29-05-2020 Chiara Castellani 2 minuti

Minimal, contemporanea e in dialogo con la natura: la capanna sul lago di Fiè firmata Noa

Lake House Vols. Pronto il progetto realizzato al posto di un chiosco inaccessibile

La zona del lago di Fiè è particolarmente apprezzata per la possibilità di escursioni tutto l’anno ed è diventata naturale l’idea di far spazio ad un edificio che si inserisse in modo armonico nel contesto paesaggistico.

Architettura che mixa tradizione, rispetto per l’ambiente e innovazione, nel cuore del paesaggio montano dell’Alto Adige dove si trova il lago di Fiè, esteso per circa un ettaro e ad un’altitudine di poco più di 1000 metri sul livello del mare. Qui è nato Lake House Völs, progetto dello studio noa* network of architecture. Un’innovativa Schwimmhütte – capanna sul lago – un vero e proprio connubio fra natura ed architettura, in sostituzione di un chiosco ormai vecchio e non accessibile.

La zona del lago di Fiè è particolarmente apprezzata per la possibilità di escursioni tutto l’anno ed è diventata naturale l’idea di far spazio ad un edificio che si inserisse in modo armonico nel contesto paesaggistico.

Focus del lavoro è stata la particolare attenzione alle proporzioni per minimizzare l’impatto. Ecco che l’architettura si compone di due piccoli edifici cubici, collegati da un asse trasversale. In uno dei due si trova la zona ristoro, proseguendo si incontra una loggia aperta e una terrazza con la vista sul lago e sulla zona balneare circostante. Dal lato opposto, una nicchia completamente apribile con separè in legno con all’interno un secondo bancone, che svolge la funzione di chiosco per gli escursionisti di passaggio. Una soluzione di questo tipo è stata adottata proprio per garantire la massina tranquillità nella zona della loggia e della terrazza.

La seconda struttura seppur distaccata mantiene il collegamento con la prima: ad uso pubblico e completamente priva di barriere architettoniche ospita i bagni e gli spogliatoi. L’asse centrale, dove si trovano gli armadietti, rimane scoperto, offrendo uno scorcio sul paesaggio circostante. 

Il design mantiene un chiaro leitmotiv fra interno ed esterno. Per la pavimentazione è stata scelta dunque una tecnica a resina spatolata, particolarmente resistente agli urti e alle sollecitazioni e sicura sul bagnato. Il verde è il colore base, richiamo alla natura intorno alla struttura, utilizzato per i soffitti, le pareti e i pavimenti. Questi ultimi due hanno riprodotto nello stucco un tradizionale merletto altoatesino, conferendo un effetto tridimensionale. 

Ancora, il lavoro sottolinea una continuità con la costruzione precedente nel primo blocco, mentre il secondo spicca sullo sfondo; per rendere il rifugio un tutt’uno con il paesaggio, è stato predisposto un sistema a telaio di legno lungo l’asse trasversale: qui verrà piantato un gelsomino a crescita rapida che in pochi mesi avvolgerà la struttura dello spogliatoio, portandolo a “scomparire”. Infine la facciata in legno di larice, non trattata, seguirà il corso naturale dei cambiamenti climatici e temporali.  

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Chiara Castellani
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