Riconversione green delle case, in Italia si può. Ma il problema resta l’Erp
Il rapporto Gbc sull’impatto dell'edilizia sostenibile: 9 milioni di mq certificati, di cui l’80% è ai massimi livelli
Questo Impact report alza il velo su una realtà: l’Italia non è seconda in assoluto su questo tema e cultura. Applicando quelli che internazionalmente sono chiamati protocolli energetico-ambientali e rating system, nazionali o internazionali, emerge che siamo molto capaci. Dal rapporto si vedrà che su quasi 9 milioni di mq di edilizia già certificata con questi protocolli, l’80% è ai massimi livelli di rating, che sono gold e platinum». Per Marco Mari, presidente di Green building council Italia (Gbc), è questa l’essenza del primo Impact report dell’edilizia sostenibile nel nostro Paese, presentato a Roma il 13 giugno, dal quale emerge una chiara fotografia delle alte prestazioni degli edifici certificati del Belpaese. Una dimostrazione del saper fare italiano e della sua cultura del progettare, ha sottolineato ancora Mari, mostrata nei dati di quelle imprese e istituzioni che oggi «hanno accettato la sfida della misurazione».
Ma questi successi non vanno solo letti nei numeri, devono anche saper essere comunicati, «per evitare una narrazione secondo la quale l’edilizia sostenibile è qualcosa di imposto dall’alto che potrebbe colpire le famiglie e bloccare pezzi della società – ha fatto presente nel suo intervento Nicola Irto, senatore e membro dell’ottava Commissione permanente Ambiente, Transizione Ecologica –. L’edilizia sostenibile rappresenta il futuro di un paese che vuole essere moderno e competitivo» ha aggiunto. In particolare, ha proseguito Irto, è «nell’edilizia popolare pubblica a carico dei comuni, su cui non c’è nessun intervento di riqualificazione, di rifacimento, e di miglioramento del degrado, che vivono le periferie d’Italia. Lì non è un tema di investimento privato, è una questione di intervento pubblico e del rapporto tra i vari livelli istituzionali del Paese. Come può il Parlamento aiutare un processo verso l’edilizia sostenibile? Servono norme per semplificare la vita a tutti, dalle imprese ai tecnici, ai cittadini, e serve formazione» ha poi concluso.
Edilizia popolare pubblica, ma anche scolastica, che beneficerà del miliardo di euro stanziato dal governo Meloni e che va ad aggiungersi ai fondi del Pnrr, per la messa in sicurezza e la riqualificazione dei plessi, come illustrato da Paola Frassinetti, sottosegretaria al ministero dell’Istruzione e del Merito. Tuttavia, il nodo rimane quello «dell’integrazione virtuosa tra pubblico e privato, del quale abbiamo parlato anche insieme ad Assolombarda in Lombardia, che è fondamentale per la qualità educativa delle scuole che frequentano i nostri figlii» ha spiegato Frassinetti. Dall’altra parte, «ci sono anche 136 istituti superiori in lista per essere costruiti in tempi rapidi, istituti innovativi dal punto di vista impiantistico, architettonico e strutturale – ha proseguito –. Ancora il liceo del made in Italy che verrà avviato nell’anno scolastico 2024-2025, e agli Its, per inviare indirizzi specifici su campi ecosistemi sostenibili» ha poi concluso la sottosegretaria.
Di diverso parere Federico Mollicone, presidente della settima commissione Cultura, Scienza, Istruzione che, seppur a favore del raggiungimento agli obiettivi dettati dall’Ue «con un processo di avvicinamento graduale», vede le nuove direttive approvate dal Parlamento europeo a marzo come «troppo rigide. Pongono addirittura dei vincoli individuali sulle proprietà – ha evidenziato –. Per esempio, quelle case che hanno usufruito del Superbonus rischiano di aver subito con i nuovi parametri imposti dall’Ue un intervento pressoché inutile. La transizione ecologica non deve essere frettolosa, perché il costo da pagare sarebbe troppo alto per tutta la filiera» ha chiosato.
Il report. Scopo ultimo dell’Impact report di Gbc Italia è stato quello di evidenziare come viene ridotto l’impatto degli edifici certificati su ecosistemi, energia ed emissioni, consumi e gestione idrica, impiego di materiali; ma anche come questi si allineino ai criteri di economia circolare e siano in grado di definire ambienti interni garanti di elevati standard di comfort e salubrità, migliorando così il benessere generale per gli utilizzatori.
Un campione che ha coinvolto nove milioni di mq di edifici certificati secondo i protocolli Leed-Gbc (circa 500 edifici), e altrettanti che hanno iniziato l’iter, per un totale di 19 milioni di metri quadrati dal 2008 ad oggi.
Di questi, l’80% è certificato Leed gold e platinum. In termini residenziali, equivale a 380mila persone che vivono in edifici dalle alte performance energetiche.
Sono inoltre decuplicati in dieci anni i building certificati Leed e Gbc.
Solo per citare altri dati che emergono dall’analisi, l’impatto che queste certificazioni hanno in termini di performance in fase di progettazione e costruzione parte da un dato: l’80% di questi edifici sono costruiti in aree fortemente urbanizzate, andando quindi contro il consumo di suolo e intervenendo su un efficientamento dell’esistente.
In termini di acqua, si parla di un risparmio potenziale di 123 milioni di litri di acqua potabile, sia all’interno che all’esterno dell’edificio, andando ad efficientare impianti e irrigazione. E rispetto al risparmio energetico, c’è un aumento del 50% anche rispetto ai numeri dei protocolli stessi.
Dall’altra parte, sul tema della produzione dei rifiuti di cantiere, quasi la totalità dei progetti presentati e certificati ha un progetto per la loro gestione, che porta a un riciclo di almeno del 75% degli scarti. Infine, per quello che riguarda la salubrità dell’aria, il 60% degli edifici certificati supera il livello minimo di qualità indoor richiesto dal protocollo.
In termini di impatto totale, per il 2023, si parla di 170mila tonnellate di CO2 risparmiate oltre a 1,3 miliardi di litri di acqua, quasi 325mila tonnellate di rifiuti evitate nell’ultimo decennio e 68 milioni di euro di esternalità negative risparmiati al sistema Paese ogni anno grazie al rating system elaborato da Gbc. Guardando all’orizzonte del 2030, questa cifra raggiunge i 189 milioni di euro.
Un rapporto, quello dell’associazione che raccoglie diversi attori della filiera, curato da Gbc Italia, in partnership con Usgbc (United States Green building council) Gbci e Arc Skoru, in collaborazione con The European House – Ambrosetti.
In copertina: ©Gbc Italia
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