Verso gli Emirati Arabi Uniti, regole e mercato per i progettisti
Opportunità internazionali 4/4. I vantaggi nelle Free Trade Zone
"Da qui al 2030, saranno circa 20mila gli edifici che subiranno interventi di retrofit con attenzione al risparmio energetico"
Il grattacielo più alto del mondo, l’aeroporto più costoso mai costruito, le isole artificiali più grandi mai realizzate, il centro commerciale più ampio mai edificato (con un acquario e una pista da sci al suo interno). Negli ultimi 20 anni, se c’è un luogo sulla Terra che ha vissuto un boom edilizio senza precedenti, si trova nel Golfo Persico e risponde al nome di Emirati Arabi Uniti (EAU). Conosciuti grazie all’imponenza dei grattacieli di Dubai, alle riserve di petrolio di Abu Dhabi e ad una presenza sempre più incisiva nel complicato scacchiere politico mediorientale, il piccolo ma influente Paese arabo rappresenta uno Stato ricco di opportunità per le aziende del settore delle costruzioni, ormai in piena ripresa dopo la crisi economica-immobiliare del 2008. Occasione per fare il punto, un webinar organizzato dalla Fondazione Inarcassa.
Economia e investimenti. I principali driver dell’economia degli EAU sono il settore dell’Oil & Gas da un lato, il real estate dall’altro. Dubai e Abu Dhabi hanno una ripartizione del PIL diversa dalle altre cinque entità in cui è divisa la nazione, concentrandosi rispettivamente sul settore turistico-immobiliare e sull’attività estrattiva. “Nonostante la recessione globale – spiega Liban Ahmed Mohamed Varetti, commercialista dello Studio Varetti e della società di consulenza Mesco Dubai, che si occupa di favorire l’accesso al mercato emiratino alle aziende italiane –, nel 2017 il flusso degli investimenti esteri diretti (FDI) a Dubai è aumentato del 7% su base annua, raggiungendo quota 7,5 miliardi di dollari. La capitale economica degli Emirati, inoltre, è rimasta nella top 10 mondiale per FDI ricevuti, quarta per numero di progetti e decima per flussi di capitale”.
Costruzioni: progetti e valori. Secondo recenti stime, si ritiene che fino al 2019 il trend di crescita del settore, in particolare a Dubai, sarà del 6,5%. Al momento sono 3500, per un valore di oltre 400 miliardi di dollari, i progetti del settore delle costruzioni in itinere. Questi riguardano tutti i tipi di edilizia: residenziale, scolastica, religiosa, ospedaliera, ricettiva, commerciale, ricreativa e direzionale. Sono molte anche le infrastrutture in cantiere, fra linee della metropolitana, aeroporti e opere dedicate alla distribuzione di acqua ed energia, per un valore totale di oltre 63 miliardi di dollari. Secondo Varetti “il progetto residenziale è sostenuto dalla volontà di aumentare la popolazione residente, attualmente di 2,8 milioni, per arrivare a 3,4 milioni nel 2020 e a 5,2 milioni nel 2030. Importante anche il progetto EXPO 2020 dove sono previsti investimenti per oltre 30 miliardi di dollari. Per favorire il coinvolgimento delle imprese italiane nella realizzazione delle opere per l’esposizione universale, la Sace (controllata di CDP), ha messo a disposizione delle aziende nostrane una linea di garanzia di un miliardo di dollari”.
Costruzioni: trend e attori principali. Ognuna delle sette entità statali emiratine, sta implementando normative orientate ad uno sviluppo sostenibile del comparto edilizio. Per Varetti “questa tendenza, assieme alla prevista crescita della popolazione, richiama competenze e tecnologie da tutto il mondo. Inoltre è da segnalare che da qui al 2030, saranno circa 20mila gli edifici che subiranno interventi di retrofit con attenzione al risparmio energetico”. Ma quali sono le figure professionali attive nel settore delle costruzioni? “Le ‘imprese’ vere e proprie che dispongono di maestranze e attrezzature tecniche – sostiene Varetti –, i ‘developer’ che studiano il progetto e lo curano, i ‘construction project manager’ impiegati nelle opere di grandi dimensioni, ingegneri ed architetti che operano per i suddetti soggetti o che si occupano di committenze private residenziali”. Tra i tanti italiani impegnati si ricorda il caso della società di ingegneria Manens-Tifs che, nella vicina Arabia Saudita, ha un team di 250 persone e segue in qualità di project construction manager la costruzione di due Medical Cities da 2,5 milioni di metri quadrati, rispettivamente per Riyadh e Jeddah.
Forme societarie. La legge federale n.8 del 1984, modificata dalle norme n.13 del 1988 e dalla n.2 del 2015, indica le tipologie di entità legali alle quali è possibile dar vita negli Emirati Arabi Uniti. Public e Private Joint Stock Company (rispettivamente simili a Spa quotata e Spa non quotata), Joint e Limited Liability Company (la prima simile ad una Snc, la seconda ad una Srl). Sono poi previste anche le Branch (filiali) e le Joint Venture.
Attività d’impresa. Nel ranking della Banca Mondiale sulla facilità di fare business, gli EAU si trovano al ventunesimo posto, mentre per la classifica riguardante la predisposizione del sistema all’avviamento di una nuova attività, si collocano al cinquantunesimo. Ad oggi, ogni società stabilita sul territorio nazionale deve avere uno o più partner locali che detengano almeno il 51% del capitale. “Sono previste alcune eccezioni – evidenzia Varetti –, le più importanti riguardano l’esenzione per le filiali, gli uffici rappresentativi e le imprese con sede in una delle varie Free Trade Zone. I principali benefit di queste ultime sono: il poter detenere interamente il capitale societario da parte dei cittadini stranieri; l’esenzione dai dazi doganali per le merci da esportare; il diritto del rimpatrio dei capitali nonché dei profitti realizzati; l’esenzione totale della tassazione sul reddito e l’assenza di vincoli nell’assunzione di dipendenti”.
Visto. I cittadini italiani possono ottenere all’arrivo il visto turistico della durata di 90 giorni non rinnovabili. Quello di tipo lavorativo, chiamato Labour Card e valido 3 anni rinnovabili, può essere richiesto da soggetti fra i 18 e i 60 anni con qualifiche professionali e titoli di studio tradotti in arabo e validati legalmente. In questo caso, inoltre, è necessario uno sponsor che, nel caso di un dipendente di una società, può essere rappresentato dal datore di lavoro.
Titoli. Per poter svolgere la professione di ingegnere e architetto, è necessario il rilascio di una apposita licenza ottenibile presso la Municipalità di Dubai (D.E.D.). Dal punto di vista normativo, la legge n.89 del 1994 stabilisce i doveri e la deontologia professionale, nonchè le sanzioni disciplinari. L’Engineering Consultants Register è, invece, il registro nel quale sono iscritti i professionisti del settore che svolgono la propria attività a Dubai.
Architettura ArchitetturaChiECome Arte Città Concorsi Culto Cultura Design Energia Festival Formazione Futuro Hospitality Housing Industria Ingegneria Italiani all'estero Legge architettura Libri Masterplanning Milano Norme e regole Premi Progettazione Real estate Retail Rigenerazione Urbana Salute Scommessa Roma Scuola Sostenibilità Spazi pubblici Sport Trasporti Turismo Uffici