22-06-2021 Chiara Brivio 4 minuti

Il nuovo campus del Politecnico, Mattarella: «Un nuovo inizio per l’Italia»

Il complesso, inaugurato a Milano dal presidente della Repubblica, è un progetto nato da un’idea dell’architetto Renzo Piano poi sviluppata da Ottavio Di Blasi di ODB&Partners

«In 3 anni abbiamo finanziato il progetto, avviato la gara e assegnato 120 milioni di euro in opere, nonostante le non poche difficoltà di questo periodo»

Ferruccio Resta

«Questo campus proietta l’immagine di questo ateneo verso il futuro, in sintonia con il momento che il nostro Paese sta attraversando, di un nuovo inizio, e non di ritorno alle condizioni pre-pandemia», così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella presente all’inaugurazione, insieme alla ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, e al governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana, del nuovo campus di architettura del Politecnico di Milano.

Uno spazio alberato di 9mila metri quadrati, ai quali si aggiungono 4.200 metri quadrati di nuovi edifici, nato da un’idea di Renzo Piano poi donata all’ateneo e sviluppata da Ottavio Di Blasi – ODB&Partners. «Il compito delle università è di suscitare la capacità di elaborare e affrontare il futuro, e questo ateneo si presenta attrezzato per questo obiettivo» ha poi concluso il Presidente, facendo riferimento anche alle parole del senatore a vita e architetto genovese, intervenuto all’evento con un discorso sulle idee e sulla trasmissione del sapere tra le generazioni, ricordando che «se l’arte è una rapina, la conoscenza è un furto costante nel corso del tempo». «Non ci sono opere di architettura che non siano opere corali – ha dichiarato Piano, facendo riferimento al team che ha lavorato al progetto, nel quale figura anche il paesaggista Francesco Giorgetta che ha curato la piantumazione dei 130 alberi del campus –. Questa è un’opera di rammendo, che non è una cosa semplice, ma delicata. Da anni questo luogo aspettava qualcuno che venisse a salvarlo».

E il campus si configura come un vero e proprio intervento di ricucitura urbana, con un parco che mette in comunicazione il parco Ponzio con il sistema verde di piazza Leonardo da Vinci, e che comprenderà laboratori, aule polifunzionali, spazi per la didattica e la nuova aula magna. E ricucitura è il termine scelto anche dal sindaco di Milano Giuseppe Sala e dal rettore Ferruccio Resta per caratterizzare l’intervento, e che è solo l’ultimo di una serie di progetti sviluppati dall’ateneo con il Comune, tra i quali figura anche l’area di Bovisa Goccia, «dove nei prossimi anni sorgerà un polo dell’innovazione tecnologia che potrà competere con quello dei grandi atenei europei» ha detto Resta. Un segnale forte da parte della città, duramente colpita dalla pandemia, che riparte anche da nuovi spazi di ricerca, innovazione e progettualità. «Il verde, la cultura e l'università sono al centro della rigenerazione urbana di Milano» ha infatti sottolineato anche il primo cittadino, riferendosi al ruolo che il Politecnico, 142esimo ateneo a livello internazionale e primo in Italia, ha come luogo di attrazione di conoscenza nel campo del design, dell’architettura e dell’ingegneria.

Il nuovo campus. Un progetto iniziato nel 2017, con le demolizioni parziali che hanno preso il via nel marzo del 2018, inaugurato dopo due anni, tenendo conto dello stop dovuto al Covid. «In 3 anni abbiamo finanziato il progetto, avviato la gara e assegnato 120 milioni di euro in opere, nonostante le non poche difficoltà di questo periodo» ha spiegato il rettore, sottolineando come prima in questo sito ci fosse solo un grande parcheggio.

«La volontà era quella di allargare sempre di più la dimensione orizzontale, il rapporto tra l’interno e l’esterno. La grande esigenza degli studenti era quella di avere spazio, perché la facoltà di architettura che si era venuta a creare negli anni, pezzo dopo pezzo, era ingolfata di volumi senza un’identità precisa» spiega Ottavio Di Blasi (già partner di Renzo Piano nell’operazione per la riqualificazione della stazione di Sesto San Giovanni). Nuovi edifici nei quali domina la luce, grazie alle ampie vetrate che li caratterizzano. «In questo panorama – continua – gli edifici storici della Nave e del Trifoglio di Gio Ponti erano un po’ soffocati. Abbiamo quindi fatto delle demolizioni selettive dei manufatti meno importanti, creando dello spazio vitale intorno a questi edifici, mettendo i volumi nuovi sul bordo di questo grande vuoto». «Quello che era un parcheggio assolato si è trasformato in un tessuto connettivo aperto agli studenti e alla città» ha poi concluso.

L’inaugurazione dei nuovi spazi è stata inoltre l’occasione per lanciare le iniziative future del Politecnico, tra le quali la creazione del Technology Foresight Center per lavorare su tecnologie quantistiche all’idrogeno, mobilità sostenibile, chimica verde, nanotecnologie biomedicali e persino lo spazio. A questi si vanno ad aggiungere i 750metri quadrati di LABora, laboratorio di modellistica architettonica, tecnologie digitali e progettazione, situati nei nuovi spazi, e l’internazionalizzazione, con l’apertura di nuovi campus nel Corno D’Africa insieme alla Fondazione “Italian Higher Education with Africa”. Sono 15 invece i milioni investiti nelle tecnologie per la didattica a distanza.

Immagine di copertina ©Matteo Bergamini

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Chiara Brivio
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