Centrale al Foro Italico, finita l’Odissea c’è la graduatoria
Vince la cordata Frigerio Design Group-Redesco. Il bando era stato pubblicato il 3 ottobre del 2019
A più di tre anni dalla pubblicazione del bando, proprio mentre a Roma si giocano gli internazionali Bnl d’Italia di tennis, c’è la graduatoria del concorso internazionale di riqualificazione del campo centrale di tennis del Foro Italico. Prima classificata la cordata formata da Redesco progetti (mandataria), Frigerio design group (capogruppo e coordinatore del progetto e della cordata), Sti engineering, Openfabric, Claudio Manfreddo, Pierfrancesco Parisella, Michelangelo Bastiani.
Secondi si piazzano F&M ingegneria con Davide Marazzi, Sequas ingegneria, Eleonora Tomassini, Gianluigi Caravaggio. Terza la cordata composta da ApiùM2a Architects con Faces Engineering srl, Sinergo spa, i veneti Demogo (già vincitore a Roma per un altro concorso) e CZstudio con Ey Studio. Quarta quella di Rudy Ricciotti con Lamoureux & Ricciotti ingenierie, Gpa per l’ingegneria, Peluffo & partners architettura, Marcello Franceschetti e Fabrizio Plessi. In quinta posizione Pini Group con Sycamore e Soinci. In sesta Gae Engineering con i romani Alvisi Kirimoto + Partners, Flanagan Lawrence, Useful Simple Group, Atelier Ten, Lda Design Consulting, Geores Studio Tecnico Associato, Federico Fiorentini, Charcoalblue Llp e Scx Special Projects.
Infine, settimi si piazzano i tedeschi di Tilke Gmbk+co.kg e Form tl Ingenieure für Tragwerk und Leichtbau insieme a Studio Roberto Calcagni, Studio Franco Marini, Kienleplan Landschaft Städtebau Planung und Gutachten, Studio Nisi, Emanuele Giannetti, Studio di geologia ambientale Giuseppe Capponi.
Il bando era stato pubblicato il 3 ottobre del 2019. Un intervallo, se così si può dire, piuttosto ampio per decidere il vincitore. In pratica un’Odissea che solleva qualche riflessione sui bandi pubblici che richiedono tempi lunghissimi e che sono in balìa dei vari soggetti che via via intervengono nel processo. Nel caso in questione ci sono stati nel frattempo cambi di assetto in Sport e Salute, e cambiamenti politici vari; l’ultimo con le elezioni dello scorso anno e l’avvento di un nuovo ministro dello Sport. Ma a maggior ragione perché si tratta di concorsi internazionali, a giudizio di Davide Marazzi dello Studio Marazzi Architetti di Parma, arrivato secondo, servirebbe schermarli da questo genere di meccanismi, e ritardi, per «non avere ripercussioni negative di immagine. Per il bene del Paese, dell’architettura e in questo caso della storia Roma, in cui il Foro Italico è piuttosto importante». Tema cui se ne lega un altro menzionato da Marazzi: «L’ho visto stavolta e anche nel concorso per la progettazione della piscina olimpica di Taranto.
Le giurie sono composte da persone culturalmente di spessore, ma mancano gli specialisti dello sport: non c’era l’Atp, non c’era Federtennis. Ma gestione, organizzazione, sicurezza di un impianto sportivo sollevano questioni specifiche che dovrebbero essere vagliate da addetti ai lavori». Dovrebbero. Non fosse per quella che probabilmente è una delle tante “specificità” italiane.
In copertina © Carlo Bazzo
Architettura architetturaChiECome arte città concorsi culto cultura Design energia festival formazione futura hospitality housing industria Ingegneria italiani all'estero legge architettura libri masterplanning Milano Norme norme e regole Premi Progettazione real estate Regole retail rigenerazione urbana salute scommessa roma Scuola sostenibilità spazi pubblici sport trasporti turismo uffici