24-05-2017 Paola Pierotti 5 minuti

Da Star a LinkedIn, Il Prisma fornisce uffici chiavi in mano per chi crede nello smartworking

Cento dipendenti, 25 milioni di fatturato. Il futuro? Non solo direzionale, ma anche retail e spazi ibridi

"Le nuove generazioni si aspettano spazi “alla Google”, vogliono andare in ufficio con il cane, mangiare con i colleghi, avere spazi per il relax. A queste domande non si può restare indifferenti"

Arianna Palano
Alibaba, LinkedIn, GfK, Star, Pwc sono solo alcuni dei clienti di Il Prisma, un’azienda che non è uno studio di architettura ma che si occupa di progettazione, e con poco meno di 100 dipendenti ha un fatturato di 25 milioni di euro proponendo alle multinazionali progetti chiavi in mano per il settore dell’ufficio e non solo. “Siamo una srl, impostiamo il concept e le strategie, firmiamo i progetti, forniamo la direzione lavori e con le imprese realizziamo le opere. Per il settore uffici – racconta l’architetto Arianna Palano, project leader R&D – le multinazionali ci chiamano spesso quando devono cambiare sede, invitandoci a studiare un progetto che si integra con la città, che segue i nuovi trend, in linea con le normative in evoluzione e con la domanda dei lavoratori a partire dai millennials”.
 
Architetto, come nasce l’incontro tra Il Prisma e i vostri committenti?
Abbiamo una squadra di commerciali che intercettano le domande del mercato, ci interfacciamo con il top management, i manager e via via ascoltiamo i lavoratori (per società che possono essere di 100 o di 1000 dipendenti). Entriamo in contatto con le abitudini, il modo di lavorare, la produttività e il benessere di chi lavora. La rete dei commerciali lavora in sinergia con architetti, ingegneri e strategist. Partecipiamo a qualche gara privata, raramente a quelle pubbliche, la maggior parte dei lavori sono frutto di incarichi diretti. 
Come vi conquistate la fiducia del cliente?
Cerchiamo di ascoltare e di risvegliare dei bisogni latenti: siamo attrezzati per dare risposte a domande a cui il top management delle aziende non immagina di dover rispondere. Molto spesso ci chiedono in primis di affrontare lo smart working come priorità.
 
La sua definizione di smart working qual è?
Molti lo associano al telelavoro, pensando che non serva un progetto, in realtà questo ambito va controllato perché, prevedendo scadenze settimanali o mensili, servono postazioni non assegnate, sale per la collaborazione, spazi ad hoc. In generale, smart working è una filosofia manageriale che permette la gestione autonoma di spazi, orari e strumenti di lavoro. Il 90% dei clienti ormai ci chiede di gestire questo tema. 
 
A quali altre domande cercate di dare una risposta? 
I clienti ci chiedono di implementare la parte tecnologica, di avere spazi attrattivi per i ragazzi più giovani limitando il turnover. Sempre più spesso le nuove generazioni si aspettano spazi “alla Google”, vogliono andare in ufficio con il cane, mangiare con i colleghi, avere spazi per il relax. A queste domande non si può restare indifferenti: se le aziende vogliono trattenere queste risorse non possono chiuderle in uffici trasparenti.
 
Perché sempre di più le multinazionali investono sul design e sul confort degli uffici?
Perché la produttività oggi si misura attraverso il benessere dei dipendenti e l’attenzione alle persone. 
 
Axa Assistance, Axelero, Star, è lungo l’elenco di spazi uffici firmati dal vostro team. Che ruolo gioca il brand nella definizione della strategia e del concept?
Per i nuovi uffici Star ad esempio, abbiamo dovuto tenere presente inizialmente che i dipendenti si spostavano da Agrate Brianza a Milano, nel Maciachini Center (progetto Sauerbruch Hutton, ndr) in un luogo completamente open space, senza aree chiuse e senza scrivanie assegnate. In questo nuovo spazio ufficio, ogni mattina l’Ad si può sedere ovunque, come fanno i manager, e per favorire la concentrazione e la collaborazione ci sono aree formali e informali di diverse dimensioni, la cui fruibilità è libera. Il cuore pulsante dell’edificio, al centro della pianta, è una cucina, immancabile per la riconoscibilità dei dipendenti Star. 
 
Una cucina per Star e una cantina negli uffici Linkedin?
Si. Quando abbiamo progettato la nuova sede di Linkedin a Milano, al 19esimo piano delle torri Garibaldi nell’area di Porta Nuova, i dipendenti hanno chiesto di avere un luogo che richiamasse il tema dell’eccellenza, come fa la piattaforma di networking online. Siamo arrivati così a prevedere una cantina che è lo spazio della concentrazione, dove si va senza telefono, si può leggere un libro, ascoltare un disco. Anche per Linkedin il progetto è nato insieme ai dipendenti ascoltando le loro necessità: all’interno degli uffici ci sono un ristorante, un giardino segreto e chi arriva in bicicletta la può far salire in ascensore e appendere al muro con appositi ganci, in attesa di staccarla a fine giornata e tornare a casa. 
 
Il Prisma fa interior e non solo, per uffici ma anche per altre tipologie di edifici?
Per la sede di GfK abbiamo realizzato una nuova sede in via Tortona 33, sempre a Milano, demolendo e ricostruendo un edificio. Si tratta di una struttura per 500 persone con “buzz room”, ambienti rivestiti con superfici fonoassorbenti, salottini e porte scorrevoli per garantire diversi livelli di privacy, e “chat box” pensate come aree per la condivisione tra colleghi evitando l’incontro alle scrivanie. Per GfK abbiamo disegnato 15 diversi tipi di sale riunioni. Inizialmente i manager non volevano le aree break e, via via, dialogando, si è deciso invece di prevedere in ogni piano, come prima tappa per poi raggiungere le scrivanie. Ma Il Prisma non fa solo uffici, da poche settimane abbiamo lanciato un sito dedicato al retail e stiamo realizzando un concept innovativo per Naturalis-Tea Bar da sviluppare in Europa e in Asia. Sul fronte dell’hospitality stiamo completando un Holiday Inn a Parigi e l’Hotel de la Paix – Ritz Carlton a Ginevra.
 
Il futuro della vostra società?
Fortificheremo la nostra immagine nel campo del retail e contiamo di cavalcare l’onda di questa fase di convergenza tra le funzioni, sviluppando progetti ibridi che integrano gli uffici con il commerciale, l’hotellerie con spazi per il co-working.
 

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Paola Pierotti
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