Record per le gare di progettazione. Quanta architettura?

13-03-2023 Paola Pierotti 4 minuti

I numeri dell’osservatorio Onsai-Cresme-Cnappc, tra concorsi, appalti integrati e accordi quadro

La volata delle opere pubbliche: dai 300 milioni di euro del 2016 ai 3 miliardi del 2022, i bandi da 2.900 a quasi 6.000. Ed ancora: boom per i concorsi di progettazione che nel 2020 erano stati 121, nel 2021 108, nel 2022 sono saliti a 511; ben 300 nei soli primi due mesi del 2023. E ancora, l’appalto integrato come procedura di aggiudicazione dei lavori passa dai 2,5 miliardi di importi in gara del 2016 a oltre 35 miliardi nel 2022, pari al 42% del mercato delle opere pubbliche (l’accelerazione dell’appalto integrato legato al Pnrr fa emergere un aumento degli affidamenti sulla base del progetto di fattibilità tecnico-economica delle opere pubbliche, lo strumento predisposto per accelerare gli interventi e adottato principalmente da Invitalia e dagli enti locali). Questi i dati della ricerca Osservatorio Servizi di Architettura e Ingegneria – Cresme presentatati nell’ambito dell’iniziativa promossa dal Consiglio nazionale degli architetti dedicata al nuovo Codice dei contratti. Ma sarà davvero una stagione di opere pubbliche con l’architettura protagonista?

Partiamo con ordine. Oltre 500 concorsi nel 2022 (oltre 200 per le nuove scuole e un centinaio nell’ambito del fondo di coesione) e già 300 negli ultimi due mesi. Con quale campagna di informazione e trasparenza? Con il crescere del numero dei bandi è nato l’appetito per nuove piattaforme, ecco che proprio in questi mesi, in aggiunta a quelle promosse da anni dall’Ordine degli Architetti di Bologna, ConcorsiArchibo, e poi quello di Milano, Concorrimi, e quella del Cnappc, è nata da qualche mese la Competition Architecture Network (Can), la nuova struttura telematica dell’Ordine di Roma; è attiva un’altra legata a DigitalPa – consolidata società di sviluppo software, supporto e consulenza per le Pa e le aziende – scelta soprattutto per quanto riguarda i bandi legati al Pnrr, ma ci sono anche tante Pa che scelgono il fai da te. Altri concorsi ancora vengono lanciati dalla piattaforma.asmecomm (di proprietà di Asmel – che sta per associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli enti locali – centrale di committenza promossa per i propri associati). Dall’Anac, alla platea del Cnappc, l’anticipazione e l’impegno per affrontare il tema e garantire informazione e accessibilità alle occasioni di progettazione.

Ma, restando sul tema dei concorsi, (argomento affrontato dal presidente Francesco Miceli e dalla vicepresidente Tiziana Campus) rimane il fatto che con il nuovo Codice (che prevede al momento il concorso ad una sola fase) «si corre il rischio di frenare l’avvio di una stagione virtuosa che, come l’esperienza insegna, può accorciare i tempi e dare certezza alla realizzazione dei lavori».

Dai dati della ricerca emerge anche che degli 83 miliardi di lavori in gara nel 2022: 53,6 miliardi riguardano le infrastrutture (reti di trasporto, idriche, rifiuti, energia e telecomunicazioni) e interventi di difesa del suolo, verde pubblico e arredo urbano; ma 30 miliardi di lavori riguardano l’edilizia pubblica sia di nuova costruzione che di riqualificazione. Dei 3,1 miliardi riguardanti le gare di progettazione nel 2022, il 69% è stato affidato mediante accordi quadro (circa 2,1 miliardi). Sempre dai dati Onsai-Cresme-Cnappc, di questi, il 45% (1,4 miliardi) riguarda bandi Invitalia per la progettazione, la direzione lavori e il collaudo di lavori pubblici Pnrr-Pnc inseriti nel Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (Pinqua), nei Piani Urbani Integrati (Pui) per ristrutturazione, manutenzione e rifunzionalizzazione ecosostenibile di strutture edilizie pubbliche esistenti, nel piano di investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale (edifici e aree naturali), tra gli investimenti della missione 6 «Salute» per la realizzazione di reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale (case della comunità e ospedali di comunità). 

«I dati della progettazione – commenta Mercedes Tascedda ricercatrice del Cresme – sono un indice della fase espansiva delle opere pubbliche che è ancor più dimostrata dai numeri eccezionali dei lavori; si tratta di una fase destinata a proseguire nel medio periodo disegnando la sfida di un salto di scala nella dotazione di risorse per la modernizzazione del Paese. Crescita a cui contribuisce significativamente il Pnrr, ma rispetto alla quale incidono anche altri programmi avviati in precedenza che hanno impiegato più tempo ad attraversare la fase di gara». Una prima accelerazione dei bandi si riscontra con l’introduzione delle semplificazioni disposte dai Dl 32/2019 e 76/2020, che porta nel triennio 2019-2021 a una media di 40 miliardi di euro di lavori messi in gara. A partire da dicembre 2021 si assiste a una seconda accelerazione dei bandi e delle aggiudicazioni, con l’avvio della fase di affidamento dei primi contratti legati al Pnrr e al Piano nazionale Complementare (Pnc). Nel 2022, il mercato registra una nuova eccezionale accelerazione, e si registra il valore record di 83 miliardi di euro di lavori messi in gara. «Siamo entrati in una nuova fase delle opere pubbliche e il ruolo della progettazione è importante».

Perché la progettazione sia di qualità, oltre il render, fino alla realizzazione dell’opera – e perché ad esempio si passi dall’“edilizia scolastica” all’“architettura scolastica” – serve l’impegno di tutti.

Ancora, considerando che i Comuni e gli enti centrali sono i principali committenti per la progettazione (e sanità, scuole, vita sociale e abitare sono i principali ambiti tematici), l’osservatorio segnala che «persistono le criticità per la gran parte delle procedure, in particolare riguardo al calcolo del corrispettivo da porre a base di gara, al mancato rispetto dell’art. 52 del R.D. 2537/1925 (prestazione non riservata a architetti per immobili storici), al mancato ricorso al concorso per la progettazione di lavori di particolare rilevanza. Infine, i primi risultati del 2023 fanno emergere una minore incidenza dei casi di affidamento al vincitore del concorso dei livelli successivi di progettazione, a motivo del sempre più frequente ricorso all’appalto integrato sulla base del Pfte».

Leggi anche Busia (Anac): La progettazione è il primo tassello della qualità.

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Paola Pierotti
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