Ma Yansong per Scali Milano: Dobbiamo credere in una visione futuristica della città
Lo studio cinese rilancia i temi della natura e dell’umanità
Ma Yansong, architetto cinese fondatore dello studio Mad Architects, è uno dei cinque team leader chiamati da FS Sistemi Urbani per partecipare attivamente al workshop Scali Milano. Noto a scala internazionale per le Absolute Towers di Toronto, Mad gravita da qualche anno in Italia grazie al progetto per il complesso residenziale di via Boncompagni a Roma e in occasione del Salone del Mobile 2016 si è distinto per l’installazione realizzata alla Statale.“Scali Milano si differenzia per la sua democraticità – ha dichiarato Ma Yansong in occasione del workshop promosso da FS -, in Cina non è ancora possibile immaginare questo genere di discussioni”.
Il cambiamento delle città e delle connessioni, è stato il tema centrale dell’intervento del professionista cinese accompagnato dall’italiano Andrea D’Antrassi. “Per arrivare a Milano, dalla Cina, oggi mi servono 10 ore. Fra 25-30 anni probabilmente la tecnologia ci consentirà di viaggiare più veloci e potremmo, per esempio, volare da Pechino a Milano in un paio di ore – ha continuato Yansong -. Se vogliamo progettare la città del futuro dobbiamo tenere presente questi elementi, in 30 anni le cose potranno cambiare molto velocemente”. Secondo l’architetto cinese inoltre, non solo le connessioni legate ai trasporti hanno un ruolo centrale nella progettazione delle nuove città, ma anche quelle della rete, in particolare della rivoluzione apportata dai social media, che hanno cambiato il modo di comunicare e di vivere gli spazi.
“Dobbiamo credere nei filosofi e negli artisti, in chiunque abbia una visione futuristica. Le città classiche sono state modellate in passato anche dalle idee legate alla religione, ora è il tempo di progettare tenendo in considerazione l’ambiente e la società”. Concetti che si riferiscono non solo al loro significato intrinseco, ma anche ad una declinazione più emotiva ed artistica dei termini. “L’umanità è una parola molto politica – ha affermato concludendo Yansong -, quando parliamo di persone entriamo nell’ambito delle emozioni e delle vocazioni artistiche. Vogliamo e dobbiamo creare un futuro di nuova cultura,che ci permetta di parlare di eredità culturale non soltanto guardando alla storia, ma anche al contesto contemporaneo”.
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