Belluno: accordo con l’Agenzia del Demanio per la rigenerazione di sei immobili pubblici

13-09-2024 Aurora Lo Casto 2 minuti

Dopo Verona, anche nella città delle Dolomiti prende il via il Piano dell’ente per la valorizzazione del patrimonio

Avviato a Belluno il “Piano città degli immobili pubblici“, un progetto volto alla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico della città, grazie all’accordo tra Agenzia del Demanio, Comune di Belluno e Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Questo strumento innovativo, secondo in Veneto dopo Verona, ma già attuato in altre città come Modena, Ascoli Piceno e Bari, punta a restituire nuova vita agli edifici storici, trasformandoli in spazi utili e accessibili per la comunità.


Il piano prevede un intervento mirato su sei immobili di rilevanza storica e architettonica della città, tre di proprietà comunale e tre statale.


Tra quelli dello Stato figurano l’ex caserma Fantuzzi, un vasto complesso militare che ospiterà la nuova sede della questura e dell’ufficio immigrazione e l’ex caserma Tasso, risalente al XVIII secolo, che diventerà sede dell’Agenzia delle entrate e della Ragioneria dello Stato. A queste si unisce il Palazzo degli Uffici Finanziari: la razionalizzazione di questo immobile, insieme a quella della Tasso, consentirà la chiusura di due locazioni passive, generando risparmi annui per circa 595mila euro.

A proposito dell’accordo siglato a Belluno, il direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme ha dichiarato: «con il Piano città individuiamo le migliori soluzioni, con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder anche investitori privati, per ridurre i costi delle pubbliche amministrazioni e, al contempo, aumentare l’efficienza degli immobili e dei servizi offerti, migliorare la loro fruibilità e accessibilità, rimuovere fattori di degrado e favorire la rigenerazione urbana».

Tra gli immobili di proprietà comunale, invece, spicca il Palazzo dei Giuristi, un edificio del 1664 che ha ospitato il museo civico e che oggi ne contiene la sezione archeologica. La scelta di restaurare questo edificio con il supporto del ministero della Cultura e della Soprintendenza evidenzia la volontà di preservare le radici culturali della città, rilanciando un polo museale che potrà diventare non solo un’attrazione turistica ma anche un centro di educazione e ricerca per i residenti. Un altro esempio significativo di questo processo di riqualificazione è l’ex Villa Sartori che verrà riconvertita in un progetto di social housing, in un’ottica di ripensamento del patrimonio storico come strumento per soddisfare bisogni attuali della popolazione. Il Comune sta anche valutando il futuro della Villa Montalban, che potrebbe ospitare una sede distaccata della facoltà di Informatica dell’Università di Verona.

Il sindaco di Belluno, Oscar De Pellegrin, ha sottolineato: «L’accordo rappresenta un passo decisivo. Da un lato, lavoriamo per mantenere viva la memoria storica della nostra città, riqualificando immobili che raccontano la nostra storia; dall’altro, guardiamo al futuro, creando spazi funzionali che rispondano alle esigenze della comunità e che promuovano una crescita sostenibile. Belluno diventa così un esempio di come la bellezza del passato possa convivere con le sfide del presente, generando nuove opportunità per il territorio».

In copertina: città di Belluno, ©Freesurf

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Aurora Lo Casto
Articoli Correlati
  • Nuovo Ospedale Pordenone, Politecnica rinnova la sanità in Friuli

  • Maximall Pompeii, apre “l’hub esperienziale” tra storia e innovazione

  • Lo stadio dell’Arezzo diventa un polo urbano multifunzionale

  • Immaginare la città di domani. Cosa potrà diventare l’attuale headquarter FS?