11-10-2024 Luigi Rucco 4 minuti

Inspiring cities: il vocabolario del futuro secondo i giovani

Per i 50 anni di Coima presentati i “sogni” degli studenti di 13 università di Roma e Milano

Le parole e i sogni degli universitari, uniti alle riflessioni degli architetti, per ripensare i modelli della città del futuro. Una città capace di ispirare luoghi di comunità e civiltà, alla luce delle nuove tendenze demografiche, ambientali, sociali e tecnologiche. Questa l’idea di Coima per festeggiare i suoi 50 anni di attività. Un anniversario celebrato con l’evento “Inspiring cities”, ospitato all’interno del futuro Villaggio Olimpico dei Giochi invernali Milano Cortina 2026, nell’area dell’ex scalo di Porta Romana a Milano, che diventerà una residenza universitaria per circa 1.700 posti letto convenzionati. Iniziativa che rappresenta l’ultimo capitolo del concorso di idee “University Hackathon for Inspiring cities”, organizzato sabato 5 ottobre in tre diverse location di Porta Nuova con la partecipazione di 13 università pubbliche e private: otto di Milano e cinque di Roma. Sogni e visioni che confluiranno nel libro edito da Skira e curato dall’architetto e professor Fulvio Irace.

«Nel pensare al nostro cinquantesimo anniversario, è stato naturale pensare ai prossimi 50 anni insieme. Abbiamo voluto chiamare a raccolta i giovani, tramite i rettori e i docenti delle più grandi università del Paese, creando una collaborazione simbolica tra Roma e Milano, per invitarli a una riflessione sulle città intese come infrastrutture sociali e ambientali fondamentali. Le parole individuate dai ragazzi mi fanno pensare ai concetti di trasversalità e connessione, che insieme alla simultaneità formano l’architrave del modello di città del futuro», ha commentato Manfredi Catella, founder e ceo di Coima.

I ragazzi delle università hanno sintetizzato i propri sogni attraverso delle parole che saranno simbolicamente appese a un albero del parco Biblioteca degli Alberi al termine del concorso di idee:

  • Comunità
  • Appartenenza
  • Sostenibilità
  • Connessioni
  • Inclusività
  • Partecipazione
  • Innovazione
  • Educazione
  • Collaborazione
  • Benessere

Inclusione e digitalizzazione. Tecnologia e innovazione sono le basi per la sfida delle città del futuro. Riuscire a superare il tradizionale concetto di spazio urbano come insieme di edifici e strade, grazie all’enorme potenziale della rielaborazione dei dati, con una capacità generativa e predittiva senza precedenti. «La crisi climatica spezza l’illusione della crescita illimitata, richiedendo una nuova epistemologia del progetto, basata sull’adattamento e sull’ inclusività.


Il futuro delle città richiede spazi di condivisione flessibili, progettati per migliorare il benessere e l’inclusione sociale


integrando tecnologia avanzata con una comprensione profonda dei ritmi e rituali urbani», ha dichiarato Patricia Viel ceo Acpv Architects Antonio Citterio Patricia Viel.

Governare le metamorfosi attraverso la multidisciplinarietà. L’ambiente gioca un ruolo cruciale nell’influenzare i comportamenti. Per questo la sfida delle megalopoli del futuro sarà quella di creare luoghi capaci di favorire la condivisione e la partecipazione, promuovendo legami e interazioni. «Scienza e tecnologia accelerano il ritmo del cambiamento, creando spesso paura e resistenze. È quindi essenziale adottare un approccio ottimista e collaborativo tra esperti di settori diversi. Progettare oggi richiede coraggio per superare le convenzioni e creare qualcosa di nuovo per le generazioni future», commenta Michele De Lucchi (Amdl Circle). Gli fa eco Cino Zucchi che sostiene che «i cambiamenti ambientali, i valori e gli stili di vita di una società in continua mutazione costituiscono un sistema la cui complessità non può avere risposte univoche e universali.


L’inerzia del territorio e delle città che ospitano le nostre vite presenti e future necessitano un pensiero capace di unire innovazione, conservazione e capacità di reciproco adattamento tra spazi esistenti e nuovi stili di vita».


Multidisciplinarietà che contraddistingue le città capaci oggi di dare ancora forma ai desideri di chi la vive, dove il collettivo prevale sui bisogni individuali. Un cambio culturale che secondo Gianni Canova, rettore dell’Università Iulm, deve partire dalla formazione perché «una città non è composta solo da urbanistica e architettura, ma deve coinvolgere filosofi, sociologi, comunicatori e tutte quelle figure capaci di fondere conoscenze e costruire una visione globale delle città».

Sostenibilità fa rima con responsabilità. Se le città diventano il palcoscenico del cambiamento e delle sfide della società contemporanea, «è necessario immaginare il futuro partendo dal futuro stesso: il ripensamento urbano parte dal paesaggio, vero driver di sviluppo e infrastruttura che alimentando il dialogo tra natura e cultura coinvolge le comunità e gli stakeholder di ogni territorio in processi partecipativi, per realizzare nuovi spazi pubblici destinati alla socialità, alla condivisione e al benessere», sottolinea Andreas Kipar dello studio Land. Un cambiamento che parte dalla presa di responsabilità di ogni singolo individuo: «dobbiamo essere consapevoli che è necessario affrontare queste nuove sfide adottando un modo di pensare, e di fare, che sia davvero trasformativo.


La complessità delle sfide attuali ci impone di affrontare i cambiamenti che vogliamo proporre alle nostre città con una visione allargata


capace di unire istanze sociali, urgenze di sostenibilità ambientale e comprensione delle identità urbane», secondo Michele Rossi di Park Associati.

«Il luogo in cui ci troviamo racconta la volontà di Milano di continuare a essere una città capace di accogliere, internazionale, innovativa, sostenibile a livello ambientale e sociale», ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala. «La riqualificazione di aree strategiche, il potenziamento della mobilità urbana, gli interventi di transizione digitale ed ecologica che stiamo realizzando ora sono le fondamenta su cui poggerà la Milano del futuro, una città che si evolve in modo policentrico, per essere sempre più a misura di cittadino».

Al termine dell’esposizione dei lavori, Ferruccio Resta, presidente della Fondazione Politecnico di Milano e della Fondazione Bruno Kessler, ha annunciato le squadre finaliste e il team vincitore dell’ Hackathon:

  1. Università Vita-Salute San Raffaele con il sogno Organism
  2. Università degli Studi di Milano con il sogno Pluralism
  3. Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” con il sogno SymbioCity

In copertina: 130 universitari chiamati a pensare le città del futuro in Porta Nuova, ©Coima

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Luigi Rucco
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