03-07-2017 2 minuti

I nuovi mestieri delle start up che investono sulla domotica

A Milano l’idea di Home3D, una piattaforma per arredare casa come fosse una partita con un videogame

Ristrutturare e arredare casa con un videogame? Da oggi è possibile, grazie alla piattaforma Home3D in grado di ricreare ambienti tridimensionali e renderli esplorabili tramite la realtà virtuale con un browser e uno smartphone. Il progetto nasce dall’omonima start up creata da Alessandro De Grandi, Alessio Zolla, Andrea Bernasconi e Sara Cassina, e incubata all’interno di PoliHub, Startup District & Incubator del Politecnico di Milano.
 
Basta caricare un file Jpg o Png sulla piattaforma per riuscire a trasformare l’immagine di una planimetria in un ambiente a tre dimensioni. Una volta creato lo spazio, si potrà scegliere tra una lista di cinque diversi brand di oggetti di arredamento, tra cui anche Ikea e Maisons du Monde e una linea ad hoc realizzata invece proprio dai quattro giovani professionisti.

“È possibile ammobiliare un appartamento che ancora non esiste o controllare la manutenzione degli impianti e degli elettrodomestici – spiega Zolla, Cto dell’azienda -. Home3D sfrutta la tecnologia dei nuovi framework per la realizzazione di videogame per creare un vero e proprio editor interattivo di ambienti tridimensionali. È un rivoluzionario strumento di marketing per il mercato immobiliare e l’industria dell’arredo – continua Zolla -, ma soprattutto una tecnologia semplice e intuitiva alla portata di tutti per l’acquisto o la ristrutturazione di una casa”.

Home3D è solo l’ultima però delle numerose start up made in Italy che hanno sviluppato nuove tecnologie e strumenti per la domotica. Tra queste anche Alyt, impresa fondata da tre ragazzi torinesi che hanno realizzato un prodotto di design all’interno del quale si trova un hotspot in grado di connettere, e gestire attraverso un’app, qualsiasi oggetto smart della casa, dalle tapparelle elettroniche ai sistemi di sorveglianza, dalla chiusura delle porte alla televisione. Alyt ora ha sede nella Silicon Valley e a giugno 2016 ha ottenuto un investimento di 1,1 milioni di dollari da parte della società di consulenza high-tech Aizoon.

E funziona con un’app anche Smart Domotics, l’apparecchio da installare all’interno del quadro elettrico generale di un edificio che consente di monitorare l’energia consumata dagli elettrodomestici. Tramite l’app l’utente può spegnere e accendere gli oggetti elettronici collegati, e monitorare i consumi sulla piattaforma Cloud Big Data. Nata dall’idea di tre giovani di Ravenna, il prodotto è stato premiato come miglior progetto Clean Tech da Unicredit Start Lab nel 2014.

E ancora, è nata a Roma invece Airgloss, startup incubata da BicLazio che ha sviluppato due dispositivi a basso costo in grado di analizzare la qualità dell’aria di uno spazio interno in tempo reale. Grazie all’algoritmo sviluppato dall’azienda, è possibile rilevare e identificare sostanze nocive alla salute umana. Tramite l’app collegata invece, l’utente riceve i dati e può decidere se intervenire e accendere gli eventuali sistemi di ventilazione, filtraggio e abbattimento delle sostanze inquinanti presenti in casa.

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