La “nuova classe dirigente” prende forma al Congresso Nazionale degli Ingegneri
Dal post sisma al crollo del Ponte Morandi, dall’attualità spunti per una riflessione sulle competenze
"Costruiamo la nuova classe dirigente secondo principi di competenza, qualità, merito, ma soprattutto etica intesa come attitudine di assicurare, con la propria attività, il raggiungimento dei più alti obiettivi di interesse pubblico"
Ha preso il via in un’ampia sala gremita dell’Ergife Hotel di Roma il 63esimo Congresso Nazionale degli Ingegneri. Tanti gli argomenti affrontati già nella prima giornata, tutti declinati secondo il tema “costruiamo la nuova classe dirigente”. Compito impegnativo, definito dal presidente del Consiglio Nazionale, Armando Zambrano: “Dobbiamo farlo secondo principi di competenza, qualità, merito, ma soprattutto etica intesa come attitudine di assicurare, con la propria attività, il raggiungimento dei più alti obiettivi di interesse pubblico”.
Un argomento importante, ancor più se affrontato dal mondo delle professioni con un Consiglio che conta 240mila iscritti, e un totale di oltre 700mila professionisti, una forza economica importante. Per avere un quadro più completo, il Centro Studi del Cni ha calcolato nell’1,5% del Pil l’impatto a livello produttivo dell’ingegneria e dei servizi ad essa collegati, una cifra intorno ai 26,7 miliardi di euro (numeri in crescita per il secondo anno consecutivo).
Special guest per il Cni anche il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, che ha ribadito le linee guida del suo dicastero, sottolineando l’importanza del coinvolgimento della categoria. Anche con un annuncio mirato. Due le priorità ricordate da Toninelli: “le piccole opere, distribuite sul territorio e in grado di dare lavoro a tante persone, e la manutenzione ordinaria del patrimonio edilizio ed infrastrutturale. Come ingegneri, dovete essere al centro del progetto di rinascita del territorio e per questo – ha annunciato Toninelli – il nostro Ministero sta per lanciare un progetto di assunzione per un’agenzia pubblica indipendente che si occuperà di sorvegliare le infrastrutture in modo che, quanto successo a Genova, non si ripeta”.
Anche Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione Civile, invitato dal Cni, ha sottolineato la necessità di unire le forze per andare incontro ai bisogni della cittadinanza, in particolar modo in situazioni di emergenza: “La gestione post sisma nel Centro Italia ci ha aperto gli occhi su alcune lacune che potete aiutarci a colmare. Ad esempio, ci siamo trovati in difficoltà per la mancanza di tecnici in grado di effettuare valutazioni e verifiche strutturali. Inoltre, dovendo aggiornare i piani comunali di protezione civile, la collaborazione delle categorie tecniche sarà utilissima. Insieme – ha ricordato Borrelli – stiamo anche lavorando per accrescere il livello di appeal nella cittadinanza del Sisma Bonus e per questo plaudo alla vostra iniziativa della Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica”.
Il momento più atteso è stato quello della relazione del presidente Armando Zambrano, che ha affrontato diverse questioni ponendole all’ordine del giorno: dal rapporto con le altre professioni, alla formazione degli ingegneri del futuro, per arrivare a rigenerazione urbana e innovazione, con un incipit sull’attualità. “Quello che è successo dopo la tragedia di Genova ci deve far riflettere. Riccardo Morandi è stato uno grande ingegnere, accusarlo post mortem di incapacità è stato a dir poco sgradevole. Chiudo dicendo che, nonostante la situazione eccezionale, non ci è piaciuto che si sia regalato un progetto per un nuovo ponte. Si devono fare gare rapide ed efficaci, non agire per episodi. Fra l’altro si è proposto un viadotto con dei pilastri, la cosa più semplice e rapida”.
Il tema della semplificazione, concetto rilanciato pochi mesi fa anche dal Congresso Nazionale degli Architetti, è stato ripreso più volte: “Questa resta una questione centrale – ha sottolineato Zambrano –. Stiamo lavorando ad una modifica del Testo Unico dell’Edilizia e del Codice degli appalti. Quest’ultimo ci aveva visto inizialmente favorevoli, ma poi con una serie di modifiche è stato reintrodotto l’appalto integrato, un elemento inadeguato che ha causato solo problemi”.
Dagli ingegneri anche un accenno alla proposta di una legge sulla qualità dell’architettura uscita dal Congresso Nazionale degli Architetti – PPC. “Sull’idea ci siamo confrontati con il presidente Cappochin e siamo usciti presto dall’impasse iniziale. Siamo tutti d’accordo sul fatto che serva una legge sulla qualità delle costruzioni. Deve essere una norma sulla rigenerazione che limiti il consumo di suolo e semplifichi il panorama legislativo. Non abbiamo bisogno di nuove costruzioni, ma rigenerare quartieri interi in questo Paese è fondamentale”. Un tema più che mai attuale data la discussione sul Piano Periferie che, dopo essere stato messo in stand by dal nuovo esecutivo, è stato parzialmente recuperato in queste ore anche in seguito alle pressioni dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che sono state apprezzate anche dalle associazioni di categoria dei costruttori, Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) in primis.
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