I cittadini aspettano il Dl sulle comunità energetiche. I dati presentati da Symbola
Provvedimento ancora al vaglio della Ue. Il ministro Pichetto: «Step cruciale per l’autoconsumo di rinnovabili»
Il decreto sulle comunità energetiche è ancora in stand by. Tuttavia ne «sono il primo tifoso» perché proprio sulle Cer «giochiamo una sfida di quelle rilevanti», sulla «consapevolezza che si può fare un cambio di pensiero del modello dell’autoconsumo». A dirlo è stato venerdì 23 giugno il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto a Mantova al XXI seminario estivo di Symbola. Pichetto ha ribadito che il Dl resta «al vaglio dell’Ue, è stato mandato a febbraio. La registrazione finale è di pochi giorni fa. Gli uffici di Bruxelles sostengono che è un caso che va analizzato». Anche perché il governo italiano intende finanziarlo utilizzando fondi del Pnrr. Una Comunità energetica è un gruppo messo in piedi da organizzazioni pubbliche, imprese, attività commerciali o cittadini che si attrezzano con gli impianti necessari a generare energia rinnovabile da consumare in proprio. Caratteristica, quest’ultima, particolarmente idonea a combattere un problema tipico delle rinnovabili: il sovraccarico della rete. Per spingere questo tipo di iniziative, Pichetto ha approntato un decreto che prevede tariffa incentivata e contributo a fondo perduto per le comunità energetiche rinnovabili (Cer) nei comuni al di sotto dei 5mila abitanti, finanziato con 2,2 miliardi di euro del Pnrr. Provvedimento sul quale, appunto, si attende ancora il disco verde della Commissione europea.
La percezione dei cittadini sulle Cer. I dati sulle Cer di Fondazione Symbola, Ipsos e Gruppo Tea sono stati presentati il 23 giugno a Mantova. L’indagine ha preso in esame conoscenza, opinioni e attese di cittadini, imprese e diocesi in merito al tema. Rispetto al punto di vista dei cittadini, risulta ancora da consolidare il livello di conoscenza delle Cer: sebbene l’85 per cento circa degli intervistati ne abbia almeno sentito parlare, solo poco più del 10 afferma di conoscere bene il concetto (in linea con quanto emerso nella precedente rilevazione). In generale alte le potenzialità riconosciute allo strumento: il 65 per cento dei cittadini le considera un aiuto concreto per far fronte alla crisi energetica e all’aumento dei costi dell’energia e quota di poco inferiore, il 60 è altresì convinto del ruolo coesivo che esse possono svolgere nel rafforzare i legami di comunità tra territorio e cittadini. Tra le opportunità offerte ai partecipanti simile il percepito rispetto al 2022: principalmente risparmio economico in bolletta e garanzia di indipendenza e sicurezza energetica sul territorio. Se a preoccupare i cittadini nel 2022 erano soprattutto i lunghi tempi di realizzazione, oggi l’attenzione si sposta in primo luogo sugli investimenti che lo strumento richiede.
Rimane simile la percentuale per quanto riguarda la propensione a partecipare a una Cer: quasi il 60 per cento.
«Promuoviamo le comunità energetiche sul nostro territorio da circa un paio di anni, perché la loro diffusione contribuisce ad accelerare l’utilizzo di energie da fonti rinnovabili, favorendo la ricerca di nuove soluzioni per aumentare l’efficienza dei sistemi esistenti, e a combattere la povertà energetica – il commento del presidente di Gruppo Tea, Massimiliano Ghizzi – Attraverso la società Sei, abbiamo messo a disposizione le nostre conoscenze, offerto consulenza tecnica e supporto agli enti locali per la predisposizione dei bandi dedicati alle Cer. Soprattutto nell’ultimo anno abbiamo toccato con mano il crescente interesse nel nostro territorio, non solo da parte della Pa, ma anche e soprattutto da privati cittadini e imprese che pur in una fase di incertezza normativa si sentono pronti e desiderosi di essere protagonisti nella transizione energetica e sociale. La recente pubblicazione del documento di consultazione da parte del Gse e le dichiarazioni del ministero fanno ben sperare in una prossima uscita degli ultimi tasselli normativi. Il tempo che avremo a disposizione per la transizione non è molto ma siamo tutti pronti per fare la nostra parte in quella che è senza dubbio una vera e propria rivoluzione», ha concluso Ghizzi.
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