09-10-2020 Francesco Fantera 3 minuti

Da scuola a civic center, l’importanza di progettare “l’immateriale”

Un workshop organizzato a Milano da Kcity per studiare i nuovi modelli a partire da casi concreti

«Oggi il progetto si occupa di come organizzare nuovi contenuti per vecchi contenitori»

Paolo Cottino

Realtà aperte e utilizzate come contenitori per attività eterogenee, luoghi dove garantire occasioni di protagonismo della comunità e adatti a sviluppare sinergie con il territorio. Stiamo parlando delle scuole del prossimo futuro, ambienti riorganizzati secondo un nuovo modo di vedere tanto il momento formativo, quanto la funzione di spazi pubblici presenti su tutto il territorio nazionale. E sarà proprio la necessità di dar vita a questa sorta di nuovi civic center al centro del workshop “La città va a scuola”, promosso da KCity – rigenerazione urbana in partnership della Città Metropolitana di Milano e con il patrocinio del Comune meneghino. Fra gli ospiti anche gli architetti Alfonso Femia, Silvia Nessi e Francesca Albertoni di Architetti senza Frontiere Italia Onlus e Nicola Martinelli di eFm. L’evento si svolgerà nella giornata di chiusura della Milano Design City, domani sabato 10 ottobre, e rientra a pieno titolo nel filone principale di questa edizione: la cultura del progetto.

L’appuntamento si svolgerà presso l’IIS Severi Correnti del capoluogo lombardo e ruoterà attorno alla prospettiva delle “scuole aperte” e dell’innovazione nel modo di fare e pensare il design, legando i due fattori ad una vera e propria riprogettazione della città. Tutto ciò senza dimenticare un passaggio fondamentale, nonché cavallo di battaglia di KCity in tutte le operazioni di rigenerazione urbana cui partecipa. «Oggi è fondamentale la capacità di saper disegnare non solo la parte “materiale” del processo, ma anche quella “immateriale” come la valutazione degli spazi disponibili, la ricerca delle risorse e l’attivazione di partnership e processi partecipati» sottolinea Paolo Cottino, amministratore e direttore tecnico di KCity. «Un cambiamento epocale stimolato da un’epoca del riuso che presuppone contenitori già dati. Oggi il progetto si occupa di come organizzare nuovi contenuti per vecchi contenitori».

Durante il pomeriggio di lavoro l’obiettivo è quello di mettere in rete competenze e professionalità che possano comporre una task force integrata, dedicata nello specifico al design delle “scuole aperte”. «Il tema di aprire gli istituti alle comunità non è certamente nuovo, se ne discute da ben prima che il Miur mettesse nero su bianco nel 2013 delle linee guida in proposito» spiega Cottino. «Già all’epoca si ragionava sul superamento del modello delle aule e della possibilità di arricchire gli edifici scolastici con nuove funzioni. Il potenziale è chiaro se si guarda ad un patrimonio enorme e che tendenzialmente è sottoutilizzato. Tantissime strutture posizionate in modo diffuso sul territorio e quindi in grado di soddisfare le necessità attuali, su tutte quella della prossimità».

Argomento molto attuale, in particolare in un momento di recrudescenza del Covid19 anche in Italia. L’emergenza sanitaria, infatti, è più un problema o rappresenta un’opportunità per il modello delle scuole aperte? «Nonostante le tante difficoltà attuali – evidenzia Cottino – ci sono buoni motivi per ragionare sull’avvento di nuove funzioni dei plessi in orario extrascolastico e di riorganizzare la didattica. In primis il superamento della formazione in spazi chiusi e compressi, ma anche il recupero di una dimensione di quartiere verso la quale oggi si vuole tornare. Più servizi vicini a casa e superamento degli ambienti contingentati sono solo due elementi di quello che potrebbe essere un reale salto di prospettiva».

Si partirà da un caso concreto che ha visto partecipare KCity in prima linea. «Nell’ambito del progetto strategico Valo.ri, dove abbiamo ricoperto il ruolo di consulenti per la Città Metropolitana di Milano, ci è stato chiesto di approfondire un modello da cui partire per la rifunzionalizzazione dell’Istituto Alessandrini di Abbiategrasso» racconta Cottino. «Coinvolgendo attori locali abbiamo prodotto un piano per l’apertura della scuola alla comunità e proprio da qui partiremo, per andare poi ad affrontare anche temi più ampi come la rigenerazione urbana e l’edilizia scolastica».

In copertina immagine ©www.kcity.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco Fantera
Articoli Correlati
  • Le scuole del futuro sono già qui

  • Dall’Italia all’Europa: Legacoop Abitanti lancia il suo Piano casa

  • Urbanistica nel caos: slitta il Salva-Milano e stop al Sue

  • Ingegneria, le società si prendono il mercato (ai professionisti solo il 7% degli importi)