Italian Design Day 2019, focus sulle città del futuro
Terza edizione per l’iniziativa che promuove la cultura della progettazione made in Italy
«Il design è un vero e proprio ambasciatore italiano nel mondo»
Cento ambasciatori del design made in Italy presentano cento prodotti in cento eventi in altrettante città sparse in tutto il mondo. Torna anche quest'anno l’Italian Design Day (20 marzo 2019) con l’obiettivo, attraverso la formula del 4×100, di mostrare al mondo la cultura e la capacità progettuale italiana attraverso convegni, conferenze, corsi e concorsi. Tanti i nomi noti del disegno industriale e dell’architettura coinvolti nell’iniziativa promossa dal Maeci (Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale), che ha affidato l’organizzazione di questa edizione all’Adi (Associazione Design Industriale). Fra gli altri hanno aderito Stefano Boeri, Pippo Ciorra, Dario Curatolo, Michele De Lucchi, Walter De Silva, Alfonso Femia, Carlo Ratti, Italo Rota, Benedetta Tagliabue ed Edoardo Tresoldi.
«Il design è una risorsa strategica e trasversale – ha sottolineato Alberto Bonisoli, a capo del Ministero per i Beni e le attività culturali, partner dell’IDD – poiché connette il mondo del progetto a quello della produzione, così come a quello della formazione, ma anche il commercio e il turismo attraverso la valorizzazione delle eccellenze. Il design made in Italy è una risorsa strategica per uno sviluppo sostenibile del Paese, che ha ormai risvolti globali». Sulla stessa lunghezza d’onda Vincenzo de Luca, DG al Maeci per la Promozione del Sistema Paese: «Il design oltrepassa il ruolo di strumento di marketing e diviene un linguaggio condiviso nel mondo in quanto basato sulle forme e attraverso queste veicola i valori distintivi della nostra cultura. Un vero e proprio ambasciatore italiano nel mondo e infatti, come Ministero, puntiamo con decisione sul design in quanto uno degli assi strategici del piano di promozione del Sistema Italia».
L’iniziativa. Quest’anno, il panel di esperti sceso in campo affronterà un tema sempre più attuale nel crescente dibattito sui processi di trasformazione delle aree urbane: “La città del futuro, la qualità della vita e le nuove frontiere dell’abitare”. Scopo di questa edizione è evidenziare come il design italiano sia in grado di migliorare i centri urbani ottimizzando gli ambienti grazie a soluzioni innovative. Per far questo, i cento testimonial hanno selezionato dal loro bagaglio tecnico un prodotto emblematico e in grado di restituire la propria idea rispetto alle potenzialità del disegno industriale nel progettare i nuovi spazi a misura d’uomo.
Giro del mondo. Ma quali sono stati gli argomenti affrontati all’interno delle 100 iniziative organizzate per l’IDD2019? Ecco quattro eventi, svoltisi in altrettante macro aree geografiche, in grado di accendere un faro sulla qualità della cultura progettuale made in Italy, ma anche sulla grande varietà di prodotti che i testimonial hanno mostrato al pubblico.
All’ambasciata italiana a Beirut, Libano, è interventuo Dario Curatolo, architetto ed ex art director del Padiglione Italia alla 13ma Biennale di Architettura di Venezia. All’interno della conferenza “From a pixel from the city, design is everywhere” ha raccontato la sua idea sulle potenzialità del disegno industriale nel ridisegnare le nostre città e ha presentato il proprio prodotto, il DC T3 (vedi foto). «Punto, linea, superficie. Un tavolo – ha spiegato Curatolo – che nella sua semplicità fornisce gli elementi basilari del progetto. Un arco, una superficie curva (una curva complessa, una quartica), il piano di appoggio tangente e solo quattro punti di contatto tra il piano e la base di metallo: quasi un’astrazione. Una geometria essenziale e complessa, che fa galleggiare il piano in vetro sulla base. La base, rivestita in pelle cucita a mano, sostiene il piano di vetro che si trasforma in schermo attraverso il quale leggere l’andamento sinuoso delle curve».
Edoardo Tresoldi, invece, ha presentato il suo prodotto in Cina. Il giovane milanese, realizza dal 2013 interventi negli spazi pubblici focalizzandosi su genius loci e studio degli elementi del paesaggio. Nel 2017 è stato inserito da Forbes nella “top 30” degli artisti under 30 più influenti d’Europa. Intervenuto al convegno “Materia Assente e Rovina Metafisica” organizzato presso il Consolato Generale d’Italia a Chengdu (Cina), ha presentato Waldo (vedi foto), una seduta collettiva progettata dal collettivo romano Orizzontale. «Si tratta di una struttura abitabile site-specific – sottolinea Tresoldi – che invita le persone che la utilizzano a trovare il giusto equilibrio tra loro per sentirsi a proprio agio. Un oggetto simbolico che esprime il linguaggio dell’inclusione, della condivisione e della relazione, caratteristiche fondamentali del contemporaneo».
Era all’ambasciata italiana a Londra, Benedetta Tagliabue. Fondatrice dello studio di architettura Miralles Tagliabue EMBT, ha firmato fra gli altri il Parlamento scozzese, il Parco Diagonal Mar e il mercato di Santa Caterina a Barcellona. Per l’Italian Design Day ha presentato due diverse lampade di design: la Dome e la Kate (vedi foto). «Nella prima, la luce viene separata dall’oggetto in modo da ottenere una scultura di luce progettata per emettere e ricevere un’illuminazione dedicata, un gioco di luci e ombre che arricchisce lo spazio. Kate – ricorda la Tagliabue – è una lampada con due interruttori e quindi con due tipi di illuminazione: diffusa, attraverso il paralume, o indiretta, attraverso il suo diametro superiore. Design e finiture la caratterizzano come un’interpretazione moderna delle lanterne cinesi».
Presso l’istituto Italiano di Cultura di New York, Stefano Boeri, architetto di fama internazionale e presidente della Fondazione La Triennale di Milano, e Peter Eisenman, fondatore dello studio newyorkese Eisenman Architects, hanno dibattuto sul tema “MILANO Contemporary”. Boeri ha poi mostrato l’oggetto scelto per rappresentare la sua idea di design: il contenitore a ripiani Mettitutto (vedi foto). «Riprendendo la tradizione italiana delle credenze, è un pezzo d’arredo da interno destinato ad accogliere la moltitudine di accessori che accompagnano il nostro corpo durante una normale giornata. Oggetti e utensili – ha evidenziato Boeri – chiedono uno spazio unico di raccolta temporanea quando rientriamo a casa: chiavi, guanti, caramelle, cellulari, cavie e spine di ricarica, auricolari, portafogli, occhiali…».
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