22-05-2017 4 minuti

BIM, ecco il manifesto per le smart cities e le smart homes

Pubblicato il rapporto redatto dalla Federazione dell’Industria Europea delle Costruzioni anche con la collaborazione dell’Ance

"Il BIM è strategico per vincere le sfide dell’agenda digitale e urbana, dei cambiamenti climatici e dell’efficienza energetica"

Kjetil Tonning

Making BIM a global success. Questo è il titolo del manifesto stilato per promuovere la trasformazione digitale del settore delle costruzioni e per stimolare con maggior forza le istituzioni europee a favore della conversione delle nostre città e abitazioni in smart cities e smart homes. Un rapporto redatto dalla Federazione dell’Industria Europea delle Costruzioni (Fiec), con la collaborazione dell’Ance, nel quale sono illustrate le principali sfide che il settore delle costruzioni dovrà affrontare nel prossimo futuro, e come potrebbe vincerle con l’ausilio del BIM. Tra i temi affrontati quelli legati all’agenda digitale e urbana, ai cambiamenti climatici e all’efficienza energetica, l’economia circolare e la crescita delle Pmi.

L’obiettivo del Manifesto FIEC sul BIM è duplice: promuovere un’industria delle costruzioni digitale e aumentare la produttività, la competitività, la soddisfazione dei clienti e l’immagine del settore. Secondo quanto indicato nel documento, la trasformazione digitale del settore deve essere promossa sia attraverso un approccio top down, facilitato dall’UE e dai governi nazionali attraverso politiche e investimenti e di finanziamento, che attraverso un approccio bottom up, guidato dalla stessa industria delle costruzioni, e non imposta da altri attori. Il documento FIEC ricorda anche i vantaggi dell’utilizzo del BIM e le prospettive di utilizzo dello strumento. “Il BIM – ricorda l’Ance – si basa sulla collaborazione e la condivisione di dati lungo tutta la catena di valore del settore delle costruzioni; l’uso ideale del BIM comporta inoltre un accesso senza limitazioni alle informazioni e alle banche dati più aggiornate sui prodotti e la piena compatibilità dei software usati da ciascun partecipante; l’uso del BIM permette di intervenire in tutte le fasi del ciclo di vita di un progetto; il BIM – si legge ancora nel report – diventerà un requisito standard per molte opere pubbliche, in particolare quelli più grandi, in Europa".

Un documento prezioso nella convinzione che il BIM diventerà un requisito standard anche in Italia e considerando che è ormai una priorità condivisa anche nel nostro Paese in virtù delle strategie politiche legate al piano per l’Industria 4.0, degli impegni presi con il nuovo Codice degli Appalti e più in generale del fermento tra le aziende e i professionisti.

“Il BIM sta trasformando l’edilizia, e l’industria deve guidare lo sforzo per incoraggiarne la diffusione guardando all’intera catena di valore, con una attenzione particolare rivolta alla committenza e alle Pmi. Il BIM favorisce la collaborazione intersettoriale – ha dichiarato Kjetil Tonning, vicepresidente della FIEC e responsabile del gruppo di lavoro che ha stilato il Manifesto – e facilita la condivisione delle informazioni tra le persone coinvolte nello stesso progetto. Per favorire questa sinergia è necessario che l’accesso a tutti i dati essenziali memorizzati sia aperto e libero, attraverso l’interoperabilità dei sistemi. Il BIM sta cambiando il nostro modo di costruire – ha aggiunto Tonning – con vantaggi per l’economia circolare, l’efficienza energetica, le smart cities, gli obiettivi climatici e l’occupazione per i giovani, finora esclusi dal settore delle costruzioni”.

Nel manifesto si citano undici aree tematiche, con l’indicazione puntuale delle sfide e delle opportunità per il mondo dell’industria. Si fa riferimento, ad esempio, alla competitività e all’industria 4.0, elencando alcune questioni come il procurement, la razionalizzazione dei costi, sovrapposizioni e ritardi, e la necessità di investire in processi smart e integrati. Non manca l’attenzione ai lavoratori, ai giovani, all’aggiornamento dei profili professionali, alla creazione di nuovi mestieri, con ricadute sulla formazione, sui finanziamenti dedicati e sulla necessità di includere i temi della salute e della sicurezza nel mondo BIM. 

Nel manifesto viene richiamata l’agenda digitale, quel documento elaborato dalle istituzioni europee per la digitalizzazione delle Pa e dei servizi fondamentali, con riferimento anche ai temi della sanità, della giustizia e dell’istruzione. Si sottolinea il tema della protezione dei dati, della loro accuratezza e dei diritti della proprietà individuale allo stesso tempo si evidenzia come il BIM sia uno strumento gestionale sempre più conosciuto e usato per favorire lo scambio di informazioni. Con riferimento al programma pluriennale dell’Unione Europea per la rigenerazione urbana e la coesione sociale, l’industria delle costruzioni, nell’ambizione di rilanciare l’edilizia come motore dello sviluppo economico, auspica di poter disporre di stime realistiche sul volume del mercato per adeguare le proprie strategie.

Particolare attenzione viene dedicata al rapporto tra il BIM e l’efficienza energetica, i cambiamenti climatici e l’economia circolare. La Fiec ambisce a una direttiva specifica che contempli scrupolosamente l’impatto economico ed ecologico della digitalizzazione dei sistemi edilizi per costruzioni sempre meno energivore. Non solo, la Federazione ritiene che con il BIM si potrebbero elaborare più facilmente strategie di prevenzione per mitigare gli impatti dei futuri fenomeni naturali. Considerando l’intero ciclo di vita dell’edificio, dalla materia allo smaltimento dei rifiuti,  si ricorda che con il BIM si gestiscono in modo efficace le informazioni necessarie alla realizzazione degli impianti di trattamento e si mettono in campo strategie migliorative per riciclare e riusare la materia.

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