Anas e Mit sperimentano la sorveglianza collaborativa su ponti e viadotti
L’accordo con il Senseable City Consortium del Mit diretto da Carlo Ratti avvia il monitoraggio attraverso smartphone
Viviamo un mondo in cui i sensori di tanti tipi dialogano tra loro: una nuvola di dati che ci permettono bene di leggere il sistema nel suo complesso e monitorarlo
Tanti smartphone per monitorare le infrastrutture: attraverso l'app dell'Anas qualsiasi cittadino potrà collaborare al progetto di sorveglianza di ponti e viadotti sulla rete stradale. La possibilità di utilizzare sensori mobili per aumentare l’ampiezza e la frequenza dei controlli è conseguente all’accordo tra Anas e Senseable City Consortium del Massachussetts institute of Technology (MIT) di Boston, diretto dal professor Carlo Ratti, presentato dall’amministratore delegato di Anas, Gianni Vittorio Armani, dal Presidente Anas, Ennio Cascetta, e dallo stesso Ratti in collegamento da remoto.
Uno studio pubblicato circa 6 mesi fa dal Consortium, relativo a un’analisi sull’Harvard Bridge di Boston, ha evidenziato le capacità degli accelerometri installati su ogni smartphone di raccogliere informazioni coerenti e significative su alcune frequenze modali di un ponte che, grazie alle attuali capacità computazionali, possono essere isolate per capire se l’infrastruttura si sta degradando e intervenire preventivamente sull’opera.
Accanto all’attività di verifica dei ponti da personale certificato, e al sistema di controllo a intelligenza artificiale sperimentato nel 2017 e ora in fase di prima installazione su interi itinerari stradali, l’uso di sensori mobili permette di far “interagire” il monitoraggio specifico di Anas con i dati – meno precisi ma diffusi e in gran quantità – raccolti dagli smartphone.
Nessun problema di privacy, visto che chi vorrà partecipare dovrà autorizzare l’uso dei dati così come accade già per qualsiasi applicazione mobile di mappe e mobilità, da Google a Waze. «Gli input che arriveranno ai datacenter saranno anonimi e aggregati», rassicura il professor Ratti.
L’investimento complessivo del programma Smart Road Anas è di un miliardo di euro: si parte con un primo triennio di sperimentazione che potrà beneficiare di circa 250mila euro. «Oggi si apre una nuova stagione nel mondo della progettazione delle strade del futuro», ha affermato il Presidente Cascetta prima di elencare i sette assi viari che per primi saranno interessati dal connubio digitale e supporto fisico per il monitoraggio:
- la A2 “Autostrada del Mediterraneo” (meglio conosciuta come Salerno-Reggio Calabria) dove i lavori sono già partiti a settembre;
- A90, Grande Raccordo Anulare di Roma
- A91, Autostrada Roma-Aeroporto di Fiumicino
- La statale 51 di “Alemagna” in Veneto
- L’itinerario E45-E55 “Orte -Mestre”
- In Sicilia la Tangenziale di Catania
- A19, Autostrada Palermo Catania
Un comitato tecnico scientifico di livello internazionale affianca Anas nella realizzazione del progetto Smart Mobility: obiettivo è costruire, per i mondiali di Sci di Cortina 2021, un modello evoluto di mobilità intelligente in grado di gestire al meglio i flussi di traffico e migliorare la sicurezza stradale.
«L’innovazione è quotidiana – ha ricordato Cascetta – e ci siamo dati come Anas il doppio compito di manutenere e rendere più sicure le strade ereditate e farle entrare nel futuro».
Nel solo 2018, Anas ha già eseguito oltre 37mila ispezioni sui 13mila ponti, viadotti e cavalcavia in gestione. Se fino ad oggi il «monitoraggio era solo sulla “malattia” dell’infrastruttura” – ha rimarcato Armani – l’uso dell’intelligenza artificiale e di questa misura collettiva e diffusa (che collega il punto geografico al sensore) costituisce un modello che permette di avere un quadro di tutta l’infrastruttura stradale». L’accordo con il MIT permette di fornire ulteriori informazioni sul comportamento delle opere durante il loro funzionamento in esercizio, utili a integrare e diversificare l'ampia catena di controlli già messa in campo da Anas per la vigilanza della rete, sempre più basata sulle nuove tecnologie.
L’esempio pratico, raccontato dall’AD in conferenza stampa, è quello del GRA di Roma. Oltre ai sensori, di tipo semplice e commerciali, posizionati sui viadotti e sulle luci, i controlli saranno effettuati con le 10 auto di servizio Anas (sulle quali saranno posizionati sensori fissi) e con i sensori “partecipativi” che collaboreranno attraverso l’app. Potenzialmente, visto che sul grande raccordo anulare transitano 160mila veicoli al giorno, si tratterebbe di una mole di misurazioni pari a 160mila sull’infrastruttura nel complesso.
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