Piacenza, la rinascita dell’ex convento di Santa Chiara affidata a Stefano Boeri
Sorgerà uno studentato e centro socioriabilitativo per soggetti fragili, 12mila mq di intervento
Con la progettazione affidata allo studio Stefano Boeri Interiors, si delinea il futuro dell’ex convento di Santa Chiara di Piacenza. Incarico diretto da parte della Fondazione di Piacenza e Vigevano proprietaria dell’immobile e che proprio negli ultimi giorni ha riaperto le porte del grande complesso del XIII secolo sullo Stradone Farnese per l’estate culturale Piacenza Summer Cult.
La nuova destinazione d’uso? Uno studentato e un centro socio-riabilitativo per soggetti fragili, immerso nella natura. Saranno gli architetti Stefano Boeri e Giorgio Donà a guidare la riconversione dell’ex convento, che ha una superficie di circa 12mila mq, di cui circa 8.500 mq di area verde. L’intervento progettuale di Stefano Boeri Interiors dovrà fare i conti con un immobile di rilevanza storica afflitto da un pesante degrado, che andrà adeguato al contesto edilizio limitrofo nonché alle specifiche istanze dell’accoglienza di giovani e persone con disabilità.
Si tratta quindi di un progetto significativo tanto dal punto di vista sociale che architettonico, che prevede la costruzione di circa 290 posti letto (250 per studenti e 40 per soggetti fragili).
Lo scopo è anche quello di restituire alla città una parte importante del suo centro, facendo risorgere il complesso in modo che diventi un luogo aperto e accessibile per i cittadini.
«Lavorare alla riqualificazione di questo bene è una sfida che accogliamo con entusiasmo. Pensare di poter trasformare una struttura oggi in rovina in uno spazio nuovo, inclusivo e vivo, è uno stimolo determinante per il nostro lavoro: vogliamo offrire a chi abiterà i nuovi spazi un ambiente innovativo, flessibile, adatto alle necessità contemporanee» dichiara l’architetto Boeri.
Da parte sua il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi dice «abbiamo scontato i ritardi dovuti al lievitare dei costi dell’edilizia. Ma il tempo necessario per rivedere i conti ci ha consentito di definire un intervento ancora migliore dal punto di vista della sua funzione sociale, al servizio di studenti e persone con disabilità, ma anche di una qualità architettonica di assoluto rilievo».
Il complesso di Santa Chiara fu edificato fuori dalle mura cittadine nel 1229, con tanto di chiesa dedicata a San Francesco, quando i Francescani ne occuparono per primi l’area. Nel 1336 divenne sede delle Clarisse. Nel 1854 Maria Luigia D’Austria sancì la nascita di un Pio Ritiro per l’accoglienza di religiose o donne in situazione di disagio con vincolo d’uso fino al 2065. Quando è stato acquisito dalla Fondazione di Piacenza nel 2004, dopo che i Padri Saveriani se ne erano andati, il complesso era “quasi” disabitato, poiché ospitava ancora le ultime occupanti del Pio ritiro, il che non ne permetteva la destinazione a diverso utilizzo. Successivamente grazie a dei cambiamenti normativi è stato possibile trasferire il vincolo a un’altra porzione di immobile, sempre di proprietà della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Melchiorre Gioia. Così nell’aprile del 2014 è arrivato il nulla osta all’iter che ha “liberato” il fabbricato, rendendo fattibile il progetto di recupero. Nel 2015 le precedenti ospiti sono state trasferite nell’edificio di Gioia. Il prossimo step? Da “rudere” a pezzo di città.
In copertina: ex convento di Santa Chiara
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