18-10-2023 Chiara Brivio 4 minuti

Da Firenze ad Agropoli: la storia del think tank milanese SuperSpatial

Un curriculum fatto di concorsi. Nel mercato anche con qualche incarico privato

I concorsi possono sicuramente essere una palestra, arricchire un portfolio e farsi conoscere anche da clienti privati, dai quali poi c’è la possibilità successivamente di ricevere commesse private, come è successo a noi
Antonio La Marca e Andrea Govi

Si sono recentemente aggiudicati il concorso per la riqualificazione del waterfront di Agropoli, battendo architetti del calibro di Massimo Pica Ciamarra e Stefano Boeri. Ma nel loro curriculum hanno anche un secondo posto per la competizione di Human Technopole a Mind (vinto da Piuarch) e quello per Palazzo Sistema della Regione Lombardia (aggiudicato a Park Associati), a Milano, oltre alla vittoria per un altro waterfront, quello di Fano. Quella di SuperSpatial, un “think tank” come si definiscono, è la storia di due compagni di università che hanno aperto il loro studio nel 2017, il giorno stesso in cui si sono laureati al Politecnico di Milano, e che hanno continuato il loro percorso, sempre insieme, da Oma a Rotterdam, fino al ritorno permanente nella città meneghina.

Antonio La Marca e Andrea Govi, entrambi classe 1992, raccontano a thebrief della recente vittoria della competizione di Agropoli, in provincia di Salerno: un importo lavori da 9 milioni di euro. «L’idea era di andare a riformulare il waterfront come uno spazio pedonale, un parco lineare che potesse riconnettere la città al mare – spiegano gli architetti –, e che allo stesso tempo proponesse un sistema di piazze, degli spazi pubblici orientati con la vista verso il castello, che riconnettessero questo ambito con il centro storico». Nella soluzione SuperSpatial queste piazze diventano quindi delle “interruzioni” sul lungomare che potranno essere animate in modo diverso nei vari momenti della giornata, trasformandosi, per esempio, in spazi per eventi, per lo sport o parchi giochi per bambini. Oltre a queste, i progettisti hanno studiato «una serie di discese, scale e scalinate pubbliche per accedere al mare» per ovviare al problema che oggi ha la città da un punto di vista topografico, ossia la divisione tra la strada e la spiaggia sottostante.

Un tema, quello dello studio dello spazio pubblico, che da sempre interessa SuperSpatial e che i progettisti hanno avuto modo di sviluppare attraverso la partecipazione a numerosi concorsi pubblici.


A noi come studio interessa molto il tema dell’architettura, del suo aspetto pubblico o del suo utilizzo da parte delle persone


– proseguono La Marca e Govi –. Anche questo waterfront non è più solo un’operazione di design. Siamo partiti dall’idea di come potesse essere utilizzato lo spazio e abbiamo cercato di creare degli spazi urbani che potessero essere percepiti come tali. Quindi, un luogo per tutte le stagioni con veri e propri punti di riferimento per la città».

Lo stesso pensiero che sottende anche ad un altro progetto, frutto della vittoria di una competizione pubblica due anni fa, che è quello del lungomare di Sassonia di Fano, nelle Marche, per il quale sono appena partiti i lavori dopo che il Comune è riuscito a stanziare i fondi tramite il Pnrr. In entrambi i casi si tratta di località turistiche che in estate riscontrano un problema di traffico e di una maggiore affluenza di persone, e per questo gli architetti hanno previsto soluzioni flessibili al variare dei flussi.

Ad oggi a SuperSpatial, con i due partner, collaborano altri quattro architetti, ma «sin dal principio l’impostazione di base è stata quella di collaborare con figure necessarie allo sviluppo dei diversi progetti. Partendo dai primi due concorsi su scuole e biblioteche a cui abbiamo partecipato, abbiamo cercato di coinvolgere professionalità che andassero un po’ fuori dal mondo dall’architettura e dell’ingegneria, per avere un approccio multidisciplinare». Da qui l’idea di chiamarsi un think tank, rispetto al classico studio di architettura, che potesse prendere in considerazione anche aspetti di ricerca e in generale di utilizzare un approccio architettonico a delle «situazioni limite». E se le scuole potrebbero rientrare in questa categoria – si pensi ai nuovi spazi educativi come quello, per esempio, firmato da Mca – Mario Cucinella Architects a San Lazzaro di Savena o il nido comunale di Aut Aut Architettura nella ex Manifattura Tabacchi di Firenze – nell’esperienza di SuperSpatial la maggior parte di questo tipo di progetti rispondono a criteri più tradizionali e meno innovativi. «ll nostro metodo, tuttavia, è quello di mettere in discussione il bando e di cercare di tirare fuori il massimo che il contesto può dare. In questo senso un waterfront può diventare uno spazio urbano, e la stessa cosa cerchiamo di farla con le scuole» rimarcano.

Ma cosa pensano della procedura concorsuale questi giovani rappresentati della nuova generazione? «È la via che permette ai giovani studi di affrontare progetti molto interessanti, di emergere e di confrontarsi con studi affermati. Noi stessi in molti concorsi dove siamo arrivati seconda fase abbiamo scoperto che avevamo lottato con team già affermati. I concorsi possono sicuramente essere una palestra, arricchire un portfolio e farsi conoscere anche da clienti privati – concludono –, dai quali poi c’è la possibilità successivamente di ricevere commesse private, come è successo a noi». Oggi il fatturato dello studio è al 50% tra privato e pubblico. Partiti da 100% pubblico, oggi sui tavoli dello studio ci sono progetti residenziali, spazi espositivi e architetture per performance, come Borgo Ognissanti realizzato all’interno di una chiesa quattrocentesca a Firenze per Officine Gullo, che da tradizionale showroom per cucine è diventato uno spazio polifunzionale per l’azienda.

Lavori futuri? Sembra che dopo il secondo posto per Palazzo Sistema sia nata una collaborazione con un committente privato milanese, ma i dettagli tuttavia sono ancora riservati.

In copertina: Agropoli, Anfiteatro ©SuperSpatial

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Chiara Brivio
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