Le città si dicono pronte a decarbonizzare. Ma per farlo necessitano di fondi
All’evento Green&Blue a Roma Gualtieri e Zanchini "chiamano" governo e Ue: aiutateci nella transizione
Della transizione ecologica si parla parecchio, perché ormai è un obbligo del futuro prossimo. Come farla è un’altra questione. Serve denaro, ma anche pianificazione. E come insegnano le nubi che si vanno addensando sul Pnrr, se pure diamo per scontato il primo (il che non sempre si può fare, comunque), non è detto che altrettanto possa avvenire con la seconda. A illustrare ancora una volta il tema è Edoardo Zanchini, ex vicepresidente Legambiente e direttore Ufficio clima di Roma Capitale (ed è la prima volta che il Comune capitolino si dota di questa figura): «Grazie al Pnrr avremo quattro nuove linee di tram, scuole riqualificate, 500mila nuovi alberi piantati». Zanchini parla in Campidoglio, durante la prima giornata del Festival Green&Blue, in programma il 5 a Roma e dal 6 all’8 giugno a Milano. Una quattro giorni organizzata dal gruppo Gedi a base di incontri, conferenze, workshop con esperti e attivisti mondiali per il clima, scienziati, enti, aziende, rappresentanti di istituzioni italiane ed estere che ha esordito nella Giornata mondiale dell’ambiente. Zanchini afferma che proprio grazie ai fondi del Next Generation Eu le città potranno recuperare i ritardi accumulati nella strada verso la sostenibilità. Poi si rivolge al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che della stessa manifestazione è stato ospite in mattinata, per fargli sapere che gli enti locali dovrebbero essere coinvolti nella stesura del Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima 2030. E questo perché, insiste, «dobbiamo già capire che si fa oltre l’orizzonte del Pnrr». Pnrr a proposito del quale Zanchini menziona le polemiche di queste settimane per invocare una sinergia, nazionale e sovranazionale: «Ci serve il supporto dello Stato. E della commissione Ue, che ci ha dato l’obiettivo ma deve dare anche un supporto diretto». D’altra parte, aggiunge, problemi tecnici non ce sono più: ogni volta che a Roma si riqualifica un edificio pubblico questo viene liberato dall’utilizzo del gas, dice, e si può fare anche nel privato. E poiché il clima è già cambiato, oltre a cercare di evitare cambiamenti ulteriori e catastrofici serve un adattamento ai mutamenti già in atto. Zanchini rivendica il ruolo della Capitale all’interno delle nove Climate neutral and Smart cities italiane scelte dall’Ue, di cui alcuni rappresentanti sono in Campidoglio: Matteo Lepore, sindaco di Bologna, Giorgio Gori di Bergamo, Matteo Biffoni di Prato e Stefano Lo Russo di Torino, nonché Andrea Ragona, assessore con delega all’Urbanistica, Mobilità e Ambiente di Padova.
Ruolo centrale, quello delle città, che pur occupando solo il 2% del territorio, producono il 70% delle emissioni di gas serra.
Zanchini ripropone quello che è il suo cavallo di battaglia, affermando che il «clima è la chiave per ripensare le nostre città», perché andare verso le emissioni zero migliora anche la vita delle persone. Come? Per esempio abbassando le bollette, e rendendo i cittadini in grado di potersi spostare senza automobile. Ma la rivoluzione green non è un pranzo di gala, tantomeno un pasto gratis. Implica, al contrario, una corposa spesa pubblica per sollevare i privati dai costi della decarbonizzazione, che esistono e non sono trascurabili. «È importante avere una visione del Paese, perché come Comune non abbiamo risorse», ripete infatti Zanchini. Non a caso, poco dopo, sarà il sindaco Roberto Gualtieri a reiterare il concetto nel suo intervento: «Non abbiamo risorse per potenziare il trasporto pubblico locale: un grave pezzo mancante nelle strategie politiche attuali che limita la capacità di compiere una vera transizione energetica», affermerà il sindaco. Rassicurando, tuttavia, sul fatto che «ridurre le emissioni e non rallentare sullo sviluppo economico è possibile: basti pensare che a Roma dal 2003 a oggi siamo riusciti a tagliare le emissioni del 38% con una crescita del Pil cittadino attorno al 30%». E dunque non si dica più, sostiene il primo cittadino romano, che la sostenibilità è nemica dell’economia.
In copertina: Campidoglio, Roma. Ph. ©Rafa Garcia via Flickr
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