Metodo e cultura. Opere pubbliche e concorsi, sotto la lente dei trentenni
Intervista a Sossio De Vita, l’architetto campano che ha vinto 7 scuole con il bando Futura
Se eccezionale è stato il concorso Futura, altrettanto eccezionale avrebbe dovuto essere l’approccio allo stesso. Sossio De Vita, architetto trentenne che si è aggiudicato sette (una in più di quelle della prima graduatoria) delle 212 scuole oggetto del bando del ministero dell’Istruzione, racconta a thebrief quale è stata la sua strategia: «Conoscendo il contesto professionale e procedurale del mercato italiano ho deciso di operare analiticamente, con metodo. Quattro le riflessioni: la data di consegna prevista per il primo grado ad agosto 2022 ha scoraggiato in tanti, soprattutto quelli che non sono avvezzi al concorso di progettazione; il numero ridotto di architetti italiani impegnati nelle procedure pubbliche (considerando le opportunità legate al mercato privato anche per i bonus edilizi) ha suggerito una scarsa partecipazione (in media sette progetti per ogni scuola); il rilevante numero di procedure per aree del Paese in cui i concorsi non sono una pratica ordinaria (come la stessa Campania dove Sossio risiede e lavora, ndr) ha lasciato spazio per chi in anni recenti, coltivando una cultura procedurale pubblica, avesse l’opportunità di raccogliere nuove opportunità». Si aggiunga la concomitante pubblicazione di tanti concorsi a livello nazionale, aumentati decisamente di numero rispetto al 2021 , grazie agli investimenti del Pnrr promossi dal ministero della Coesione territoriale e dal Cnappc. Per Sossio De Vita, una reale occasione per far fronte al «difficile accesso al mercato pubblico dei servizi di progettazione».
Per le scuole del bando Futura, De Vita ha presentato 20 candidature per il primo grado, 16 sono passate al secondo. Nella classifica finale il progettista se ne è aggiudicate 5 in Campania e 2 nel Lazio. Sette prime posizioni sempre con lo stesso team di professionisti: 5 colleghi, tra i 26 e i 30 anni, «riuniti sotto la mia iniziativa – racconta il professionista campano – i migliori che per stima artistica e personale mi hanno affiancato negli ultimi anni».
Giovani professionisti che guardano con passione al mercato delle opere pubbliche. Una scelta non ordinaria che De Vita motiva parlando «della delusione da mancanza di visione e senso critico del mercato privato delle costruzioni in Italia. Non credo esista un problema di persone, ruoli o della società; la morale è un’altra: come da sempre il mercato privato è strettamente legato a quello pubblico, tanto per analogia quanto per contraddizione. L’attuale mercato pubblico italiano, incapace di perorare la qualità del progetto, è un cattivo modello per i migliori costruttori e un buon alibi per gli speculatori».
Una laurea, un percorso accademico, il dottorato di ricerca che l’architetto definisce «tutto tempo perso». Una critica aperta all’accademia evidenziando che «il progetto è scomparso dall’Università italiana» ma anche alle norme che prevedono che «una società di servizi possa essere guidata da un Amministratore delegato che può non essere un laureato tecnico». Un ambasciatore convinto del sistema dei concorsi, nonostante tutto.
«ll concorso, da sempre e ovunque – racconta De Vita a thebrief – è la maniera migliore per raggiungere la qualità. Poco edotto è chi mette in discussione l’uguaglianza “qualità = concorso”. L’ho compreso riconoscendomi negli autori che ho amato, comprendendo quanto il bene pubblico si realizzi tramite il confronto anonimo di progetti valutati da una commissione ben selezionata. Il concorso non è mai perdita di tempo, come troppi colleghi, non occupandosene, sostengono. Durante i mesi della procedura, venendo definita l’idea, si risparmiano le tempistiche di redazione dei livelli successivi di progettazione, scongiurando servizi redatti senza un concetto, con scarso disegno, affidandosi esclusivamente alle voci di capitolato. Se il progetto esiste anche fuori dal concorso, va comunque precisato che il concorso anonimo seleziona ove la discrezionalità del committente privato non può; vince il progetto, non l’autore».
De Vita ha portato a casa altre vittorie recenti, come quella per il museo archeologico di Rabacal in Portogallo e l’ex biblioteca della stazione zoologica di Napoli (il più antico acquario d’Europa superstite).
«Concorsi vinti, attualmente bloccati. Ma «ciò non è un buon motivo per pensare male dello strumento concorsuale, anzi costituisce la ragione per aumentare il dibattito sul tema e migliorare lo statuto giuridico dei disciplinari, rafforzando le tante questioni ancora deboli. Nel mio intimo, al di là delle contingenze, sono convinto siano due opere che arriveranno a realizzazione».
Tra i progetti sul tavolo dello studio avanzano invece quelli frutto di altri concorsi a Pomigliano d’Arco e Trento e la gara per l’affidamento dei servizi (Vergini Sanità e Archeolab a Napoli), in corso di svolgimento.
I plus dei concorsi? Il recente aumento delle procedure; la sempre crescente cultura concorsuale figlia del decennale investimento del Cnappc e delle piattaforme come quelle di Bologna e Milano (anche se negli ultimi mesi le piattaforme si sono moltiplicate, ndr); la recente politica ministeriale finalizzata al finanziamento delle opere pubbliche con l’adozione di concorsi (ministero dell’Istruzione e del Merito e ministero degli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione). Ma non mancano le ombre, che De Vita elenca: l’incapacità o il disinteresse da parte delle piattaforme di promozione dei concorsi ad agire in forma congiunta con univoco linguaggio e format ; la necessità di stabilire regole chiare e condivise circa la qualifica delle commissioni, dei criteri e delle procedure di valutazione; l’ossessione per il concorso in due gradi da parte del Cnappc, senza utilizzare adeguatamente il concorso in un grado e il concorso preselettivo, previsto dal Codice dei contratti; la mancanza di una diffusa pratica della pubblicazione degli esiti e dei verbali in un chiaro ed efficace report; l’incapacità o disinteresse di risoluzione, nel redigere il disciplinare, della questione dei casi in cui sussistono conflitti di interesse e cause di incompatibilità; il continuare ad esigere i requisiti speciali dal momento che non sono obbligatori, come chiarito dall’Anac; ancora, il guardare senza diffidenza al modello svizzero, a quello francese o altoatesino; il non tenere in modo ferreo insieme nell’aggiudicazione la progettazione definitiva, esecutiva e la direzione lavori; l’insistere sulla formulazione del gruppo di lavoro. La battaglia dei concorsi è ancora tutta da vincere, la strada è lunga, ma gli architetti trentenni non hanno intenzione di abbassare la guardia.
Senz’altro il concorso Futura resterà nei capitoli della letteratura sui concorsi italiani, come è stato quello dedicato alle scuole innovative. I tempi stretti imposti dal Pnrr hanno portato a spingere per l’accordo quadro, con cui Invitalia ha proposto uno schema unico per i comuni, pur rimanendo nella facoltà delle Pa l’autonomia di procedere e contrattualizzare per via diretta.
Le gare per le successive fasi saranno per molte scuole promosse tramite Invitalia che entro il 16 maggio ha raccolto 136 candidature su 212 iniziative. Si evince che il 46% delle stazioni appaltanti adotterà la via dell’appalto integrato, magari affidando il solo progetto definitivo ai vincitori del concorso. Sempre con il rischio se non si seguono le direttive di perdere i finanziamenti.
Per tutti rimane la data del 30 settembre, entro la quale vanno approvati i progetti esecutivi. Come comunica la stessa Invitalia entro quella deadline «coerente con la milestone europea, fissata dall’allegato riveduto della Decisione di esecuzione del Consiglio relativa all’approvazione del Pnrr, Invitalia si propone di aggiudicare gli accordi quadro per i lavori degli interventi inseriti nella Missione M2C3I1.1. A seguito dell’aggiudicazione potranno essere emessi gli Ordini di attivazione che – continua Invitalia – dovranno essere corredati dal progetto esecutivo verificato e validato. Pertanto, è possibile finalizzare la progettazione anche dopo l’aggiudicazione, ma si raccomanda in ogni caso di procedere con la massima urgenza».
Nel frattempo, rimane che i premi post concorso non sono ancora stati erogati ai progettisti. Ciò a causa di un ritardo, secondo indiscrezioni, da parte del Ministero dell’istruzione e del merito sulle comunicazioni sulle modalità per l’erogazione della fattura.
In copertina: recupero Barchessa Sud a Trento – 1° Premio (2023) – Vista facciata (con Architetto Damiana Treccozzi). Progetto di Sossio De Vita
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