il valore medio dei ribassi di gara è stato in calo progressivo, si è assistito ad un lieve incremento dal 21,1% del 2023 al 22,4%.

Aggiudicazioni. Dall’ indagine condotta dal centro studi Cni, in collaborazione con l’Osservatorio bandi della Fondazione Cni, ha analizzato i contenuti dei bandi di gara con l’obiettivo di rilevare eventuali anomalie, in particolare riguardanti l’equo compenso e il calcolo dell’importo a base d’asta. Su 960 bandi pubblicati nel secondo quadrimestre del 2024, 331 sono stati sottoposti a un esame più approfondito, portando all’invio di segnalazioni per 128 di questi, con richieste di modifica o sospensione. Si rileva che 46 stazioni appaltanti, al momento della stesura dell’indagine, hanno dato riscontro. Da una parte ci sono le società che aumentano l’importo lordo medio delle gare loro affidate e dall’altra c’è un calo dell’importo medio per tutte le tipologie di operatori. Osservazione che fa da contraltare alle buone notizie legate all’export ed evidenziate dall’Oice.

Due i punti chiave dal rapporto del centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (Cni) pubblicato a settembre 2024 e dedicato al monitoraggio dei bandi di progettazione nel settore dei servizi di ingegneria e architettura. In primis si evidenzia un rallentamento nel mercato della progettazione dei servizi di ingegneria e architettura che sta perdendo l’impulso fornito dal Pnrr e dai bonus edilizi. Si tratta di una “perdita” di oltre 600 milioni di euro in 2 anni sugli importi a base d’asta per servizi di ingegneria e architettura. Da maggio ad agosto 2024, le stazioni appaltanti hanno pubblicato gare per un importo a base d’asta complessivo, pari a poco più di 304 milioni di euro. «Registrare questo taglio è un dato che va analizzato e compreso bene anche con approccio predittivo» il commento di Marco Ghionna, presidente del centro studi.

Il secondo tema riguarda l’orientamento giurisprudenziale prevalente che continua a sostenere l’applicazione della legge sull’equo compenso garantendo la giusta valorizzazione del lavoro dei professionisti.

«Ribadiamo che i compensi per le attività professionali non devono essere soggetti a ribasso rispetto ai parametri normati e che il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa va applicato sulla base di valutazioni qualitative». Il commento di Domenco Perrini, presidente Cni

«Un dato interessante da osservare è quello della distribuzione delle gare in valore assoluto. Il 36,9% di queste è in capo ai liberi professionisti, seppur con un valore economico derivato del 7,7% sul complessivo degli importi. Basta solo questo dato per comprendere quanto importante sia il lavoro dei liberi professionisti tecnici nel raggiungimento fisico degli obiettivi di sviluppo del sistema Paese» sottolinea Ghionna.

I bandi di gara per i servizi di ingegneria e architettura “tipici” – escludendo quindi accordi quadro, concorsi, gare con esecuzione e quelle relative al settore Ict – pubblicati nel secondo quadrimestre, rivelano che il 49,8% presenta un importo a base d’asta superiore a 215mila euro. Dato che sottolinea l’importanza e l’impegno nella realizzazione e nel miglioramento delle grandi opere pubbliche in Italia. Parallelamente, i bandi con importo inferiore a 140mila euro ricoprono il 42,6% del totale, soglia che consente l’affidamento diretto senza necessità di una gara formale.


Questo significa che quasi la metà dei bandi viene assegnata senza competizione, un dato significativo per comprendere la fragilità dell’equilibrio degli interessi in gioco.


Analisi dati. I risultati dell’analisi fanno emergere che all’aumentare degli importi a base d’asta diminuisce il numero di gare e l’importo aggiudicato dai liberi professionisti.

Nel dettaglio per i bandi con importo a base d’asta:

  • inferiore a 104mila euro, la quota di gare e di importi aggiudicati è il 62,5% e il 61,5%
  • compreso tra 140mila e 215mila euro, si scende al 20% sia per la quota che per gli importi aggiudicati
  • maggiore di 215mila euro la percentuale degli importi aggiudicati scende oltre l’1 per cento.

Nel secondo quadrimestre del 2024, dopo che il valore medio dei ribassi di gara è stato in calo progressivo, si è assistito ad un lieve incremento dal 21,1% del 2023 al 22,4%.

Aggiudicazioni. Dall’ indagine condotta dal centro studi Cni, in collaborazione con l’Osservatorio bandi della Fondazione Cni, ha analizzato i contenuti dei bandi di gara con l’obiettivo di rilevare eventuali anomalie, in particolare riguardanti l’equo compenso e il calcolo dell’importo a base d’asta. Su 960 bandi pubblicati nel secondo quadrimestre del 2024, 331 sono stati sottoposti a un esame più approfondito, portando all’invio di segnalazioni per 128 di questi, con richieste di modifica o sospensione. Si rileva che 46 stazioni appaltanti, al momento della stesura dell’indagine, hanno dato riscontro. Da una parte ci sono le società che aumentano l’importo lordo medio delle gare loro affidate e dall’altra c’è un calo dell’importo medio per tutte le tipologie di operatori. Osservazione che fa da contraltare alle buone notizie legate all’export ed evidenziate dall’Oice.


Chi ne risente di più sono i liberi professionisti che vedono dimezzarsi l’importo medio delle gare ad essi affidati passando da 104mila a 52mila euro.


Discorso diverso è per gli ingegneri che si sono aggiudicati una gara facendo parte di una Ati o Rti (Associazione o Raggruppamento Temporaneo di Imprese) con una società, l’importo medio è rimasto sui livelli del 2023, seppur in lievissimo calo.

In sostanza i liberi professionisti si sono aggiudicati il 36,9% delle gare nel periodo tra maggio-agosto 2024, ma il solo 7,7% degli importi. La maggioranza di questi ultimi è stata aggiudicata dalle società con il 68,2% e il 44,2% delle gare.

Chi ne risente di più sono i liberi professionisti che vedono dimezzarsi l’importo medio delle gare ad essi affidati passando da 104mila a 52mila euro.

Discorso diverso è per gli ingegneri che si sono aggiudicati una gara facendo parte di una Ati o Rti (Associazione o Raggruppamento Temporaneo di Imprese) con una società, l’importo medio è rimasto sui livelli del 2023, seppur in lievissimo calo.

In sostanza i liberi professionisti si sono aggiudicati il 36,9% delle gare nel periodo tra maggio-agosto 2024, ma il solo 7,7% degli importi. La maggioranza di questi ultimi è stata aggiudicata dalle società con il 68,2% e il 44,2% delle gare.

In copertina: ©Thongdee

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Maria Racioppi
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