Città dinamiche, incerte e stratificate. Su cosa e come investire (secondo Coima)

21-11-2023 Andrea Nonni 4 minuti

21-11-2023 Andrea Nonni 4 minuti

Città dinamiche, incerte e stratificate. Su cosa e come investire (secondo Coima)

A Roma il forum. Outlook per gli investitori internazionali e la fotografia dell’impegno di Manfredi Catella

Quale è il futuro delle città? Dinamico, incerto, stratificato. È Colin Koop, design partner di SOM a mettere la lente del design sul tema delle città, e del loro futuro, in occasione del forum promosso da Coima a Roma. «Le città hanno bisogno di definire target di emissioni» per poter dare un contributo alla qualità della vita.


E ancora, «la densità è complessità, ha un costo da affrontare, e da progettista penso le cose vadano viste per livelli, per strati», Koop invita a ragionare su tema della “sezione” dei progetti per mettere a fuoco gli strati più profondi, l’impronta visibile e invisibile.


«Tutti devono insistere sul design delle sezioni delle città. Serve un altro approccio, anche modulare nella costruzione; bisogna trovare siti non usati nel cuore delle città come nel caso degli scali ferroviari, che sono parti centrali della città che verrà, e che ora non stanno ancora contribuendo come dovrebbero. Tutto per preservare il resto: l’anidride carbonica tornerà a bilanciarsi; in generale serve decarbonizzare ma anche ripristinare i paesaggi». Focus sull’istruzione, nello speech di Koop, sulle scuole per i bambini ma anche sui centri di ricerca. «Il futuro dipende dalla condivisione di cosa i cittadini di aspettano dalle città».

Coima sceglie ancora una volta la città eterna per raccontare agli investitori internazionali il ruolo e le potenzialità dell’Italia (in collegamento investitori da Asia, Europa e Medio Oriente che rappresentano 2 triliardi di euro di investimenti, dice il ceo Manfredi Catella in apertura).


E in questo contesto, Coima sgr, leader nell’investimento, sviluppo e gestione di patrimoni immobiliari per conto di investitori istituzionali, annuncia i suoi obiettivi di investimento nella transizione energetica per il triennio 2024-2026, pari a 3 miliardi di euro. E in termini di rigenerazione urbana le prospettive per Coima stimano fino a 10mila case nei prossimi 10 anni.


Oltre 3.000 posti letto negli studentati, con riferimento in particolare allo scalo di Porta Romana e all’operazione di Sesto San Giovanni. Guardando con interesse a Roma, anche in virtù dell’avvio dei grandi piani di dismissione pubblica come quelli promossi a Milano da soggetti come FS Sistemi Urbani, piuttosto che Invimit con Piazza D’Armi.

Per Coima, il riferimento in particolare è al Fondo Impact di COIMA (“COIMA ESG City Impact Fund”) che raggiungerà 1 miliardo di euro di raccolta entro fine anno. “L’Assemblea dei quotisti del Fondo ha inoltre approvato l’incremento della dimensione iniziale da 1 miliardo a 2 miliardi di euro di equity, con l’obiettivo di amplificarne il potenziale impatto economico fino a 10 miliardi – spiegano da Coima – sviluppando un moltiplicatore di impatto superiore a 4 tra coinvestimenti, partnership e finanziamenti, grazie all‘approccio scalabile ad architettura aperta”. Il fondo è partecipato da primari investitori istituzionali nazionali, fra cui Fondazione Enpam, Cassa Forense, Cassa Dottori Commercialisti, Inarcassa, BCC Credito Cooperativo, Fondazione Carioparp, Compagnia di San Paolo e la stessa Coima sgr; costituito nel 2020, si propone di contribuire alla transizione ecologica e sociale delle città italiane attraverso un’attività di investimento nel riuso edilizio a livello di edificio e nella rigenerazione urbana a scala di quartiere. Ad oggi è il primo fondo italiano di investimento chiuso con obiettivi misurabili di impatto ESG e il più grande fondo di investimento discrezionale in rigenerazione urbana mai raccolto in Italia, con oltre 800 milioni di euro di raccolta già raggiunti.

Coima ha inoltre completato per 200 milioni di euro il primo closing del nuovo fondo Coima Opportunity Fund III, dedicato alla transizione energetica e al riuso di edifici, grazie all’adesione di un primario fondo sovrano asiatico in qualità di anchor investor, che ha identificato l’iniziativa come strategica per veicolare investimenti nell’economia reale del Paese. Il fondo ha un target di raccolta di 500 milioni di euro nel 2024, con un tasso di rendimento atteso pari al 14% e una pipeline già identificata pari a oltre 1 miliardo di euro. Questo fondo, con una durata di 10 anni, si rivolge principalmente a investitori istituzionali internazionali proponendo progetti di riqualificazione urbana brown to green nei segmenti direzionale e residenziale in zone centrali delle maggiori città italiane, come Milano e Roma.

Manfredi Catella interviene dicendo che «il contesto storico e di mercato che stiamo vivendo richiede l’impegno e la coesione di molteplici attori per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica, sociale e tecnologica: investitori nazionali e sovranazionali, istituzioni e operatori del settore real asset sono chiamati a rispondere a queste istanze facendo fronte comune verso i cambiamenti dettati dai nuovi trend sociali e demografici che stanno trasformando i nostri stili di vita.


I traguardi raggiunti dai nostri veicoli di investimento dedicati alla rigenerazione urbana e al riuso edilizio confermano l’Italia come mercato strategico, 


sia per capitali nazionali sia internazionali, nell’evoluzione infrastrutturale del territorio e delle nostre città come modello di sviluppo sostenibile a livello mondiale». Fiducia sostenuta dal messaggio del sindaco Roberto Gualtieri che nella domanda di mercato, per Roma, ha citato «uffici, senior living e hotellerie di lusso, con proposte di rigenerazione». Nel dibattito anche l’intervento dell’assessore Maurizio Veloccia con l’impegno «a cambiare a fondo questa città, sia a livello strutturale che di percezione», ricordando il lavoro fatto con Regione Lazio per rendere più agile l’attività dell’amministrazione pubblica e con interventi in corso in termini di rigenerazione urbana «aspettando una legge su Roma Capitale e una legge nazionale sulla rigenerazione urbana». Veloccia torna sul tema del partenariato pubblico-privato ricordando le leve: «la quantità immensa di investimenti pubblici che stiamo usando in progetti abilitanti, nel cuore della città e nelle periferie; la collaborazione attiva, promettendo di semplificare le regole, accelerare i tempi per dare certezze al coraggio degli investitori». Nel dibattito Federico Freni sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze, che intervenendo sull’urgenza del cambiamento e della partnership tra pubblico e privato, accende i riflettori sul tema di “italianità”, auspicando l’impegno dei player del Paese, istituzionali e non.

In copertina: Porta Romana ©Alberto Fanelli

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Andrea Nonni
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